Le imprese edili riunite nel D-Day promettono class action contro lo Stato debitore.
Martedì 15 Maggio 2012 11:01
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“Che si debba fallire perché lo Stato non paga è scandaloso in uno Stato di diritto” il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, Paolo Buzzetti, è categorico e arrabbiato: “Siamo tra i settori più esposti ai mancati pagamenti della pubblica amministrazione e anche al credit crunch ma paghiamo anche i tagli alla spesa per investimenti pubblici e la mazzata dell'Imu sul mercato immobiliare. Il 23% delle imprese fallite negli ultimi tre anni appartengono al nostro mondo e la causa è quasi sempre la stessa, la mancanza di liquidità”.
Le associazioni imprenditoriali dei costruttori, Ance in testa, passeranno presto alle vie legali: «Stiamo valutando l'ipotesi di una class action complessiva, ora siamo davvero stanchi». Negli ultimi tre anni in Italia hanno dichiarato fallimento ben 7.552 imprese edili, troppo spesso proprio a causa dei mancati pagamenti da parte dello Stato.
Le più importanti Associazioni edili sono oggi riunite in quello che hanno definito il D-Day, il giorno dei decreti ingiuntivi, nel corso della manifestazione si è parlato del primo miliardo di euro che le imprese pretenderanno con ogni mezzo dalle amministrazioni pubbliche debitrici.
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