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Mafia: processi a rischio per sentenza Cassazione. Decreto risolve.


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Angelino Alfano e Antonio Ingroia Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rassicura i magistrati dopo l'allarme scattato per una sentenza della Cassazione che prevede,  che le condanne per il reato di associazione mafiosa, in presenza di tre aggravanti, possano arrivare a 25-30 anni, quindi di competenza della corte d'Assise.
Antonio Ingroia procuratore aggiunto di Palermo tuona: "Una catastrofe, dai potenziali effetti devastanti. E per rimediare occorrerà un immediato intervento del legislatore". "Non ne conosciamo ancora la motivazione ma il dispositivo è già abbastanza chiaro. Noi abbiamo studiato le posizioni del Tribunale e della Corte d'assise di Catania, che si erano entrambi dichiarati incompetenti, e propendiamo per la tesi che confermerebbe la competenza a giudicare in capo ai Tribunali"; "Se dovesse prevalere la tesi della competenza delle Corti d'assise sarebbe una vera e propria catastrofe, perché la questione si potrebbe porre in ogni stato e grado del procedimento. Con effetti che vanno dal regresso del processo in primo grado alla cancellazione di sentenze nei dibattimenti quasi conclusi. E qui si tratta dei capi dell'associazione mafiosa. Altro che processo breve. Sarebbe molto peggio, e gli effetti si ripercuoterebbero nelle vicende di mafia".
Questo "errore" mette a rischio alcuni processi a boss e gregari di Cosa Nostra per effetto di una norma del "pacchetto sicurezza": l'inasprimento delle pene per i mafiosi rischia, paradossalmente, di far saltare decine e decine di dibattimenti.

 7 febbraio - Il Guardasigilli, ospite di Lucia Annunziata nel programma Rai "In Mezz'ora" ha annunciato che entro mercoledì mattina il Consiglio dei ministri approverà un decreto contro la sentenza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato l'incompetenza dei tribunali a giudicare il reato di associazione mafiosa, in presenza di alcune aggravanti.

10 FEBBRAIO - Angelino Alfano: "Il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il decreto che eviterà l'azzeramento di tantissimi processi nel nostro Paese e la scarcerazione temuta di tantissimi detenuti di alto lignaggio criminale e di grande curriculum criminale", "Abbiamo posto una toppa al buco che si era creato".

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