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SCOPERTO IN ALABAMA: " LO SPINERVELLO "


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Quando  cervello fa rima con spinello
. 20 anni fa due giovani neolaureati di una nota Universita' dello Stato dell'Alabama ( USA ), condussero degli studi su differenti cervelli di macachi, il tipo di scimmia piu' simile all'uomo. Contemporaneamente cominciarono a monitorare due ragazzi, loro coetani, che vollero "sfidarli" partecipando alla ricerca come "cavie".  Il snc ed il cervello dei due macachi erano all'epoca uguali e perfettamente sani.  Ad uno dei due ( la cui eta' corrispondeva a quella di un ragazzo 15enne ) fu somministratta con una frequenza pari a quella del giovane uomo che ne faceva uso abituale,  marijuana  o cannabis, (spinelli insomma). Lo scimmia si mostro'tra l'altro molto felice di questo esperimento. L'altro invece, fu usato come "controllo", cioe' per lui niente canne. I due scienziati, contrari per di piu' a qualunque tipo di stimolo alla sofferenza nei loro "collaboratori non umani", erano ben consapevoli a quel punto che qualunque risultato non sarebbe emerso nell'immediato. Pazientarono. A distanza di 5 anni cominciarono a notare nelle aree dell'encefalo adibite al controllo dell' emotivita' e della memoria( ippocampo ) una diminuzione dell'efficienza funzionale dei neuroni ed alterazioni biochimiche nel cervello dell'animale che avevano fatto" fumare". Dieci anni dopo intanto, il sistema nervoso centrale dell'animale  che usava stupefacenti mostrava sintomi psicotici, ed attacchi di panico molto simili a quelli del coetaneo dei due ricercatori, ancora  convinto pero' di voler continuare. Oltre 20 anni dopo, sugli stessi cervelli  emerse la piu' importante scoperta: la substantia nigra di quello sottoposto al "trattamento" con marijuana  si era notevolmente ridotta, e l'animale mostrava i primi segni di Parkinson. Oggi purtroppo, il povero scimpanze'e' affetto da demenza senile conclamata. L'altro e' perfettamente lucido e si relaziona con grande socievolezza con l'ambiente che lo circonda. Il signore volontario, ormai non piu' giovane, che si mostro' convinto e fiero dell'uso dell sue "canne", dopo anni di atteggiamenti psicotici, e' oggi in cura per schizofrenia presso il centro psichiatrico ETROM , dove si indaga su tutte le probabili cause del suo male ed e' trattato farmacologicamente. Il termine" spinervello " e' stato coniato ieri pomeriggio da una laureanda italiana, collaboratrice dei due ricercatori statinitensi, all''Universita' Statale di Milano. Spinervello sarebbe dunque questa nuova forma patologica di cervello "diversamente evoluta" a causa delle sostante stupefacenti contenute appunto in questi spinelli,  che lo rendono "altro" da quanto era  invece "programmato" dalla natura.
A rischio dunque non sarebbero tanto coloro che ne hanno fatto uso sporadico( una  o due volte al massimo nell'arco della vita), piuttosto quei poveri giovani, poi uomini o donne, che ne hanno fatto un uso quasi abituale e costante nei mesi e negli anni, con seri rischi di degenerazione neuronale. L’esposizione cronica a queste droghe "leggere" dunque accellererebbe tra l'atro la perdita di neuroni dell’ippocampo, cosa che invece avverrebbe molto piu' avanti nel tempo  con il normale e fisiologico invecchiamento, anche ad 80, 90 anni. Un 50enne in poche parole si ritroverebbe cosi' il cervello di un uomo molto anziano.

Spesso vengono citate, in buona fede di sicuro, le piu' antiche popolazioni della terra in relazione all'uso delle stesse droghe sopracitate piu' o meno leggere. Bisognerebbe pero',  riflettere anche sulla durata e la qualita' della vita dei nostri avi, e non solo. Gia'anticamente si faceva uso di di cannabis, e' vero, ma si viveva anche un quarto del tempo rispetto ad oggi, ...si praticava il cannibalismo e si accendeva il fuoco con le pietre. Noi siamo nel...2010 pare, cosi' dicono.

ddc

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