Divorzio Fini-Berlusconi, all'italiana?
Sabato 31 Luglio 2010 06:49
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E il battibecco continua...
Roma. Hotel Minerva. Ore 15. Gianfranco Fini è stato fermo sicuro e lapidario.
Il presidente della Camera ha commentato così la sua espulsione avvenuta giovedì sera dopo l'Ufficio di presidenza del Pdl.
E non si dimette, confermando così l'intenzione ferrea di continuare a svolgere la sua funzione di Presidente della Camera perchè politacamente ed istituzionalmente corretto e giusto, al contrario dell'idea del cofondatore del suo ex partito dice Fini che ha un' idea della politica "non propriamente liberale ".
Ad applaudirlo tutti i suoi, i deputati cioè che lo seguiranno nell'addio al Pdl, prendendo la strada del gruppo autonomo. Un passo necessario, ma coraggioso. le sue parole:"Ieri sera -ha detto Fini- in due ore, senza la possibilità di esprimere le mie ragioni, sono stato di fatto espulso dal partito che ho contribuito a fondare..."
Circa la richiesta avanzata dal Premier sulle sue dimissioni Fini ha risposto:"La concezione
non propriamente liberale della democrazia che l'onorevole Berlusconi dimostra di avere emerge anche dall'invito a dimettermi...il presidente deve garantire il rispetto del regolamento e la imparziale conduzione della attività della Camera, non deve certo garantire la maggioranza che lo ha eletto". Questo, rileva Fini, "è noto a tutti", tranne a Berlusconi che "dimostra una logica aziendale, modello amministratore delegato-consiglio di amministrazione, che di certo non ha nulla a che vedere con le istituzioni".
Il presidente della Camera, infine, avverte che il sostegno al governo non sarà scontato: i finiani "lo sosterranno lealmente ogni qual volta agirà davvero nel solco del programma elettorale" mentre "non esiteranno a contrastare scelte dell'esecutivo ritenute ingiuste o lesive dell'interesse generale"...
Poco dopo l'eco delle parole del Premier, suo ex alleato, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato ai 'Promotori della libertà ' dice: "Abbiamo i numeri per andare avanti! Abbiamo ben chiaro il programma da completare e, grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza".
Berlusconi avverte : "Abbiamo davanti tre anni nei quali, superate le emergenze e accantonate le polemiche inutili, ci dedicheremo con determinazione alle riforme: la grande riforma della giustizia, la riforma fiscale... la riforma dell'architettura istituzionale dello Stato. Abbiamo promesso agli italiani un Paese più moderno, più libero, più sicuro, più prospero..ecc. ecc. ecc.
DDC
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