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La doppia faccia della crisi, nel 2013 diminuisce il numero dei mancati pagamenti ma aumentano gli importi medi


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La doppia faccia della crisi, nel 2013 diminuisce il numero dei mancati pagamenti ma aumentano gli importi medi Milano - Report dei Mancati pagamenti, per settore e Regione.

•    Il secondo anno consecutivo di recessione (PIL 2012 -2,6% e PIL 2013 -1,9%) ha contribuito al deterioramento delle transazioni commerciali tra le imprese, innalzando i livelli di insoluti.
•    Al calo del numero dei mancati pagamenti (frequenza -18% vs 2012) corrisponde la crescita degli importi medi (severitĂ  +9% vs 2012). Dal pre-crisi a dicembre 2013, i livelli medi dei debiti non onorati sono cresciuti in Italia del 78%.
•    Il comparto piĂą colpito all’interno è quello della Siderurgia (severitĂ  +22% vs 2012) a causa del calo della domanda interna e delle Commodities (severitĂ  +42% vs 2012), con il settore petrolifero toccato dalla riduzione dei consumi, dall’eccesso di produzione e dall’elevata volatilitĂ  dei prezzi.
•    Food e tessile sono i settori nei quali i mancati pagamenti hanno registrato trend in contrazione o in stabilizzazione. Per entrambi il canale export rimane la via principale di crescita.
•    Emilia Romagna, Lombardia e Lazio sono le Regioni dove costa di piĂą, in media, un mancato pagamento.

Oggi, Euler Hermes Italia ha presentato i dati dell’edizione 2014 del Report dei Mancati Pagamenti, una ricerca trimestrale sui trend dei debiti non onorati delle imprese italiane. Un’attenta analisi condotta su ogni singola Regione, comprensiva di un approfondimento per i diversi settori merceologici che ha come base il monitoraggio giornaliero dei pagamenti, tratto dalla banca dati proprietaria costituita da circa 450.000 aziende.
I mancati pagamenti delle imprese italiane nel 2013 segnano, rispetto all’anno 2012, un calo sul fronte della frequenza sia sul mercato nazionale (-18%) sia nell’export (-17%). L’indicatore della severità, invece, registra sia un incremento in Italia (+9%) sia nei confronti dei mercati esteri (+ 6%). A destare maggiore preoccupazione è il livello degli importi medi, in Italia, rispetto al 2007 (pre-crisi), che a dicembre 2013 era superiore del 78%.
“Lo shift dei mancati pagamenti sulla severità è essenzialmente dovuto a due fenomeni: la contrazione della crescita economica e il credit crunch finanziario, afferma Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa di Euler Hermes. “La leva del credito è sempre più sotto pressione: da un lato le aziende devono fronteggiare gli eventuali ritardi o mancati pagamenti, dall’altro, per dare vita al business, devono comunque rispettare gli impegni a breve termine, come i pagamenti delle materie prime e dei fornitori. Il tutto comporta una riduzione della liquidità che va a indebolire ulteriormente la situazione finanziaria dell’azienda”, conclude Pignotti.

Lo scenario economico italiano
Dopo due anni di recessione, l’Italia sembra intravedere i primi segnali di ripresa che dovrebbero proseguire per tutto il 2014 (Pil +0,3%) e il 2015 (Pil + 0,8%), nonostante uno scenario politico ancora debole. L’export per l’anno appena cominciato sarà ancora il driver principale della crescita (+2,6% nel 2014 e +3,0% nel 2015), grazie all’apporto delle esportazioni nei paesi extra UE e alla ripresa delle economie avanzate, che ritorneranno sui livelli del 2010. Investimenti (-1,4% nel 2014 e -0,9% nel 2015) e consumi (-0,4% nel 2014 e +0,5% nel 2015) resteranno ancora in contrazione nel 2014, ma con variazioni più attenuate, sintomo che il Belpaese sta mostrando segnali di risveglio. La disoccupazione continuerà a crescere anche nel 2014 (12,4%) incominciando solo nel 2015 a invertire il trend (11,7%). Nel medio termine l’Italia avrà bisogno di proseguire l’attuazione di riforme strutturali al fine di guadagnare competitività nei confronti dei principali competitor internazionali.

I mancati pagamenti delle imprese
Nel mercato interno siderurgia e commodities sono i settori che presentano segnali di difficoltà, sul fronte insoluti e, soprattutto, negli importi medi. “Le commodities, - dichiara Massimo Reale, Direttore Fidi Euler Hermes Italia, e in particolar il comparto della distribuzione petrolifera, hanno fatto registrare i livelli di insoluti più elevati arrivando in media a 94.000 Euro. Contribuiscono all’incremento della rischiosità del settore il calo dei consumi, la volatilità dei prezzi delle materie prime e l’eccesso dell’offerta”. “La siderurgia, - prosegue Reale - soffre sia nel comparto dei “prodotti lunghi” e sia nei “piani”. Alla riduzione dei consumi si aggiungono i trend negativi dei settori di sbocco come edilizia per i primi e automotive e elettrodomestici per i secondi”. Nel mercato estero crescono i mancati pagamenti nelle costruzioni e nell’automotive. Il primo settore paga le dinamiche in rallentamento registrate nel 2013 da alcune economie avanzate come Francia, Germania e Spagna, nelle quali l’Italia esporta materiali edilizi, come ad esempio le piastrelle provenienti dal distretto emiliano. Per l’automotive, invece, si registra una crescita dei debiti non onorati nel comparto ricambi e componentistica, specie nei paesi dell’Europa Orientale (Polonia e Romania).

Food e tessile sono i settori nei quali i mancati pagamenti hanno registrato trend in contrazione o in stabilizzazione. Per entrambi i settori il canale export rimane la via principale di crescita. Nel food, mercato interno, dopo la pressione sulla liquidità aziendale dovuta all’entrata in vigore perentoria della Direttiva sui pagamenti, sembra che anche le tensioni sugli insoluti siano rientrate. Restano alcuni problemi nella GDO di medie dimensioni. Il tessile continua con il suo trend in contrazione dei mancati pagamenti, iniziato già dal I trimestre 2013. Il Top di gamma nell’abbigliamento e nei tessuti continua a tirare, mentre, segnali di difficoltà si avvertono in Italia su alcuni distretti come le calzature del fermano, che peraltro si comportano meglio sui mercati esteri.
L’Emilia Romagna è la regione che ha registrato nel 2013 l’importo medio più elevato (35.000 Euro) anche se il trend, nell’ultimo trimestre, si è invertito. A contribuire i trend dei debiti non onorati Reggio Emilia, Piacenza e Modena, nei settori edilizia, meccanica e siderurgia. Seguono la Lombardia con 31.000 Euro e il Lazio con 29.000.
“L’outlook 2014 per i mancati pagamenti tra le imprese prevede un lieve miglioramento sul fronte della severità, grazie anche alla ripresa dell’economia nazionale. Sarà però determinante il Governo, che dovrà mettere a punto un piano di riforme strutturali economiche e fiscali per stimolare una maggiore occupazione, un’ampia internazionalizzazione e il recupero di competitività del sistema industriale italiano. L’ulteriore sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione e l’allentamento dei parametri di accesso al credito per le imprese, potranno garantire un nuovo slancio per ripartire”, – conclude Pignotti.

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