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Cultura e spettacolo

Il Marat Sade - talk Show - in scena al Teatro Elicantropo di Napoli fino al 19 dicembre.

Sabato 06 Novembre 2010 15:59


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Marat Sade - talk show Grande prima nel piccolo Teatro Elicantropo. Nel seicentesco complesso dei Gerolomini, nel cuore di Napoli, a due passi dal Duomo, si è rappresentato il Marat-Sade di Peter Weiss nell'adattamento e regia di Carlo Cerciello, prodotto dal Laboratorio teatrale permanente del Teatro Elicantropo e da Vesuvioteatro. Il capolavoro di Weiss è stato rovesciato come un guanto e riproposto come talk show  dell'italietta berlusconiana che tutto consuma e banalizza con l'arroganza e la volgarità della telecrazia quotidiana.
Anni luce da quella mitica rappresentazione (1967) del Marat Sade di Peter Brook che accendeva fuochi per una rivoluzione che sembrava proprio dietro l'angolo - ma anche da una quasi sconosciuta messinscena (1971) del nostrano Teatrogruppo di Salerno - Per non parlare poi della più recente (1993) rappresentazione de La Compagnia della Fortezza formata dai detenuti del carcere di Volterra per la regia di Armando Punzo e recentemente riproposta.
E così, nella messinscena di Cerciello, il Dirigente dell'emittente televisiva (il Minzolini-Masi di turno), patetica  controfigura del Direttore del manicomio di Charenton, apre le danze di uno spettacolo parodico che sbeffeggia, con indecente volgarità, la rivoluzione francese. Ed un azzimato presentatore introduce i personaggi e commenta, alla sua maniera, lo svolgersi dell'azione, come l'originario banditore di Weiss.
Marat - nella prima efficacemente interpretato da un'attrice -  si muove, sempre accompagnato dalla fedele Simonne, su una sedia a rotelle (emblematica intuizione)  intento a scrivere le sue arringhe rivoluzionarie. Sade (uno e trino) è uno smilzo ed effeminato cicisbeo di fine settecento che si riflette e si rappresenta, come controcanto fisiognomonico, nelle sovrabbondanti rotondità di due scollacciate ballerine d'avanspettacolo televisivo che duettano con lui. Non c'è alcuna traccia, se non parodica, di quella rivoluzionaria violenza della sessualità sadiana che valse, allo scrittore Sade, l'internamento a Charenton e la fama postuma.
Inutile richiamare quindi Artaud, la follia manicomiale ed il teatro della crudeltà: la flagellazione di Sade o il supplizio di Damiens sono spariti o richiamati parodicamente...


 

Lettura critica dedicata al volume di Rino Mele, Costruzione di una rima

Sabato 30 Ottobre 2010 14:23

alt Lettura critica
domenica 31 ottobre 2010 ore 18.00
Antico Convento dello Spirito Santo a Pellezzano

Alberto Granese, Sebastiano Martelli e Ugo Piscopo analizzano Costruzione della rima di Rino Mele, edizioni Plecticà, 2010. Enrico Parrilli al pianoforte in Le canzoni degli anni difficili, 1933-1948.

Avrà luogo domani presso l'Antico Convento dello Spirito Santo di Pellezzano (SA), a partire dalle ore 18.00, la Lettura Critica dedicata al volume di Rino Mele Costruzione della Rima.  Rino Mele, che come ricordato nel suo volume nasce a Sant'Arsenio "venerdì 4 febbraio, nell'inverno del 1938, quando il gelo tardava a consumarsi..., è autore di innumerevoli libri, testi teatrali, saggi, insegna Storia del teatro e dello spettacolo all'Università di Salerno e dirige la Fondazione di poesia e storia Ex Machina.






 

Ritorna Il Rock Degli Apocalisse

Venerdì 29 Ottobre 2010 09:28

Plato e gli Apocalisse Gli Apocalisse storica rock band campana torna sulla scena musicale dopo ben venti anni.
Artefice di questa operazione è il fondatore del gruppo Stellario Ruggero (alias Plato)
Sentivo, ci racconta Stellario, l’esigenza di ritornare indietro nel tempo dove il rock lo si poteva assaporare nelle birrerie, nei pub, dove il rock arrivava nel cervello della gente a pochi metri.
Gli Apocalisse sono stati una delle prime Rock Cover Band a proporre brani di Vasco Rossi , Zucchero, Ligabue in maniera del tutto particolare, con arrangiamenti rock che stravolgono completamente i brani in chiave live.
La nuova band è composta da giovani bravi è capaci di suonare il vero Rock e sono:
Michele Terracciano (chitarra), Vincenzo Fiore (Batteria), Vincenza Narciso (Cori), Armando Savarese (Basso) e infine Stellario Ruggero (Voce).
Torneranno in tour gli inizi di Novembre , due ore di puro Rock, in scaletta però non mancheranno brani come I Ragazzi Del Bar, Una Storia Vera e Mi Manchi..

davide scannapieco

platoinconcert@gmail.com

 

Al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, Giorgio Albertazzi è Lear di Shakespeare, regia di Antonio Latella.

Sabato 23 Ottobre 2010 18:15

Lear con Giorgio Albertazzi al Nuovo Teatro Nuovo, Napoli Al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli il 22 di ottobre c'è stata la prima di Lear da Shakespeare (con traduzione di Ken Ponzio) regia di Antonio Latella. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro di Roma e dal Nuovo Teatro Nuovo sarà in scena fino al 27. 

Sul palcoscenico un grande tavolo rettangolare dove giovani attori seduti discorrono amabilmente tra loro.
Solo ad uno sguardo più attento appare, al centro, la chioma bianca del Grande Vecchio. E' lui, Giorgio Albertazzi, il decano del teatro italiano dal fisico ancora asciutto che sembra quasi confondersi coi giovani interpreti del King Lear.
Si tratta della nuova, straordinaria sfida che il Teatro di Roma e il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli hanno proposto con l'inedita coppia Albertazzi-Latella: lo sposalizio del vecchio teatro di tradizione e la sperimentazione più avanzata nel panorama drammaturgico contemporaneo.
Dopo l'esordio romano, l'ormai mitico spazio dei Quartieri a Montecalvario presenta, con un tutto esaurito, la prima napoletana della tragedia shakesperiana nella traduzione di Ken Ponzio.
E' un capocomico garbato ma esigente l'Albertazzi-Lear che riprende le varie Goneril, Regan e Cordelia ironizzando ed autoironizzando sui primi tentativi delle interpreti femminili di ricerca del personaggio di figlia.
Ma è anche la prima chiave di lettura della splendida messinscena di Latella-Ponzio (assistiti da un pregevole staff tecnico) del Lear come Testo/Testamento inciso sulla pelle del maestro Albertazzi che interpreta contemporaneamente se stesso ed il re di Britannia.
Poi, gradualmente, la fascinazione del testo shakesperiano cattura gli interpreti che procedono alla rappresentazione di alcune scene emblematiche della tragedia, con sempre più progressiva intensità drammaturgica tra momenti di grande teatro.
La cacciata di Cordelia ed il successivo scontro tra Lear, Goneril e Regan, Il duello-scontro tra i fratelli Edgar ed Edmund (il bastardo) con colpi violenti sempre più intensi di blocchi di carta, la tempesta con lancio di innumerevoli fogli svolazzanti fra gli alberi-tavole puntati al cielo. E poi scene di raffinato erotismo nei tentativi di seduzione reciproci tra le sorelle Goneril, Regan ed il bastardo oggetto di desiderio Edmund. Il tutto sotto lo sguardo di Albertazzi-Lear uscito di scena e comodamente seduto in poltrona tra lusingati spettatori. Infine l'intenso e dolcissimo canto di solitudine di Edgar con l'uso fortemente straniante del microfono.
Ma più spiazzante di tutto è la fine-non fine della tragedia: il grande vecchio abbandona la scena su cui i giovani attori compongono, con gli alberi-tavole, il palcoscenico del futuro spettacolo.
Con grande teatralità, tra applausi di commozione l'Albertazzi-Lear ritorna sul palcoscenico per prendere per mano ognuno dei bravi e giovani interpreti e consegnare loro la maschera tragica della sua straordinaria carriera di attore.
Uno spettacolo da non perdere.
Attilio Bonadies

 

A centocinquant'anni dall'unificazione italiana

Mercoledì 20 Ottobre 2010 08:52

A centocinquant'anni dall'unifi alt cazione italiana

Interessi nazionali e particolarismi territoriali

Convegno di Studi - Fisciano, Amalfi, Salerno

21-23 ottobre 2010


Prende il via domani la tre giorni di studi dedicata al processo di unificazione d'Italia organizzata dall'Università degli Studi di Salerno, Facoltà di Scienze Politiche, in collaborazione con il Dipartimento di Teoria e Storia delle Istituzioni Università degli Studi di Salerno, l'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano - Comitato di Salerno, l'Archivio di Stato di Salerno e il Centro di Cultura e Storia Amalfitana.

Numerosi gli storici e gli studiosi, anche stranieri, che saranno presenti al convegno, a sua volta articolato in tre distinti momenti e in tre diverse sedi: la prima sessione avrà luogo, giovedì 21 ottobre ore 9.00, presso l'Aula dei Consigli della Facoltà di Scienze Politiche, Università di Salerno; la seconda, prevista per venerdì 22 ottobre, si svolgerà presso il Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Sala della Biblioteca comunale di Amalfi; la terza sessione, una tavola rotonda che conclude il convegno, avrà luogo il 23 ottobre presso l'Archivio di Stato di Salerno a partire dalle ore 10.00.


 

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