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Alla puerpera Ivana Rigano strappato dal medico il consenso informato.


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Nas PapardoMessina. Ci risiamo. Neonato in coma. La Procura indaga.

Sarebbe venuto al mondo in ritardo per colpa di due medici in disaccordo sulle modalità d'intervento da praticare alla 24enne partoriente, Ivana Rigano.

Il piccolo sarebbe ora in coma farmacologico presso il reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messsina, quello cioè,  dove neppure un mese fa (era il 26 agosto) si verificò una rissa in sala parto tra due ginecologi che vennero alle mani.

Sulla vicenda avvenuta la settimana scorsa indagano ora i N.A.S. dei Carabinieri ed il sostituto procuratore, Anna Maria Arena, che ha aperto un'inchiesta, dopo la denuncia sporta dai genitori alcuni giorni fa.

Stando alle dichiarazioni, rese alle forze dell'ordine dalla mammma e dal papà del bimbo appena nato, i sanitari avrebbero avuto uno scontro sulle modalità di parto cui sottoporre la puepera. Il dibattito avrebbe comportato un ritardo circa quattro ore sull'orario del parto con conseguente sofferenza fetale ed ipossia cerebrale del neonato. Quattro ore che potrebbero aver determinato dunque la mancata ossigenazione del cervello? Dalle indagini e le testimonianze sarebbe accaduto inoltre che il feto rimase incastrato a causa delle sue dimensioni e quei secondi di mancanza di ossigenazione avrebbero creato lesioni cerebrali e agli arti. Il parto sarebbe avvenuto poi dopo troppe ore di travaglio. Le indagini dovranno nello specifico rilevare quindi proprio questo, il nesso causa-effetto, dimostrando se effettivamente la lite possa aver influito sulle condizioni di salute del piccolo.

La dinamica dell'episodio in questione sarebbe la seguente: durante l'iter della gestazione Ivana Rigano avrebbe concordato col proprio ginecolgo di fiducia, Rosario Pino, di effettuare il taglio cesareo in base ad una serie di considerazioni fatte con lui.

Una volta in sala parto, dopo la firma del modulo del consenso dato dalla puerpera sulle modalità d'intervento, come prestabilito insieme ai sanitari, sarebbero intervenuti Francesco Abate e Saverio Eposito, rispettivamente primario e aiuto-primario, che avrebbero strappato i moduli del consenso informato già firmato e disposto invece che si procedesse diversamente, con parto naturale.
Il marito 34enne di Ivana, Nicola Mangraviti,  ha reagito a questo abuso prendendosela col primario e con lo stesso ginecologo Rosario Pino, da lui e la famiglia ritenuto corresponsabile del ritardato del parto avvenuto, tra liti e discussioni, 4 ore dopo.

Ignazio Marino, Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale, nell'annunciare alla cronaca l'invio del Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri all'ospedale Papardo, ha detto:"In un mese due liti tra medici, due vite compromesse e due madri traumatizzate e sofferenti nella stessa città. Le notizie che arrivano dall'ospedale di Messina mi lasciano allibito e scioccato, ho già avviato un'ulteriore istruttoria attraverso i carabinieri appartenenti al nucleo Nas della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale: i documenti che ne deriveranno andranno ad aggiungersi agli atti acquisiti dopo le tragiche vicende del Policlinico di Messina e di Policoro, Piove di Sacco e Reggio Emilia".

ddc

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