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Gli amici della Siria vogliono ultimatum per Assad. Domenica 41 morti nel paese.


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Gli amici della Siria vogliono ultimatum per Assad. Domenica 41 morti nel paese. Istanbul - Gli Amici della Siria si sono incontrati Domenica in Turchia. Dalla riunione ci si aspettavano poche novità, i soliti infruttuosi colloqui, invece sono scaturite interessanti sorprese, a cominciare dal riconoscimento del Consiglio nazionale siriano (CNS), l'autorità politica in esilio nata in seguito alle sommosse popolari in Siria del 2011 contro il governo di Bashar al-Assad, organizzazione che ha la sua sede proprio a Istanbul e che racchiude al suo interno molti dissidenti.

Un secondo risultato ottenuto dagli ottanta paesi riuniti è l'intenzione di indicare un ultimatum entro il quale il regime del presidente Bashar Al Assad deve adeguarsi ai sei punti del piano di pace elaborati dal mediatore internazionale Kofi Annan; l'ultimatum non è una formula per risparmiare tempo. "Questo è l'errore che abbiamo fatto in Bosnia 20 anni fa, dove abbiamo perso 250.000 persone", ha detto il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu.

"Non c'è tempo per scuse e ritardi, questo è il momento della verità", ha detto il segretario di Stato Hillary Clinton durante la conferenza stampa.

Trascorso tale termine ancora da definire, saranno valutate ulteriori iniziative, compreso il ritorno della questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Annan, che non ha potuto partecipare alla riunione di Istanbul, comparirà oggi davanti al Consiglio di Sicurezza per discutere la sua missione in Siria.

Durante le sei ore di conclave, gli attacchi sono però continuati in tutta la Siria. L'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo ha stimato in 41 il numero di morti solo nella giornata di domenica 1 aprile 2012.

In attesa che lo spargimento di sangue finisca, il leader turco parlando ai rappresentanti di tutti i paesi ha confermato il diritto del popolo siriano alla difesa: "Nessuno può rifiutarsi di riconoscere il diritto alla legittima difesa del popolo siriano, se il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non si assume alcuna responsabilità di agire". Un diritto che gli amici della Siria sosterranno attraverso "misure appropriate per la protezione del popolo siriano". Una formula vaga che potrebbe essere interpretata come una licenza per finanziare o fornire armi ai dissidenti.

"Questa è l'ultima occasione", ha detto Mouayad Chozlas, portavoce del CNS, "Se agiamo con decisione ora il popolo siriano n la fion perderà fiducia nella comunità internazionale. La Siria è una bomba ad orologeria sul punto di esplodere.

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