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Scienze e Ambiente

HOMO SAPIENS IN ISRAELE 200000 ANNI FA


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Homo Sapiens più vecchio di quanto si pensasse Il modello evolutivo odierno fa risalire la specie a cui apparteniamo, Homo Sapiens, a 200000 anni fa in Africa, e secondo lo stesso tale specie lasciò questo continente solo 100000 anni fa.

Abbiamo riportato in un articolo precedente che tali date sono già state superate dai ritrovamenti fatti nella penisola arabica risalenti a 150000 anni fa.

Nuovi studi effettuati su reperti ritrovati nella caverna di Qesem in Israele sposterebbero ulteriormente i tempi della supposta migrazione.

La ricerca pubblicata sull' American Journal of Physical Anthropology sostiene che dalle analisi effettuate su otto denti fossili recuperati a Qesem, e molto simili ai caratteri morfologici delle più antiche testimonianze di Homo Sapiens rinvenute a Skhul/Qafzeh (110000 anni fa), questi risalirebbero a circa 200000-400000 anni fa.

Se tali date fossero confermate si cambierebbe drasticamente quanto sostenuto sino ad ora, ossia l'uomo moderno potrebbe essersi sviluppato in Asia anzichè in Africa molto prima di quanto ipotizzato.

Comunque i ricercatori sono molto cauti perchè pochi denti non bastano a sostenere tale ipotesi, per cui si dovrà aspettare il recupero di ulteriori fossili per accertare a quale specie tali reperti appartengono.

Di sicuro c'è che ogni nuova scoperta mette in forse quello che si è creduto sino ad oggi e chissà che prima o poi non si scopra che l'uomo ha avuto diverse linee evolutive in diverse parti del pianeta.

RR

 

FORME DI VITA NELLO SPAZIO: BATTERI NEI METEORITI

Vita aliena nei meteoriti Il ricercatore Richard Hoover, astrobiologo che lavora per il Marshall Space Flight Center della Nasa, ha pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Cosmology una scoperta frutto di dieci anni di studi effettuati su fossili di batteri rinvenuti in meteoriti caduti in zone remote di tutto il pianeta.

Da tale studio ha riscontrato che alcuni batteri, lunghi e filamentosi, non somigliano a quelli terrestri, altri si. Da quì la considerazione che tali batteri sono giunti all'interno dei meteoriti a conferma che la vita potrebbe essere giunta sulla terra dallo spazio.

Ovviamente tale affermazione crea scompiglio sia nel mondo scientifico, ma soprattutto in quello religioso, per cui il ricercatore, nonostante la certezza della scoperta, ha chiesto a ricercatori di tutto il mondo di confermarla.

Questa scoperta dice che la vita nell'Universo è assai più diffusa di quanto si pensi e conferma la teoria della panspermia, ossia la tesi che la vita sulla terra e su altri pianeti sia arrivata dallo spazio. Il ricercatore ha inoltre detto che un elemento importante è il fatto che molti batteri siano riconoscibili e si possano confrontare con alcune specie terrestri.

Se quanto affermato da Hoover fosse confermato avrebbe grosse implicazioni in tutto il campo della scienza e dell'astronomia, dando la certezza che gli alieni sono scesi sulla terra anche sotto forma di minuscoli batteri, cosa che era già stata affermata dopo il ritrovamento in Antartide del meteorite ALH84001 che nel 1996 era stato studiato ed al cui interno si affermava di aver trovato tracce di vita, cosa da sempre contestata dal mondo scientifico il quale deve fare i conti con le credenze religiose secondo cui solo la terra è stata popolata da Dio.

Restiamo in attesa di sempre più conferme ad una teoria che, se dimostrata, aprirebbe nuovi scenari nelle torie evoluzionistiche e costituirebbe un passo avanti nella vera conoscenza del mistero della vita sulla Terra.

RR

Gli extraterrestri sono tra noi? Un video intrigante e curioso su avvistamenti Ufo e alieni.

 

FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI DA GIUGNO VIA LIBERA AL DECRETO ROMANI

Il decreto Romani e le energie rinnovabili Ennesimo cambiamento di rotta da parte del Governo sulle fonti rinnovabili.

Il prossimo Giugno verranno rivisti gli incentivi per l'energia fotovoltaica, ovviamente al ribasso, e con l'entrata in vigore del decreto Romani verranno diminuite le possibilità di sfruttare gli incentivi per produrre energia pulita.

Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri dovrebbe perseguire l'obiettivo di arrivare al 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020, come fissato dall'UE, non si capisce quindi come si pensi di farlo diminuendo le tariffe incentivanti e ponendo dei tetti annuali di produzione di potenza incentivabile.

Inoltre non chiarendo immediatamente quali saranno tali limiti di fatto si fermano gli investimenti, mandando in crisi un settore che in un solo anno ha creato circa 20000 posti di lavoro.

Nel decreto si finge di accontentare le associazioni dei consumatori eliminando il tetto di 8mila MW per l'anno in corso, ma non si specifica quali saranno i tetti da Giugno in poi e quale sarà l'incentivo.

In realtà è l'ennesimo esempio di come la politica vada sempre più a braccetto con le lobby di chi produce energia, vedi petrolieri. E che dire della scelta di costruire centrali nucleari?

Il nucleare era stato abbondantemente bocciato da un referendum in anni in cui poteva avere senso utilizzarlo, e si ripropone oggi che è obsoleto negli altri paesi. A che scopo?

Lo scopo è sempre lo stesso. Nel nostro paese non estraiamo uranio e quindi saremmo costretti ad acquistarlo altrove, proprio come per il petrolio. Quindi una volta avvicinatosi quest'ultimo all'esaurimento ci sarà un'altra cospicua fonte di tangenti per i nostri governanti. Cosa potrebbero invece intascarsi con il sole piuttosto che con il vento o le maree, questi sono a portata di tutti e non si devono importare da paesi retti da tiranni disposti a pagare pur di arricchirsi a loro volta.

Il ministero per lo sviluppo dovrebbe appoggiare le innovazioni e non contrastarle, invece in questo caso, come in precedenza con la larga banda sembra proprio creato per frenare la modernizzazione del nostro paese.

Del resto un paese che viene governato sempre e solo da over 60, a meno che non portino le minigonne, non può pretendere di avere una mentalità innovativa, ma è destinato a restare arretrato, altro che terzo mondo.

RR

 

L'Uomo moderno in Arabia da 125000 anni

Scoperta archeologica in Arabia Nuovi scavi effettuati negli Emirati Arabi Uniti hanno portato alla scoperta di alcuni artefatti datati più di 100000 anni, i quali collocano temporalmente l'esodo dall'Africa molto prima di quanto sinora ritenuto, ossia circa 60.000 anni fa.

Tali studi hanno stabilito che l'uomo moderno è giunto nella Penisola arabica direttamente dall'Africa e non seguendo l'itinerario classico lungo la valle del Nilo o il Medioriente.

Questo studio, a firma di ricercatori guidati da Hans-Peter Uepermann della Eberhard Karls University di Tubingen, riportato in un articolo su Science, ha stabilito, grazie al ritrovamento nel sito di Jebel Faya di un insieme di utensili tra cui un'amigdala (pietra scheggiata e lavorata a forma di mandorla) ed altri artefatti per cavare e perforare e la successiva analisi a luminiscenza, la datazione risalente a circa 100000 - 125000 anni fa.

Il passaggio sarebbe avvenuto attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, che separa il Corno d'Africa dall'Arabia, che secondo le analisi del livello del mare e le registrazioni climatiche della regione nell'ultimo periodo interglaciale era molto più stretto a causa dei bassi livelli del mare. In quel periodo la Penisola Arabica era coperta da lussureggiante vegetazione e solcata da fiumi e laghi.

Si tratta dell'ennesima scoperta che sposta le datazioni sino ad oggi sostenute e che dimostra come ad ogni studio si possa modificare quanto conosciuto in precedenza. Il fatto che ogni tanto si scoprano elementi nuovi sull'occupazione del pianeta da parte degli esseri umani dovrebbe far riflettere.

Non è per caso che la vita si sia sviluppata contemporaneamente in diverse parti del globo, ed il fatto che le tracce più antiche si trovino in Africa probabilmente è solo dovuto al particolare stato di conservazione dei reperti in tale territorio?

E se non fosse poi così vero che il primo uomo è solo Africano?

RR

 

Indiana University: la pulce d'acqua ha il 50% di geni in più dell'uomo.

La Pulce d'acqua ha più geni dell'uomo L'essere umano, capace di ragionamenti astratti, linguaggio e introspezione è stato superato a livello genetico da un piccolissimo crostaceo. A togliere il primato all'uomo la Pulex Daphnia, un nome altisonante che in realtà indica la semplice pulce d'acqua; un recente studio dell'Indiana University, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science ha effettuato la mappatura genetica di alcuni esseri viventi.

La Pulex conta circa 31.000 geni, mentre gli umani si fermano appena a 21.000, superando di poco il Caenorhabditis elegans, un verme che all'interno del suo millimetro di lunghezza conta ben 19.000 geni.

Se qualcuno pensava che la genetica potesse confermare la supremazia della specie umana, ha clamorosamente sbagliato perché ciò che è chiaro è che la presunta superiorità non dipende dal numero di geni, ma la loro qualità.

Gli esseri umani derivano da strutture biologiche e sociali più elaborate rispetto a quelli della maggior parte degli altri animali o piante, indipendentemente dal numero di geni.

davide scannapieco


 

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