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Il CAMMINO DELLA RICERCA: Il Parco Regionale dei Monti Lattari per Telethon

Cronaca e attualità


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Il Parco Regio alt nale dei Monti Lattari per Telethon

"Il cammino della ricerca"

28-29 maggio 2011

per gli appassionati di natura e trekking tre sentieri di particolare pregio

Il Parco Regionale dei Monti Lattari aderisce alla campagna "Il cammino della ricerca" promossa da Telethon in uno con Federparchi, che si svolgerà nelle giornate del 28 e 29 maggio 2011.

L'obiettivo è quello di promuovere, da un lato, la conoscenza del territorio e, dall'altro, la raccolta di fondi per la ricerca contro le malattie genetiche.

Il Parco Regionale dei Monti Lattari propone, di concerto con FIE Agerola, Lea Valle delle Ferriere e Montagna Amica, tre escursioni di particolare pregio e bellezza: il Sentiero degli Dei, la Valle delle Ferriere e il Pizzo San Michele.

L’accordo sottoscritto tra la Fondazione Telethon e Federparchi-Europarc, sottolinea Gino Marotta Presidente dell'Ente Parco Regionale dei Monti Lattari, consentirà quest’anno di coniugare la solidarietà alla valorizzazione e tutela delle bellezze naturali dell’immenso patrimonio che è curato e gestito dalle aree naturali protette. Il Parco Regionale dei Monti Lattari aderendo all’importante iniziativa vuole mettere in evidenza una parte dei “propri gioelli” e nello stesso momento auspica una massiccia presenza di appassionati della natura che con generosità contribuiranno all’insostituibile attività che da anni la Fondazione Telethon ha messo in campo.

Sono fiducioso, ha dichiarato Tommaso D'Onofrio, Coordinatore provinciale Telethon - provincia di Salerno, che “Il cammino della ricerca”, la campagna nazionale promossa da TELETHON in uno con Federparchi, che si svolgerà il 28 e il 29 maggio nei maggiori parchi italiani, potrà permettere alle famiglie italiane di agevolare l’ultimo passo, il più difficile ma il più necessario, dalla ricerca verso la cura delle malattie genetiche, trascorrendo una giornata piacevolmente diversa. La splendida cornice naturale del “Parco Regionale dei Monti Lattari” rappresenta l’ambiente ideale per vivere una splendida esperienza aiutando chi è meno fortunato.

Ogni partecipante alle escursioni darà un contributo di Euro 10.00 interamente devoluto a Telethon. E' possibile prenotarsi o attraverso il sito di Telethon (http://www.walkoflife.it/ ) o contattando direttamente i referenti delle escursioni. Negli stessi giorni verranno allestiti due punti di raccolta Telethon presso i quali sarà possibile fare donazioni: ad Agerola, in Piazza P. Capasso, e a Nocera Inferiore, in via Matteotti, presso la Libreria Mondadori.

I percorsi:

29 maggio: Sentiero degli Dei (prenotazione obbligatoria), partenza ore 9, durata cinque ore

referente Angela Avitabile 3393265233

29 maggio: Valle delle Ferriere (prenotazione obbligatoria) partenza ore 9, durata cinque ore

referente Ugo Cappuccio 3283316895

28/29 maggio: Pizzo San Michele, in questo caso l'escursione prenderà il via alle ore 20.00 per concludersi il giorno dopo, con pernottamento in quota

referente Paolo Fabbricatore, 335323126

Per info e comunicazioni:

comunicazione@parcodeimontilattari.it

www.parcodeimontilattari.it


beatrice.benocci@libero.it


DECRETO SALVA PREMIER (Processo breve): La Camera Approva

Sono indignato

Con 314 voti a favore la Camera approva il Processo Breve o meglio detto salva Premier e rovina Italia.

Non trovo più parole.

 

SONO TROPPO INDIGNATO

RR

 

SCENA VERTICALE presenta U TINGIUTU Un Aiace di Calabria. Regia Dario De Luca

Cultura e spettacolo

U Tingiutu - foto Angelo Maggio Sulla scena quattro attori cominciano a muoversi attorno ad un catafalco listato di bianco su cui è posato un cadavere coi piedi, quasi in proscenio, rivolti al pubblico. Più sul fondo, sul lato sinistro, la bara bianca di un bimbo che non si vede.
Bene in vista, invece, il coperchio con croce del piccolo feretro e, sul fondo, la sagoma di legno scuro di una grande cassa da morto esibita nella sua minacciosa altezza funerea, con in cima un nero corvo dal becco giallo.
Sempre sul fondo, a destra, un tavolo con un piccolo albero di natale con luci intermittenti che conferisce al macabro scenario un grottesco sapore di festa.
E di Festa della Madonna i quatto uomini cominciano a discutere sulle note di Su di noi di Pupo, nome d'arte di Enzo Ghinazzi, come rivela, con saccente autorità il boss di turno (in pantaloni neri e camicia grigioscura a strisce) al sottocapo ignorante (ma con la stessa divisa), mentre i sottoposti lavorano - nella rigorosa gerarchia mafiosa - come imbalsamatore (in camice bianco) ed aiutante (in giacca bianca) alla ricomposizione del morto.
Perché è proprio la sala-obitorio di un'agenzia funebre calabrese lo spazio scenico in cui Dario De Luca (autore, regista, protagonista) ha ambientato questa intensa e viscerale storia di ‘ndrangheta dove si consuma una ricorrente ed improvvisa mattanza di morte, per l'affermazione del potere mafioso.
E come lugubre presagio funebre prima della strage, sul proscenio calano le veneziane attraverso le quali tutto diventa lontano da noi e come distaccati spettatori possiamo continuare a vedere e sopportare i soprusi e le angherie di una cultura di violenza e di morte da cui siamo assediati e di cui siamo imbevuti.
E cosi il richiamo, nei nomi dei protagonisti, ai grandiosi personaggi dell'epica di Omero e della tragedia greca di Sofocle assume un senso solo se rovesciato: i grandi eroi appartengono solo al mito e le battaglie per il potere di oggi hanno solo la connotazione bestiale di un'umanità degradata e putrescente.
Le mura di Troia sono oggi le pareti di un'agenzia funebre dove si consumerà una storia di carneficina, di torture e di sevizie masochiste.  Aiace, così come l'eroe omerico, diventa folle per l'offesa ricevuta: ma non sono le armi di Achille l'eredità mancata, bensì il riconoscimento non a lui ma ad Ulisse, da parte della "famiglia", della successione a capobastone, dopo la morte del boss. Da qui il sequestro e le torture dell'indegno successore Ulisse, incaprettato, incellofanato, umiliato anche con finte esecuzioni, in più sequenze di una storia raccontata cinematograficamente, alla Tarantino, con flashback ed intrecci temporali sfalsati e suggestivi.
Ma il protagonista sa di essere ormai U Tingiutu (il tinto), un cadavere che cammina, perché si è ribellato alle decisioni della "famiglia" e quindi, come l'eroe omerico, si dà la morte, secondo i codici dell'onore mafioso.
La lingua è, di conseguenza, un calabrese stretto ma quasi sempre comprensibile anche nell'allusività di un gergo imbevuto di mafiosità e di contrappunti tonali: insinuazioni, sottintesi, minacce, urla, insulti.
Non manca l'ironia che consente di alleggerire e stemperare la crudezza della vicenda e rendere ancora più esplicito il realismo e l'autenticità della messinscena.
Gli attori (cinque) di Scena Verticale si muovono, si trasformano, agiscono, parlano, sono uccisi o s'uccidono con tale naturale semplicità ed evidenza da farci sentire cittadini di una Calabria, di un meridione e di un mondo che ha smarrito il senso dell'umanità e del bello e si avvia verso l'imminente catastrofe.
Uno spettacolo di grande valore sociale ed etico che, da quasi due anni, sta percorrendo lo Stivale per iniettare, contro la nostra contiguità culturale mafiosa, efficaci anticorpi di umanità e di civiltà.
Attilio Bonadies
U Tingiutu è in programmazione a Napoli alla Galleria Toledo fino al 3 aprile.

Scena Verticale - U Tingiutu.Un Aiace di Calabria.

Scena Verticale - U Tingiutu.Un Aiace di Calabria.

Parlamento Italiano spettacolo indecoroso

Sono indignato

Bagarre in Parlamento Ieri è stata un'altra giornata triste per l'Italia. Ancora una volta la Camera dei Deputati ha dato uno spettacolo indecoroso con schiamazzi da stadio a seguito della mancata possibilità di procedere rapidamente con il processo breve tanto caro al Presidente del Consiglio, smanioso di mettere il bavaglio alla Magistratura nei processi a suo carico attualmente in corso.

Triste è sentire un Ministro della Repubblica insultare il Presidente della Camera ed altri parlamentari, triste è vedere un Ministro della Repubblica lanciare il proprio tesserino per le votazioni in segno di protesta, triste è constatare che alcuni deputati della Lega insultino una parlamentare disabile.

Triste è vivere in un paese dove l'agenda del Parlamento viene abusata ad uso e consumo delle esigenze di un Premier più preoccupato di salvarsi dalle accuse che pendono sul suo capo che di risolvere i problemi del Paese.

Problemi sempre più all'ordine del giorno, quali l'aumento incontrastato dei prezzi con un inflazione che non si vedeva più da alcuni anni, la disoccupazione al 8,4 % e al 27,8 % per i giovani, le imprese sempre più in crisi e con un numero di fallimenti mai visto prima, la scuola sempre in subbuglio con costi per l'Università che diventano sempre più irragiungibili per le famiglie dei ceti inferiori, i continui arrivi di profughi dai paesi africani ed innumerevoli altri ancora.

E con tutto ciò di cosa si preoccupa il Parlamento?

Delle leggi ad personam per il Premier sempre più pressato dalla necessità di non andare a processo ed a tal fine disposto a permettere a migliaia di delinquenti di farla franca mandando in prescrizione i processi in corso che hanno superato la durata prefissata dal nuovo ddl.

Viene da chiedersi, che senso ha tutto ciò? Possibile che la maggioranza degli Italiani sia cieca di fronte a questa deriva antidemocratica del Paese?

Possiamo augurarci solo una cosa, che si riesca ad andare alle elezioni e che la maggioranza degli Italiani rinsavisca mandando al Governo persone che si interessino ai problemi pratici del nostro Stato e che non abbiano fatti personali da anteporre a quelli più urgenti del paese.

Dobbiamo augurarci che esistano ancora forze politiche sane e che si coalizzino nell'interesse dell'Italia e non di quello personale, mettendo da parte le pur legittime ideologie di ognuno a favore della ripresa di questo nostro meraviglioso paese.

RR

Bagarre in aula tra La Russa, Fini e Franceschini (30/03/2011)

Bagarre in aula tra La Russa, Fini e Franceschini (30/03/2011)

 

BENZINA ANCORA RINCARI: IL GOVERNO AUMENTA LE ACCISE

Sono indignato

Caro benzina in ItaliaIl Governo Berlusconi, onde accontentare il mondo del Cinema rivoltatosi dopo il Decreto Milleproroghe che stabiliva una tassa di un euro sui biglietti di ingresso, cambia rotta ed al posto di tale tassa inserirà un aumento delle accise sui carburanti di 1 o 2 centesimi contribuendo sempre più all'innalzamento delle tariffe stesse con un drenaggio sempre maggiore nelle tasche degli italiani.

Le accise incidono in maniera già troppo consistente sul prezzo dei carburanti e la tabella seguente, che mostra l'andamento nel tempo di tale incidenza, ne indica chiaramente la misura.

Prezzi Medi Nazionali Mensili - Benzina senza piombo
I valori indicati sono espressi in Euro per 1000 litri (Dati Ministero dello Sviluppo Economico)





Periodo

Prezzo industriale

Iva

Accisa

Prezzo al consumo

Peso dell'accisa sul prezzo al consumo

Gennaio 2000

312,74

168,03

527,40

1.008,17

52%

Gennaio 2001

351,96

174,46

520,32

1046,74

50%

Gennaio 2002

285,3

165,40

541,83

992,39

55%

Gennaio 2003

348,60

178,09

541,84

1068,53

51%

Gennaio 2004

316,20

174,53

556,47

1047,20

53%

Gennaio 2005

356,41

183,01

558,64

1098,07

51%

Gennaio 2006

476,26

208,05

564,00

1248,31

45%

Gennaio 2007

444,21

201,64

564,00

1209,85

47%

Gennaio 2008

573,03

227,41

564,00

1364,44

41%

Gennaio 2009

364,03

185,60

564,00

1113,64

51%

Gennaio 2010

523,57

217,51

564,00

1305,08

43%

Gennaio 2011

646,47

242,09

564,00

1452,56

39%

Praticamente il peso di tale tassa incide per più di un terzo sul prezzo finale al litro.

In un momento di recessione quale l'attuale non sembra una mossa molto azzeccata, perchè da una parte la compagine governativa continua a spergiurare di non mettere mano alle tasche della popolazione e dall'altra invece ci si tuffa a piene mani.

Siamo d'accordo che un aumento dei biglietti del Cinema avrebbe colpito gravemente un settore già in difficoltà, però in questo modo tutti i cittadini saranno sempre più colpiti dalla fame di introiti dello Stato. Con buona pace dei propositi di risparmio del Ministro dell'Economia il quale predica bene, ma razzola male e colpisce sempre più gli Enti locali, ma contemporaneamente non abbassa le tasse Nazionali, anzi le aumenta con queste manovre.

Ancora una volta a pagare saranno sempre gli stessi, i cittadini, rei di mantenere al Governo questi personaggi che tutto sono tranne degli avveduti gestori della Cosa Pubblica.

RR


LIBIA: LE AZIONI DI PACE

Sono indignato

Guerra in LibiaIl presidente della Repubblica Napolitano, a Milano, ha definito l'intervento in Libia Missione di Pace. Infatti da domenica otto aerei dell'esercito italiano stanno portando la pace in Libia scaricando bombe su quelli che vengono identificati come obiettivi sensibili. Che strano modo di parlare di pace, o forse è solo la necessità di mistificare quella che è una vera e propria azione di guerra nei confronti di un paese straniero?

La nostra Costituzione prevede che le nostre forze armate possano intervenire solo in caso di difesa del nostro Paese da eventuali aggressioni, ma negli ultimi anni ciò è stato disatteso in nome delle missioni di pace, che non si capisce bene perchè somiglino tanto a delle azioni di guerra.

Certo lo statuto dell?ONU, al quale siamo soggetti anche noi Italiani, prevede che pur di portare la pace in territori dove la popolazione viene soggiogata i paesi aderenti possano usare anche la forza. Ma casualmente tali interventi vengono effettuati sempre in medio oriente ed in Africa dove gli interessi petroliferi sono enormi.

E che dire del fatto che dagli anni settanta del secolo scorso, sino a pochi giorni fa, il leader libico Ghedafi era considerato un amico dell'Occidente ed un baluardo contro l'integralismo islamico, e tutti i paesi a partire dall'Italia facevano affari d'oro con tale regime, tanto che i libici sono presenti nell'azionariato delle nostre maggiori aziende?

Abbiamo già dimenticato i baciamano, le tendopoli nel centro di Roma?

O forse è solo che in questo momento sembra un pò più debole poichè per la prima volta è stato al centro di un azione di ribellione da parte di un consistente numero di compatrioti?

Tutte domande delle quali conosciamo già le risposte. Illudiamoci pure che il nostro intervento serva effettivamente a portare un pò di benessere agli oppressi, in questo caso tutti sarebbero in prima linea, il problema è che, come insegnano IRAQ e AFGHANISTAN, ciò non avviene e queste azioni non ottengono altro che mantenere queste regioni del mondo in un costante stato di agitazione e guerriglia.

Per cui caro Presidente Napolitano non ci propini per l'ennesima volta che siamo in missione di Pace.

Come sempre siamo in GUERRA.

RR

 

Finale di partita di Samuel Beckettp per la regia di Massimo Castri

Cultura e spettacolo

Finale di partita di Samuel Beckett al Teatro nuovo Martedì 15 marzo grande attesa al Teatro Nuovo per la prima napoletana della rappresentazione dell'anno (Premio UBU 2010):Finale di partita di Samuel Beckett. 
Lo spettacolo, tratto da uno dei maggiori capolavori del Novecento (1957 prima rappresentazione a Londra, Royal Court Theatre, per la regia di Roger Blin) di uno dei mostri sacri del teatro del secolo scorso (nel 1969 Beckett venne insignito del Premio Nobel per la letteratura), si avvale - nella traduzione di Carlo Fruttero - della prestigiosa messinscena di Massimo Castri. L'attore e regista di Cortona, è da oltre quarantanni tra i più significativi interpreti del teatro classico e contemporaneo (da Sofocle, Euripide e Seneca a Scabia passando attraverso Calderon, Shakespeare, Goldoni, Goethe, Kleist, D'Annunzio, Pirandello, Cechov, Genet, Pasolini...) ed ha ha voluto misusarsi anche col grande drammaturgo irlandese.
Finale di partita è uno dei maggiori capolavori del Novecento (tra le più inquietanti produzioni di quel presunto "teatro dell'assurdo" di cui Beckett è espressione), testo a lungo analizzato dal grande filosofo e critico Adorno, come modello esemplare dell'opera d'arte che dichiara ed esalta la negatività del presente e che acquista senso solo nella sua mancanza di senso.
"Il mio lavoro è una questione di suoni fondamentali. Se qualcuno vuol farsi venire il mal di testa con i significati reconditi, faccia pure. E si procuri un'aspirina !". Così tagliò corto Samuel Beckett introducendo Finale di partita, ma anche in Aspettando Godot (altro capolavoro del drammaturgo irlandese), l'autore ha provveduto a sbriciolare il teatro borghese della tradizione con il progressivo svuotamento della forma teatrale dominante, prosciugandola dall'interno.
Così il dialogo rimane fine a se stesso e perde la sua funzione significante, rivelando la propria natura di puro pretesto verbale per la sola rappresentazione teatrale.
Un metateatro, dunque, in cui il personaggio serve a "dare la battuta" ed a chiedere "perché questa commedia tutti i giorni?" insomma a "fare la mossa" (nella metafora della partita a scacchi), per poter "recitare" fino al catacombale "non parliamo più".
Si consacra, quindi, l'inganno della parola e l'impossibità di comunicazione tra gli uomini attraverso il dialogo.
Inoltre i personaggi della pièce si imbattono anche nell'incapacità di relazioni e corrispondenze "fisiche": il protagonista Hamm è cieco e non può camminare, la sua controfigura-coprotagonista Clov non può sedersi, mentre i comprimari Nagg e Nel sono senza gambe e rinchiusi separamente in bidoni dell'immondizia, profetica metafora della condizione umana contemporanea.


150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA

Sono indignato

150 anni unitù d'Italia. Bossi e Calderoli Finalmente abbiamo festeggiato i 150 anni dell'Unità d'Italia.

A vederli in Parlamento a farsi i complimenti gli uni con gli altri, sembravano davvero tutti uniti e sinceri. Peccato per quei posti vuoti dei leghisti, per il ministro Bossi che parlava incurante del fatto che si stesse suonando l'Inno di Mameli, per le manifestazioni del genere di quella di Milano dove i leghisti lavoravano per strada in piazza della Scala per far vedere che loro non festeggiavano.

Ancora una volta una forza politica di questo paese non ha perso l'occasione di dimostrarsi indegna di sedere in Parlamento e nel Governo.

Come può un paese democratico accettare che esista una compagine che continua ad inneggiare ai particolarismi, agli egoismi di campanile ed alla disgregazione dello stato?

E poi che senso ha che chi denigra in continuazione il paese e la sua Capitale sieda in Parlamento prendendo le cospicue rendite che questo presuppone?

E' facile gridare alle manifestazioni facendo leva sull'egoismo di chi ha interessi di parte e promettendo di far pagare agli altri ciò che dovrebbero pagare loro, vedi multe per le quote latte.

La vera unità d'Italia sarà raggiunta il giorno in cui non ci saranno più questi interessi campanilistici, perchè è facile dire che bisogna fermare il flusso dell'immigrazione e contemporaneamente essere i maggiori fruitori del lavoro degli extracomunitari. E' facile dichiarare che Roma è ladrona, ma poi partecipare tutti i giorni al banchetto che vi si tiene.

Non dimentichiamo che durante Tangentopoli al banco degli imputati sedeva anche un tal Umberto Bossi per aver accettato una cospicua somma da una nota azienda del paese e che giustificava il fatto adducendo che tanto lo facevano tutti.

Ma come si sa nel nostro paese si dimentica sempre tutto e si riabilitano i personaggi che altrove sarebbero stati gettati nell'oblio o ricordati come dei veri e propri nemici della patria.

Patria che la maggior parte di noi ricorda solo in occasione di feste o manifestazioni sportive. Patria di cui bisognerebbe ricordarsi sempre rispettandone le leggi ed eleggendo dei rappresentanti capaci ed onesti.

Viva l'Italia

RR

 

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