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L'Europa dice basta e schiera navi contro la Libia. Gheddafi assolda mercenari, nascosto nel suo bunker


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Rivoluzione in Libia Tripoli. La Libia è ormai un paese diviso in due. Da una parte ci sono le forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi (poche, circa una decina i suoi fedelissimi) che circondano Tripoli e difendono il bunker dove si sarebbe rifugiato il leader libico, dall'altra parte ci sono i ribelli che conquistano sempre più territori.

Cittò strategiche come Zuara, Zauiya e Sabratha sono in mano ai ribelli. Gheddafi è accerchiato nella sua roccaforte di Tripoli, ormai diventata una città fantasma, sperando nell'intervento delle milizie mercenarie africane.

Oltre a contenere l'avanzata dei ribelli, il regime di Gheddafi deve far fronte alla crescente perdita di sostegno,  la dimissione dei ministri della Giustizia, dell'Emigrazione e per ultimo dell'ex compagno d'armi di Gheddafi, il generale Abdullah Yunis Ministro degli Interni.

Il regime di Gheddafi cerca di tenere alto il morale dei suoi uomini, il dittatore ha lanciato un nuovo messaggio dalla tv di stato per ordinare ai ribelli di deporre le armi, offrendo denaro a chi fornirà informazioni per la cattura dei capi della rivolta. L'uso delle armi imposto dal dittatore non ha limiti: missili cannoni sul popolo, armi automatiche che mitragliano senza pietà come in un vero  e proprio genocidio, un massacro folle. Presi di mira persino operatori sanitari, medici, autombulanze, mezzi di pronto soccorso. Dopo il rifiuto ad obbedire all'azione sui civili da parte di moltissimi soldati, e dopo che membri dell'esercito libico hanno disertato, sono entrati in azioni mercenari, squadroni della morte assoldati con ingenti compensi, pagati per uccidere. La guerra civile è al culmine mentre si scavano fosse comuni ovunque, il dittatore appare, però, alla fine del proprio regime.

Italia, Germania e Francia starebbero per intervenire, come atteso da tutto l'Occidente, per fermare la strage. L'Unione europea avrebbe dato il via ad un'imminente azione militare a scopo umanitario con unità navali già presenti al largo della Libia anche se ancora in acque internazionali. I Paesi chiamati a fermare lo sterminio: Usa, Italia, Germania.

M. D'Anna

Libia, 24 febbraio 2011. Angoscia rosso sangue.

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