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Ingroia e Maroni contro disegno di legge antipentiti.


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Ingroia e Maroni Il sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia, intervistato da Radiotre al programma "Tutta la citta' ne parla", ha risposto ad una domanda riguardante il disegno di legge "antipentiti" firmato dal senatore Giuseppe Valentino (vice di Ghedini).
"Questo disegno di legge rischia di essere un colpo di grazia definitivo a tutto l'impianto della validita' probatoria delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su cui si e' fondato il maxiprocesso di Falcone e Borsellino e cosi' via".
"Se questo disegno di legge fosse gia' stato in vigore, l'85% delle condanne del maxiprocesso non ci sarebbero state, lo stesso vale per il 60-70% delle condanne all'ergastolo anche per le stragi di Capaci e via D'Amelio, che si fondano tra l'altro sul cosiddetto incrocio delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Insomma, si rischia di introdurre una breccia all'interno della legislazione antimafia che potrebbe travolgere anni e anni di lavoro".
Sullo stesso argomento si è espresso in altra sede anche il ministro dell'interno Roberto Maroni «Ovviamente è una norma che io non condivido come ho già detto: quindi se non la condivido io e non la condivide il ministro della giustizia, non credo proprio che uscirà dalla commissione».


Il sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia, intervistato da

Radiotre al programma "Tutta la citta' ne parla", ha risposto ad una

domanda riguardante il disegno di legge "antipentiti" firmato dal

senatore Giuseppe Valentino (relatore del processo breve e vice di

Ghedini).

"Questo disegno di legge rischia di essere un colpo di grazia definitivo

a tutto l'impianto della validita' probatoria delle dichiarazioni dei

collaboratori di giustizia su cui si e' fondato il maxiprocesso di

Falcone e Borsellino e cosi' via".

"Se questo disegno di legge fosse gia' stato in vigore, l'85% delle

condanne del maxiprocesso non ci sarebbero state, lo stesso vale per il

60-70% delle condanne all'ergastolo anche per le stragi di Capaci e via

D'Amelio, che si fondano tra l'altro sul cosiddetto incrocio delle

dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Insomma, si rischia di

introdurre una breccia all'interno della legislazione antimafia che

potrebbe travolgere anni e anni di lavoro".

Sullo stesso argomento si è espresso in altra sede anche il ministro

dell'interno Roberto Maroni «Ovviamente è una norma che io non condivido

come ho già detto: quindi se non la condivido io e non la condivide il

ministro della giustizia, non credo proprio che uscirà dalla

commissione».
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