Salerno. Continua il processo al sindaco Vincenzo De Luca per peculato, ma le dimissioni tardano
Giovedì 15 Novembre 2012 11:14
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Il sindaco viene eletto dai cittadini, i dirigenti, a volte, dal sindaco.
Tribunale di Salerno - Aula F della seconda sezione penale - E' in questa stanza, deserta e priva di qualunque forma e mezzo che informi la cittadinanza, che oggi continua il processo penale a carico del sindaco Vincenzo De Luca, dell'ingegner Domenico Barletta e del dottor Alberto Di Lorenzo, tutti coimputati per lo stesso reato: peculato. Alle 13.30 accusa e difesa entrano in aula. Sulle prime non si mette bene per i tre imputati. La presidente della II sezione penale respinge, infatti, la richiesta dei difensori, gli avvocati Paolo Carbone, Arnaldo Franco e Francesco D'Ambrosio: non ammessa, quindi, la testimonianza dell'avvocato Fulvio Buonavitacola, perché il deputato del Pd è uomo di fiducia del sindaco De Luca, come evidenziato e richiesto dal pubblico ministero nell'udienza del 18 giugno.
La sostanza del capo d'imputazione ascritto al potente politico campano, secondo l'articolo 314 del codice penale, sta tutta in un esposto fatto arrivare alla Procura della Repubblica nel 2009, in forma anonima. L'esposto evidenziava come il dottor Alberto Di Lorenzo fosse stato nominato direttore operativo (project manager) del progetto di costruzione dell'impianto di smaltimento rifiuti della città campana, esclusivamente per un favore personale. Per quella nomina fu di fatto revocato l'incarico all' ingegnere responsabile L. Criscuolo.
Lo scorso 18 giugno, inoltre, la Pubblica Accusa rappresentata dal sostituto procuratore Robero Penna chiamò a testimoniare proprio l'ingegnere vittima dell' arbitaria, o presunta tale, rimozione dallo stesso incarico. Nell''udienza odierna il giudice ha dunque deciso di accogliere la testimonianza di Criscuolo, ex direttore del Settore Opere e Lavori Pubblici del Comune di Salerno. Stando alla specifica accusa di peculato l'incarico elargito a Di Lorenzo, risalente al febbraio 2008, fece incassare al project manager, tramite l'ausilio dell'ingegner Barletta, 15.000 euro netti di quei 180.000 stanziati per l' avvio dei lavori. L' ammissione di Lorenzo Criscuolo sul banco dei testimoni a questo punto non getta né buona, né nuova luce sul consumato metodo del sindaco salernitano che ordinò la nomina del suo umomo di fiducia a responsabile unico del procedimento di realizzazione dell' impianto di Cupa Siglia.
Non si mette bene insomma per questo politico plurimandatario che, oggi, sta molto seriamente pensando di dimettersi per andare altrove. Dove? Incredibile, ma possibile, come in un bipartisan film già visto: il rifugio dell'indagato, o meglio imputato, potrebbe ancora una volta verificarsi tra Parlamento e Governo. Dovere di cronaca.
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