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La Russia si oppone alla risoluzione del Consiglio di sicurezza contro la Siria. Usa: così complici di Assad


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La Russia si oppone alla risoluzione del Consiglio di sicurezza contro la Siria. Usa: così complici di Assad Ieri, la maggioranza dei membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato a favore delle dimissioni del presidente siriano Bashar Assad per mettere fine a dieci mesi di violenta repressione nel paese; le stime parlano di almeno 5.400 persone uccise.
"Dobbiamo prendere posizione. O noi a fianco del popolo siriano o diventiamo complici della violenta repressione nel paese", queste le parole del diplomatico statunitense,Hillary Clinton, agli altri membri del Consiglio sicurezza: "Gli Stati Uniti hanno chiesto al governo siriano, tramite il Consiglio di Sicurezza di fermare immediatamente tutti gli attacchi contro i civili e garantire la libertà dei cittadini che protestano pacificamente"..."L'altra opzione, respingere la proposta della Lega araba, e abbandonare il popolo siriano rafforzando il dittatore,  significherebbe il fallimento dei nostri compiti".
Anche il primo ministro britannico David Cameron ha esortato gli altri membri del Consiglio ad "essere all'altezza delle loro responsabilità"  senza proteggere il dittarore Asad. ; il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, in visita al Cairo, in Egitto ha detto che in Siria la situazione è diventata "inaccettabile" e che "il Consiglio di Sicurezza deve agire".
I paesi americani ed europei, con l'appoggio della Lega araba, cercano in questo modo di superare la riluttanza della Russia, l'ultimo alleato del governo siriano al Consiglio di Sicurezza .
La risoluzione sottolinea la "profonda preoccupazione per il continuo trasferimento di armi alla Siria, che genera violenza" e invita gli Stati membri ad "adottare le misure necessarie per prevenire il contrabbando di armi". E 'un avvertimento alla Russia, che mantiene una postazione militare nel porto siriano di Tartus, e che ha recentemente approvato una vendita di 26 avanzati velivoli da addestramento Yak-130 da 420 milioni di euro.
La risoluzione non prevede un intervento militare della NATO contro il governo della Siria, come nel caso della Libia, ma una transizione graduale verso una democrazia pluralistica attraverso la formazione di un "governo di unità nazionale".

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