Afghanistan, Cristina Buonacucina é la più grave, mentre le salme di Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio rientrano mercoledì
Lunedì 17 Maggio 2010 13:32
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Afghanistan nordorientale. Herat. Erano quasi le 6 del mattino in Italia, le 9 nella zona vicino ad Herat controllata dai militari italiani Isaf, quando l'ordigno esploso al passaggio del blindato con dentro i quattro militari italiani, ha ucciso i due giovani soldati italiani (33 e 25 anni), morti sul colpo. Il sergente 33enne Massimiliano Ramadù viveva a Cisterna di Latina con la moglie sposata soltanto l'anno scorso. Luigi Pascazio pugliese viveva a Bitetto (Bari) con i genitori ed era in missione solo da un mese. I due superstiti Gianfranco Scirè, 28 anni, di Casteldaccia (Palermo) e Cristina Buonacucina di Foligno (Perugia) sono stati prelevati e soccorsi subito da un elicottero dell'Isaf. Ora la soldatessa Cristina Buonacucina é quella che verte nelle condizioni peggiori, sebbene non corra pericolo di vita. Cristina era la Caporale con mansione di radiofonista del blindato e nell'esplosione ha riportato fratture multiple alle gambe, la frattura della clavicola, lo schiacciamento di una vertebra e la frattura all'articolazione tibiotarsica destra. Era in servizio da un anno e mezzo, ma alla prima missione in Afghanistan. Assunta Di Vito
Doveredicronaca
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