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Libia, il Consiglio nazionale di transizione vuole la testa di Gheddafi


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La difficile situazione in Libia Tripoli - Il nuovo governo libico ha cominciato a gestire il difficile compito di costruire un paese devastato da negligenza, arbitrarietà e quattro decenni di saccheggi ufficiali delle enormi risorse petrolifere.

La situazione in Libia è drammatica, le installazioni petrolifere che rappresentano quasi la totalità delle entrate del paese sono danneggiate e richiederanno più di un anno per funzionare correttamente; gran parte della popolazione è armata, le istituzioni non sono ancora in vigore e soprattutto parte della famiglia Gheddafi è fuggita in Algeria. 

L'obiettivo principale dei ribelli è la cattura dell'ex tiranno Muammar Gheddafi; il Consiglio nazionale di transizione rivendica "il diritto di uccidere" il Rais.

L'accoglienza riservata ai parenti di Gheddafi in Algeria è stata vista come una vera aggressione alla Libia, ma l'ambasciatore algerino alle Nazioni Unite, ha definito l'episodio come una questione di "sacra ospitalità" che regna nel deserto, il presidente Abdelaziz Bouteflika ha assicurato: "Se Gheddafi cerca di entrare in Algeria ... sarà arrestato e consegnato alla Corte penale internazionale in base ad accordi internazionali."

Nel frattempo le Nazioni Unite si preparano a decidere le future strategie in Libia dopo la fine del conflitto nel Paese del Nord Africa. Qualche giorno fa, Ban Ki-moon aveva assicurato che avrebbe chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di prendere in considerazione una missione di pace in Libia per aiutare le autorità a garantire una transizione agevole, ma è apparso subito chiaro che i libici vogliono evitare un dispiegamento militare ONU o di qualsiasi altra organizzazione".

L'inviato speciale dell'Onu per la ricostruzione della Libia, Ian Martin, dopo una riunione del Consiglio di Sicurezza ha dichiarato: "Non ci aspettiamo che siano richiesti osservatori militari E' assolutamente chiaro che i libici vogliono evitare ogni tipo di stanziamento militare dell'Onu o di altre forze".

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