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Pietro Antonio Colazzo non era un agente dei servizi segreti.


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Kabul. Stamattina un kamikaze si e' fatto esplodere all’entrata di un noto centro commerciale della città. L'attentato rivendicato poi tramite telefonata anonima dai talebani e' costato una trentina di feriti e 18 morti tra cui lui, il nostro connazionale, Pietro Antonio Colazzo. Il diplomatico era "un consigliere accreditato dalla nostra presidenza del Consiglio presso l’ambasciata italiana a Kabul e non un agente dei servzi segreti" questa la dichiarazione del portavoce del Ministro degli Esteri Frattini. Il funzionario, dai primi riscontri pare stesse parlando al telefono con le autorità afghane a proposito di altri attentati kamikaze, nella zona degli hotel frequentati da stranieri.
Il Premier Berlusconi nell'esprimere il proprio cordoglio ad i familiari del diplomatico ribadisce il motivo per cui ritiene importante la presenza degli italiani in Afghanistan: "L’Italia è impegnata in Afghanistan proprio per proteggere la popolazione civile dalla follia della violenza e dell’intolleranza, alla quale sentiamo il dovere di opporci. Mi unisco, insieme a tutti gli italiani, al dolore dei familiari e degli amici del nostro caduto» ha dichiarato. Per dovere di cronaca corre l'obbligo di riferiire altresi' che ci sono anche italiani e politici che non la pensano esattamente cosi'.

 DDC

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