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Come difendersi dalla violenza psicologica.


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violenza psicologica Esiste un tipo di violenza che non è visibile sulla superficie corporea, a livello cutaneo cioè, ma è altrettanto devastante al punto che può uccidere quanto l'eliminazione fisica diretta. E' un tipo di violenza che viene perpetrata a mo' di stillicidio, spazzando via l'esistenza ( o provandoci ) ed in genere le vittime sono donne.

Il soggetto violento potrebbe incominciare dapprima utilizzando modalità comunicative atte ad isolare la sua vittima, spesso screditandola, fino quindi ad umiliarla con grave danno sotto molteplici aspetti, non ultimo quello inerente alle proiezioni sociali.

Lo scopo è quello di manipolarla, confonderla. Ciò avviene di solito con l'interruzione e l'impedimento di informazioni reali e la velenosa somministrazione di notizie fittizie, il che serve a ridurre la vittima in uno stato di impotenza.
Questi soggetti tentano di indurre anche, più o meno maldestramente, la donna a credersi "pazza", tentando sempre più prepotentemente di isolarla, affinchè comunichi il meno possibile le aberrazioni subite.

Questo tipo di soggetto violento, in genere per patologia psichica mai curata, arriva ad usare pretesti, fatti totalmente inesistenti, per colpevolizzare la sua vittima in privato e in pubblico, provando a farle quella che si definisce "terra bruciata". Cerca però, vilmente, di non essere solo nel suo operato, e per far questo, reperisce qualche personaggio a lui simile e con cui far branco.
Il bullo adulto agisce dunque rifiutandola e rifiutando qualunque tipo di dialogo realistico circa le menzogne che prepotentemente pretende lei creda. Se ciò non avviene, se la vittima mantiene tenacemente la propria lucidità, il soggetto passa a toni  sarcastici, deride, disprezza, mortifica, squalifica e, ancora una volta, isola. La vittima indebolita comincia a sentirsi confusa, non mette più del tutto in dubbio quello che vede e sente. Ma se lo fa subisce l'ultima fase, quella intimidatoria e delle ritorsioni.

Se caratterialmente determinata, la donna potrebbe però continuare a difendersi cercando di convincere il delinquente, che non sa ancora di dover considerare tale, che ciò che lui le fa non è giusto, che ciò che, in modo molesto, afferma è falso. Tenta di far chiarezza ancorandosi alla razionalità. Cerca tenacemente, e spesso trova, tutte le prove della realtà dei fatti, distruggendosi con inevitabile stress e logorìo della propria salute, mentre indispettisce ancor di più il suo carnefice.

La violenza psicologica erode e calpesta la dignità della persona. Si esplica con un insieme di comportamenti messi in atto al fine, conscio o inconscio,  d'indebolire figlie compagne sorelle, soggetti femminili che solitamente manifestano fin da subito qualità umane di cui il personaggio dannoso, spessissimo un familiare, si vede sprovvisto. Questo tipo di molestie si svolge nel tempo, nell'arco di intere esistenze violate, e raramente culmina con l'eliminazione fisica, essendoci comunque una relazione di dipendenza. E' purtroppo la donna stessa, invece, che si ammala di depressione, arrivando in alcuni casi al suicidio oppure diventa insicura, dubbiosa di sé, convinta alla fine della ragione e della bontà di chi le sta invece infliggendo molestie ed abusi psicologici con costanza criminale.

Come difendersi.

Quando ci si accorge di essere vittime di violenza psicologica, specialmente se sistematica e ripetuta nel tempo, individuando alcuni o tutti gli elementi descritti, la vittima deve al più presto chiedere aiuto senza alcun timore e affidandosi a specialisti il più competenti possibili. Quando ci si accorge di essere vittime di violenza psicologica si deve, in poche parole, capire che il male subito non è meritato, riconoscere nel soggetto delinquenziale il colpevole, ed eventualmente querelarlo. Quasi sempre la denuncia o l'ammonimento, anche ripetuto nel tempo se occorre, di questi soggetti sortisce l'effetto di fargli sapere d'esser stati smascherati.

I reati previsti in caso di violenza psicologica riguardano soprattutto gli articoli: 570, 572, 612 e molto spesso anche l'articolo 598 del c.p. Non pochi i casi in cui il magistrato ha individuato, inoltre, il danno sistematico all'equilibrio psicoaffettivo della vittima da parte del carnefice uso a "negare fatti, eventi e cose dette" al punto da determinare un danno psichico-esistenziale a colei che la subisce.
Ddc

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