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Dopo il veto di Cina e Russia l'esercito di Bashar Assad massacra cittadini a Homs


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I massacri di Assad in Siria L'esercito del presidente siriano Bashar Assad questa mattina ha pesantemente bombardato la città di Homs, uccidendo almeno 50 persone. Gli attacchi sono iniziati alle prime ore del mattino, i ribelli hanno risposto con il fuoco di armi leggere, assolutamente inutili contro il dispiegamento di forze del regime. 

Venerdì sera, Homs è stata teatro di un massacro perpetrato dalle forze fedeli al presidente Assad, che ha lasciato sul campo centinaia di morti, fonti dell'opposizione, lo descrivono come il peggior massacro dall'inizio della rivolta. 

Il veto di Cina e Russia alla risoluzione Onu chiesta per fermare il massacro in Siria, ha provocato una cascata di reazioni pesanti, tra indignazione e frustrazione. L'opposizione siriana ha definito il veto come "licenza di uccidere". Numerosi rappresentanti di paesi musulmani hanno espresso delusione per l'episodio e la Lega Araba ha annunciato che avrebbe continuato a lavorare per trovare nuove soluzioni, ma la risposta del tiranno Assad non si è fatta attendere come dimostra la carneficina di questa mattina.

I media ufficiali cinesi hanno pubblicato oggi articoli di supporto alla decisione di Pechino, sostenendo che gli interventi occidentali in Libia, Afghanistan e Iraq hanno dimostrato quali sono le conseguenze del cambio di regime forzato.

Sergey Lavrov, ministro egli Esteri russo, dal canto suo, ha spiegato che il veto del suo Paese è stato indispensabile in quanto, la risoluzione intende "prendere posizione in una guerra civile" e "predeterminare il risultato della transizione politica".

Nel frattempo in Siria vengono uccisi ogni giorno uomini, donne e tantissimi bambini; le Nazioni Unite, stimano in 5000 il numero di morti da quando è iniziata la rivolta contro il regime a marzo, ma fonti dell'opposizione parlano di numeri ben più alti, forse oltre 7000.

Sarebbero oltre 400 i bambini uccisi in Siria dall'inizio della rivolta contro il regime.
Il vice direttore esecutivo dell'Unicef, Ginevra Rima Salah, ha affermato,  che si hanno informazioni «su 384 bambini uccisi al 7 gennaio, la maggioranza dei quali sono ragazzi e circa altrettanti sono stati detenuti. Alcuni hanno anche meno di 14 anni».

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