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ISIS, l'attacco di Anonymous contro il jihadismo


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attacco di Anonymous contro il jihadismo "Siamo bianchi, siamo neri, siamo cristiani, musulmani, siamo atei...". Con queste parole inizia il nuovo video di Anonymous, gruppo di hacktivisti attivi come comunità online dal 2003 che ha apertamente dichiarato guerra all'autoproclamato Stato Islamico, il feroce e spietato ISIS.

L'operazione #noISIS

ISIS è come un virus

L'attività degli hacker attivisti è ben chiara: dallo scorso ottobre i membri di tutto il mondo di Anonymous hanno iniziato un vero e proprio rastrellamento del web per identificare, bloccare e violare siti Internet, account di Twitter, Facebook o altre reti sociali che abbiamo collegamenti diretti o indiretti con l'esercito dell'ISIS.

A parte utilizzare le migliori tecniche di hacking (invio di attacchi DDoS, spam, creazione di trojan e bypass di indirizzi email), migliaia di appartententi al jihadismo si sono visti pubblicati online i propri nomi, indirizzi IP e altri dati sensibili: Anonymous ha messo alla gogna la parte più subdola dell'ISIS.

Smascherati anche i foreign fighters

In questo modo sono stati scovate cellule di integralismo islamico (anche se ormai sappiamo che nell'ISIS non esiste nulla di religioso) in moltissimi paesi, sopratutto Stati Uniti e Inghilterra, dove persone di varia età utilizzano Internet per attirare l'attenzione dei terroristi. Molti pubblicano foto e video inneggianti all'esercito islamico, commentano sui social network e dichiarano guerra all'Occidente: in realtá cercano visibilità, appagare il proprio egocentrismo ed essere arruolati come foreign fighters.

il video di Anonymous contro Isis

Una guerra nuova che rompe con il passato

L'aspetto più interessante dell'attività di Anonymous ha il sapore storico. La guerra al terrore infatti ha sviluppato una nuova forma di guerra online e offline: da un lato troviamo le forze aeree della Giordania (colpita al cuore con l'uccisione del pilota Muath al Kasasbeh, arso vivo il 3 gennaio dall'ISIS), dall'altro la fanteria curda dei Peshmerga (che in questi giorni lottano per riconquistare Mosul, capitale irachena dell'ISIS) infine Anonymous che ha letteralmente bloccato l'attività online dei terroristi.

Se, per la prima volta, siamo stati tutti spettatori di una spontanea reazione militare di un altro stato arabo (senza intromissioni occidentali, americane o europee), abbiamo ora la consapevolezza di quanto sia importante la trasversalità di Anonymous.

Hacktivisti non solo preparati e professionalmente potenti, ma sopratutto in grado di unire risorse umane e tecnologiche sotto un'unica bandiera, pacifista e democratica.

Praticamente un'utopia storica che per la prima volta possiamo vedere nell'unità costruita contro l'ISIS (#noISIS).

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