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Donne allo specchio: come mi vedo e come mi vedi


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Donne allo specchio: come mi vedo e come mi vedi Poche sono le persone che si accettano e si approvano al 100% e molti, invece, coloro che modificherebbero qualcosa del proprio aspetto (Tantleff-Dunn et al., 2011).
Dal peso al colore degli occhi, dall'altezza sino al proprio sesso, l’immagine corporea non è solo ciò che percepiamo guardandoci allo specchio, piuttosto identifica una rappresentazione mentale del corpo da un punto di vista cognitivo, affettivo e meta-cognitivo (Mian, 2006).
In sostanza, come ci vediamo e “sentiamo” nel nostro corpo e come pensiamo che gli altri ci vedano, sono dimensioni con cui ci confrontiamo quotidianamente, quasi senza accorgercene e ci influenzano, ci guidano e ci descrivono più di quanto immaginiamo.

Quando parliamo di rappresentazione del corpo, ci riferiamo a due costrutti: l’immagine corporea, argomento di discussione psicologica e lo schema corporeo, che interessa maggiormente la neuropsicologia.
I due concetti condividono la possibilità di rappresentare la totalità e la complessità del corpo umano. Mentre il primo è un articolato schema percettivo legato al processo di localizzazione spaziale compiuto dal sistema nervoso, la seconda include le componenti soggettivo-cognitivo-affettive delle rappresentazioni corporee.
L’immagine corporea ha un’accezione più soggettiva e individualizzata che riguarda la situazione emotiva, i ricordi, le motivazioni e i propositi d’azione dell’individuo; La percezione del corpo, le emozioni e le nostre convinzioni orientano i nostri progetti, chi incontriamo, chi sposiamo, la natura delle nostre interazioni, il nostro benessere quotidiano e la tendenza ad avere disturbi di natura psicologica.
La maggior parte delle persone limitano l’idea di immagine corporea all’apparenza fisica, alla bellezza e all’essere attraenti. Ma sicuramente c’è dell’altro. È la rappresentazione mentale di noi stessi, che influenza gran parte del nostro comportamento, emozioni, pensieri ed autostima.
Attraverso le differenze tra caratteristiche fisiche come il peso, l’altezza, la taglia di specifiche parti del corpo, ognuno ha esperienze diverse all’interno della propria cultura. Le esperienze positive e negative con la famiglia, gli amici, il coniuge e i partners interessano l’immagine corporea. Fattori emozionali come la tendenza verso la depressione, l’ansia, un senso generale di benessere influenzano i sentimenti che riguardano il corpo. Anche i fattori culturali giocano un ruolo centrale. Siamo tutti imbevuti negli stereotipi culturali riguardanti l’ apparenza fisica e dai modelli che li rappresentano.
Nella pratica clinica di qualsiasi psicoterapeuta, sempre più spesso giungono persone preoccupate per il proprio aspetto e che per questo si sentono a disagio in molte situazioni, siano essi adolescenti o adulti, maschi o femmine e questo, anche senza presentare reali difetti fisici (APA DSM 5, 2013; Kostanski & Gullone, 2003).
Molti hanno un tono dell’umore e stati d’ansia in grado di rendere difficile la vita quotidiana, comportamenti alimentari problematici e vivono lo specchio in maniera ossessiva o al contrario, scappano da qualsiasi superficie ne rifletta la loro immagine. Altri utilizzano lo sport e la cosmesi sino a desiderare (e spesso ottenere) numerosi interventi in chirurgia plastica al fine di correggere i supposti o amplificati difetti, rimanendo intrappolati nel giogo della propria insoddisfazione corporea.
Negli ultimi 30 anni le donne e via via anche gli uomini, hanno sviluppato una preoccupazione rispetto al proprio corpo. Sfortunatamente però questo esame minuzioso del corpo non ha portato le persone a vedersi in modo più chiaro. Invece di mostrare una maggiore accettazione sembriamo esserci mossi in direzione contraria, fino al punto che l’insoddisfazione corporea è la norma e lotta libera).
C’è evidenza che l’esposizione negativa ai media faccia acquistare una patina di positività ai disturbi dell’alimentazione e favorisca la diffusione del disturbo.
Dr.ssa Eleonora Di Marco

Sabato 17 Gennaio ore 10 presso il Csc , piazza S.Francesco 2 - Viterbo

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