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I Droni colpiti da un virus informatico. Panico al Pentagono


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Droni colpiti da virus informatico Due settimane fa, gli esperti del Pentagono hanno scoperto un virus informatico infiltrato nei sofisticati server di una base dell'US Air Force dove vengono guidati e programmati i droni che trasportano missili in missione nei territori del Pakistan, Afghanistan, Yemen, Libia e Iraq

Un drone è un robot che può essere comandato a distanza ma che in talune circostanze può avere anche limitate capacità decisionali. Queste sofisticate armi vengono utilizzate con scopi prettamente bellici di pattugliamento ed incursione aerea a corto, medio e lungo raggio. I droni possono essere pilotati a distanza o programmati per l'esecuzione di missioni di tipo semplice.

Ci sono due modelli utilizzati dal Pentagono e la CIA: il Reaper e il Predator. Il Pakistan è l'obiettivo principale di attacco di questi velivoli senza pilota. In totale, 30 unità hanno lanciato missili in quel paese più di 230 volte e hanno ucciso 2000 ribelli e civili, tra cui nel mese di agosto, il nuovo numero due di Al Qaeda, il libico Abdel Rahman Atiyah . Altri 150 sono i droni usati in Afghanistan e Iraq.

Ad oggi il Pentagono non è stato ancora in grado di sradicare il virus e nemmeno a risalire agli artefici di questo incredibile attacco informatico; si tratta di un programma conosciuto in inglese come keylogger, il suo scopo è quello di registrare i movimenti degli utenti con accesso alle reti.

Il virus è in grado ad esempio di trasmettere ai suoi creatori le registrazioni dei video e delle foto realizzate dagli aerei durante le missioni top-secret, questo materiale, inspiegabilmente, non è codificato e può essere facilmente intercettato; la vera paura è però quella di perdere il controllo di uno o più di questi robot che potrebbero ad esempio essere utilizzati per colpire le forze alleate.

Nel 2009, il Pentagono ha scoperto in un raid in Iraq alcuni computer con ore di registrazioni di quei video che gli insorti avevano rubato.

« Le macchine emersero dalle ceneri dell'incendio nucleare. La loro guerra per sterminare il genere umano aveva infuriato per anni e anni. Ma la battaglia finale non si sarebbe combattuta nel futuro: sarebbe stata combattuta qui, nel nostro presente... Oggi. »

frase di apertura del film “Terminator”

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