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LIBIA: Amnesty International chiede di fermare rappresaglie e arresti arbitrari


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Libia, Amnesty International denuncia violazioni da ambo le parti Un voluminoso rapporto redatto da Amnesty International e pubblicato oggi dimostra come le forze di entrambe le parti nel conflitto in Libia hanno commesso crimini di guerra ed esposto il paese a un possibile ciclo di violenza, sangue e rappresaglie.

Il rapporto, di 107 pagine, intitolato "La battaglia per la Libia: uccisioni, sparizioni e torture", denuncia che durante il conflitto le forze pro-Gheddafi hanno commesso crimini di diritto internazionale su vasta scala, ma accusa anche le forze leali al Cnt di violazioni dei diritti umani che in alcuni casi si configurano come crimini di guerra.

Amnesty International quindi non limita il suo rapporto alle violazioni dei diritti umani commesse dagli uomini del colonnello Muammar Gheddafi, condanna altresì le forze militari di opposizione e avverte che il crollo del capo libico dopo 42 anni al potere è degenerato in un "vuoto istituzionale e di sicurezza" in grado di far precipitare il paese in una catena uccisioni per vendetta e di torture. Pertanto, AI si affretta a chiedere alle autorità del Consiglio nazionale di transizione (CNT) di mettere in primo piano nel nuovo governo i crimini e le violazioni dei diritti umani.

"Le nuove autorità devono girare completamente pagina rispetto alle violazioni degli ultimi quattro decenni e introdurre nuovi standard per porre i diritti umani al centro della loro agenda" - ha dichiarato Claudio Cordone, senior director di Amnesty International. "Ora spetta al Cnt comportarsi differentemente, porre fine alle violazioni e avviare riforme sui diritti umani,  urgentemente necessarie. Una grande priorità dovrà essere valutare le condizioni del settore giudiziario e iniziare le riforme, assicurare processi equi e garantire alle vittime accesso alla giustizia e alle riparazioni".


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