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Giovanni Floris a Che tempo che fa commenta testo arrivato in Commissione di Vigilanza Rai su alternanza conduttori: "ad personas" dice...


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Giovanni Floris a Che Tempo che fa 5 marzo 2011 Qualche giorno fa è stato presentato dal relatore Alessio Butti (Pdl) in Commissione di Vigilanza Rai, il nuovo testo sull'atto di indirizzo per il pluralismo in Rai. Nel testo  il relatore ha fatto riferimento esplicito all’alternanza settimanale tra conduttori, ma anche dei format dei talk show di approfondimento. Secondo il testo sull' "atto di indirizzo" l'alternanza appare nettamente come conseguenza di un"inquadramento" dell'orientamento politico del particolare giornalista, che perciò dovrebbe alternarsi: lasciare cioé quello spazio occupato ed anche il pubblico della propria trasmissione nella fascia oraria di prima serata del palinsesto, ad un altro collega, ma a chi?  Sull'argomento Fabio Fazio ha intervistato il conduttore di Ballarò, programma di approfondimento della fascia oraria del martedì in prima serata su Raitre, Giovanni Floris, che ha detto:

" Alla Commissione di Vigilanza si chiederebbe di dare un indirizzo alla Rai, più ampio fosse meglio sarebbe quindi; invece qui si arriva a dare un indirizzo talmente preciso da dire: il martedì e giovedì facciamo alternare conduttori con formazioni culturali diverse..." Floris a questo punto pone e si pone un quesito rispetto al concetto intrinseco contenuto nel termine formazione culturale: " chi la stabilisce - dice Floris - chi dà la patente ad una persona di una od un altra formazione culturale. Io son convinto - continua il giornalista - che essa sia l'insieme di moltissime cose: la scuola, le letture, le amicizie, i parenti, la vita in famiglia, gli errori fatti o subiti...Alberto Angela parlava di quella conchiglia di cui ne esiste solo una ed una sola al mondo, ecco io ho difficoltà ad essere catalogato in una formazione culturale...e l'idea che sia un organismo politico a certificare il pensiero di una persona è sgradevole e desta sospetti" è inquietante ed allarmante dice insomma Giovanni Floris, quasi rimandandoci a scenari da 1984 di George Orwell, ovviamente rispetto ad alcuni contenuti, come il controllo delle idee, il marchiare i pensieri...

A proposito, poi, dei diversi giornalisti che dovrebbero garantire l'alternanza Floris ne cita alcuni per rendere l'idea di cosa intenda dire, della inadeguatezza cioè delle etichette rispetto a quella che invece è l'impronta vera, l'identità reale dell'individuo e l'importanza di cogliere inoltre la verità nelle sfumature: "Giuliano Ferrara - spiega Floris - ad esempio ha una formazione comunista, io liberal socialista, il ministro Bondi si è formato nel partito comunista oppure Italo Bocchino è un uomo di destra per esempio...allora non so se il problema sia di formazione culturale oppure solo la risposta alla domanda : vi piace o non vi piace Silvio Berlusconi? " " L'idea che si possa mettere un marchio sull'impostazione culturale di una persona è sempre inquietante che poi si metta ad una conduzione giornalistica diventa deprimente...(..) C'è un passaggio in cui si parla dell'artenanza durante il martedì e giovedì nettamente ad personas ...“...Fabio Fazio cita in proposito la lettera di Milena Gabanelli al Corriere della Sera: "Caro direttore, la politica sembra ossessionata dalla televisione. Alessio Butti, con il suo nuovo testo di indirizzo, intende mettere ordine nell’informazione Rai e normare i palinsesti, i giorni in cui mandare o non mandare in onda un programma, gli ospiti da invitare, i temi da trattare o non trattare. Fra i vari provvedimenti c’è quello di alternare i conduttori perché parte dal presupposto che non abbiano un pensiero indipendente e che siano quindi portatori della propaganda di partito. Se il presupposto è questo, allora occorre andare fino in fondo e non limitarsi a Santoro, Floris o alla sottoscritta, ma completare il progetto ed estenderlo a tutta l’offerta informativa Rai: dall’Annunziata a Vespa, da Paragone ai direttori del Tg1, Tg2, Tg3, delle Tribune, di Rainews, Rai International, fino ai Tg regionali, dove la rotazione andrebbe estesa anche ai caporedattori regionali. Una settimana o un mese a testa..."

Per capire meglio abbiamo voluto leggere i passi del testo che spingono in una direzione effettivamente un po' "ad personas", dice il testo : "Tenuto conto dell'attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell'informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l'opportunità di sperimentare l'apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale". Tutto ciò al fine di "aumentare l'offerta di approfondimenti giornalistici affidati a conduttori di diversa formazione culturale, mostrando particolare attenzione alla collocazione oraria e di rete dei nuovi format..." dice ancora il documento che il Presidente Sergio Zavoli ha definito ancora nella fase della "irricevibilità", fatto per cui il nostro Parlamento avrà ancora da lavorarci...e ad occuparsi d'altro? Chissà, forse poi ci si penserà.

Ddc

La lettera di Milena Gabanelli

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L'intervento di Giovanni Floris a Che tempo che fa



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