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Lettere da Materdomini


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materdomini


Il bianco è freddo,

il rosso è caldo.

La neve è tutta intorno,

la vedo anche con gl'occhi chiusi,

ne vedo il bagliore.

La notte è sola senza me,

io sono unico

e solo senza lei.

Il nero è negativo,

il bianco è un duca;

su ON è acceso,

su OFF è spento...

come ora,

sono spento ora.

 








Cerco assonanze per passare il tempo, divertimenti mentali... trip cerebrali, un loop, senza fine.

Il rosso è caldo e il bianco... cos'era il bianco? Ah sì, il bianco è freddo. Qui è bianco, le pareti sono bianche e i camici sono bianchi. E' freddo.

Cerco assonanze nei miei pensieri perché mi facciano compagnia. Per perdere tempo in occasione di cambiamenti... perché il tempo passi più velocemente, e tutto questo mi annoia. Bianco ovunque io guardi, bianco ovunque io mi giri. E il bianco è freddo, come i sentimenti. Dimenticati i sentimenti in questo posto, o lasciati a casa?! Sì, lasciati a casa, meglio così, meglio non fare investimenti, qui è tutto bianco.

Nella mia stanza non c'è altro che bianco, un materasso a terra e nient'altro che la puzza del mio piscio, la puzza dei miei escrementi, la puzza, come dicono loro, dei miei pensieri abbandonati all'irrealtà. C'è dissonanza dai miei sentimenti dico io, perché di notte scivola giù una lacrima, che perdo sul pavimento, perché la mia dignità è schiava, trattenuta da camici bianchi in bianchi sentimenti, freddi; c'è dissonanza qui, perché starei volentieri altrove anche se l'altrove ho dimenticato dove sia, ho dimenticato la strada di un luogo felice, la strada di casa mia; e mi chiedo allora se tutto il mondo

sia così come lo conosco, se tutto il mondo assomigli anche lontanamente alle sbarre della mia finestra, se c'è bianco ovunque anche fuori da qui. Vorrei davvero non fosse così, vorrei davvero che il bianco che vedo di questo posto appartenesse solo a noi, non so se lo meritiamo, ma forse è così che funziona, perché cerco assonanze di pensieri diversi tra di loro, perché metto la testa ogni giorno tra le mani e la tengo stretta solo per assicurarmi di non perderla in posti che non conosco. Sì, spero davvero sia così, che il bianco di questo posto appartenga solo a questo posto, perché se è vero che forse debbo stare qua, non vorrei che in giro ci fosse questa stessa puzza di pensieri dissonanti.

Sulla finestra della mia stanza, c'è una grata in ferro e da lì non può che entrare solo la luce, non può uscire la mia immaginazione che è prigioniera come me, e sono prigioniero di me stesso nel momento in cui la mente si ferma sul grip... il bianco è freddo, il rosso è caldo. La neve è tutta intorno, la vedo anche con gl'occhi chiusi, ne vedo il bagliore. La notte è sola senza me, io sono unico e solo senza lei.

Si sentono urla tutto il giorno, eppure tutto è così silenzioso; sono urla, non sono parole. A volte sono dei noooo con tante o, a volte però sono discorsi tutti interi, ma senza il senso, senza inizio e senza fine, hanno una loro ragione, che io non conosco, sono immagini di parole, l'immaginazione che chiamano pazzia. Altre volte hanno un senso che non capisco, perché sento madri senza figli, sono gente senza gambe, sono la faccia malforme di questo mondo... pensavo che fossero luoghi per gente senza cervello. Ma non si fa distinzione nella miseria.

Il rosso è caldo, qui non c'è il rosso. Il rosso è passione, qui non c'è il rosso. Il rosso è un tramonto, non c'è neanche quello, e neanche l'alba. Cos'è l'alba? E' l'inizio, di cosa non lo so precisamente. La testa fa brutti scherzi, scherzi da prete, inopportuni perché mi sono perso in un labirinto di parole pensate, l'espressione mimica è una schiuma di bava che elettrizza i miei pensieri fino all'acclamata esaltazione del dottore-psichiatra-macellaio, felice della sua terapia. E tutti ad applaudirlo come un emerito membro dell'olimpo della medicina moderna... nel frattempo io ho le tempie in fumo, i lobi neri, la pelle biancastra, fredda, le mani hanno perso le loro direzioni e i pensieri... i pensieri per oggi vanno a dormire dove il bianco non c'è più.

Il bianco è freddo, il rosso è caldo. La neve è tutta intorno, la vedo anche con gl'occhi chiusi, ne vedo il bagliore. La notte è sola senza me, io sono unico e solo senza lei. Il nero è negativo, il bianco è un duca; su ON è acceso, su OFF è spento... come ora, sono spento ora.


La legge n.180 del 1978 – anche detta Legge Basaglia - impose la chiusura dei “manicomi”, tra cui anche l'Ospedale psichiatrico di Materdomini a Nocera Superiore.

Lino Grimaldi Avino

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