Conflitto Caso Ruby. La Camera ha votato con 314 sì e 302 no.
Martedì 05 Aprile 2011 15:34
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Roma. Montecitorio. Oggi mancava solo lui, l'imputato. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non era presente in Aula per impegni in Tunisia, al suo posto a sedere c'era invece la ministra del Turismo Michela Vittoria Brambilla. Finalmente, però, l'Aula della Camera era al completo: i banchi tutti pieni di deputati pronti al voto, elettronico. E la Camera ha votato, ha detto sì al conflitto di attribuzionie sul caso Ruby approvando quindi la richiesta avanzata dal capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto, dal leghista Marzo Reguzzoni e Luciano Sardelli capogruppo di Iniziativa Responsabile il cui deputato Silvano Moffa ha dichiarato il suo voto così:“ Non posso non rilevare come l'opposizione nelle sue varie sfaccetature non riesca a liberarsi da un antiberlusconismo di maniera agitando un gretto moralismo" e citando Turati ha aggiunto : “ Diceva Turati nel 1907 la ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità “
Brevi un po' tutte le dichiarazioni di voto con cui la maggioranza ha sostenuto che il reato contestato al Premier nell'inchiesta Ruby è un reato di competenza del Tribunale dei ministri e non di Milano.
L'opposizione, per parte sua, ha votato con 302 no contro la sollevazione del conflitto, compatta tranne Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Aurelio Misiti, quest'ultimo passato alla maggioranza nelle file di Iniziativa Responsabile e, Berlusconi promette, il numero dei suoi "continuerà ad aumenatare " fino ad arrivare a 330.
Antonio Di Pietro, esprimendosi contro il sì al conflitto di attribuzione, oggi in Parlamento ha detto: “ Il Parlamento in questo momento si rinnega la propria dignità, il proprio ruolo, la propria funzione e solo per la poltrona...Nessuno, infatti, - dice Antonio Di Pietro – può credere che qui ci sia una sola persona in grado di sostenere che la signora Ruby - ruba cuori fosse la nipote di Mubarak "... Di Pietro ancora una volta ha poi invitato a mandare a casa questo governo per scongiurare il rischio (ottimistico) di una vera e propria rivolta sociale.
E proprio oggi il Presidente dell'ANM, Luca Palamara ha dichiarato di ritenere fortemente alterata l'indipendenza della magistratura specialmente “ nell'eventualità dell'approvazione del ddl della riforma costituzionale “ “ Il clima di manifestazioni di Piazza in prossimità dei tribunali - dice Palamara – mina la serenità dei giudici chiamati a decidere su importanti controversie “ ... Con ciò paventando un clima minaccioso ed incongruo per un Paese moderno e civile. Mentre Giorgio Napolitano ha scritto il suo “convincimento che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto”
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