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30 aprile 2011 a Roma girano soldi falsi. Occhio alle truffe.


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distinguere banconota vera da falsa Roma , 30 aprile ore 12.20 - Via casilina. Una donna sulla settantina sta per pagare la spesa alla cassa di un noto supermercato del quartiere quando la cassiera nota la banconota da venti euro, con alcune stranezze. Passa il pezzo da venti nell'apposito apparecchio di cui, in quanto addetta ai lavori è fornita: i venti euro sono falsi.  L'anziana donna allora si rende conto di essere stata truffata “ probabilmente ieri, ora che ricordo, credo al mercato...dalle parti del centro, vicino a Villa Ilma” dice l'anziana signora e le ritornano indietro quei soldi con cui non può certo, però, pagare. Le domande che sorgono per un umile consumatore a questo punto sono due: 1) perchè nessuno ritira quei soldi al momento in cui vengono scoperti ?

2) Come si fa a capire, prima di impossessarsene, che si sta per essere truffati con una banconota falsa?

Insomma, come avrebbe potuto fare questa signora, molto evidentemente in buona fede, a riconoscere al momento del cambio di un taglio da cinquanta euro, con due da venti e alcuni spiccioli? In proposito, il Ministero dell’Economia fornisce alcune istruzioni da non dimenticare.

Per quanto riguarda le banconote, che sono uguali in tutta Europa, in quanto emesse dalla Banca centrale europea, per riconoscere quelle vere bisogna guardare soprattutto alcuni dettagli. Noi indichiamo intanto quelli di più semplice ed elementare verifica per un utente medio, come la massaia, il giovane o l' anziano: in tutte le banconote, dai 5 euro , ai 500 è riportato in alto a sinistra il valore frammentato, ossia graficamente spezzato. Osservandolo controluce o girando la banconota che sia da 10 da 20 fino a 500 euro, il punto corrispondente dietro, deve combaciare con quello davanti, formando così il valore, il numero 10 per esempio, per intero.

Filo di sicurezza. Si vede, poi, un filo in trasparenza che attraversa verticalmente la banconota su si osserva la scritta “euro”.

Il problema, però, sorge se ci accorgiamo di avere ormai già “intascato” dei soldi falsi, non volendolo di certo.

La Gazzetta Ufficiale della Repubblica del 15 settembre 2010, indicò i soggetti autorizzati a ritirare gli euro falsi e cioè banche, Poste, esattorie e quant' altri. Questi poi dovranno trasmettere gli euro falsi alle filiali della Banca d’Italia.

Ma la domanda è: alla signora, se denunciasse, chi la rimborserebbe? Gli euro falsi, infatti, non vengono rimborsati al cittadino che ne sia venuto casualmente o involontariamente in possesso.

Non solo, ma il consumatore, al quale venisse ritirata una o più banconote false magari prelevate da un Bancomat o come nel caso della signora al mercato, corre anche il rischio di beccarsi una multa. L’articolo 457 del codice penale punisce con la reclusione fino a 6 mesi o con una multa di circa mille euro “chiunque spenda o metta altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate” .

L'anziana donna, già beffata e truffata una volta dunque, avrebbe anche corso il rischio di essere denunciata, e di certo non sarebbe stata rimborsata. Non ci resta allora che fare molta attenzione e fermarci a controllare, tenendo a bada la distrazione, al momento di ricevere il resto di soldi con cui si paga al mercato, al supermercato e laddove ci sia smistamento di denaro in generale, senza pensare: "Tanto qui, a me, non può succede mica". Attenzione anche va fatta in giornate di massicci flussi di turisti e pellegrini in zone come Piazza San Pietro, in occasione della beatificazione del nostro amato Papa Karol Wojtyla o del concerto, sempre domenica 1° maggio, in piazza San Giovanni.

Occhio ai truffatori dunque, che approfittano sempre e solo della stessa cosa: la nostra ingenuità.

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