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In Egitto la pacifica protesta è solo un ricordo.


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Lotta al regime Mubarak La pacifica protesta del popolo egiziano contro il regime del "Faraone" Mubarak è ormai solo un ricordo .

In Egitto, tutte le previsioni più pessimiste si sono avverate. Gruppi pro e anti-Mubarak hanno trasformato l'epicentro della rivolta, piazza Tahrir in un campo di battaglia.

La situazione è precipitata in pochissimi minuti, in tarda mattinata, quando un gruppo di sostenitori del presidente ha fatto irruzione nella piazza centrale in sella a cavalli e cammelli, armati di bastoni e pietre scatenando un terribile scontro. L'esercito ha cercato di non farsi coinvolgere ma alcuni soldati hanno sparato in aria per disperdere la folla nei momenti più concitati.

La lotta è stata terribile ed è durata tutto il giorno, con l'arrivo della notte, lo scontro si è intensificato con il lancio di razzi e bombe molotov, alcune dirette anche contro l'edificio che ospita il museo egizio, già devastato nei giorni scorsi; un egittologo che era dentro l'edificio, che ospita la più grande collezione al mondo di arte faraonica, ha detto alla Reuters che le esplosioni sono avvenute nei giardini adiacenti all'edificio e non hanno causato danni, ma le sue parole non sono rassicuranti: "Al momento l'edificio è sicuro, ma non so cosa accadrà perchè i sostenitori di Mubarak sono fuori controllo". Numerosi fonti indicano i sostenitori del presidente egiziano come i responsabili dell'attacco al museo.

Un portavoce del ministero della Sanità ha confermato alla televisione di stato l'uccisione di un uomo appartenente alle forze di sicurezza e 400 feriti, ma fonti locali parlano di bilanci ben più gravi.

Il regime si è rifiutato di cedere immediatamente a una transizione, come richiesto dalla comunità internazionale, che ha anche già reagito allo scoppio delle violenze contro la popolazione.


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