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LA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA E' LA PIU' VECCHIA D'EUROPA


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LA CLASSE DIRIGENTE ITALIANA E' LA PIU' VECCHIA D'EUROPA 67 anni per i manager delle banche edi vescovi in carica, 64 anni per il Governo, 63 anni per i professori universitari, 61 anni per le partecipate statali, i più giovani sono i manager delle aziende quotate in borsa con 53 anni, queste le medie d'età della classe dirigente italiana che complessivamente si attesta a 59 anni.

L'Italia è un paese di vecchi?

Diciamo piuttosto che è un Paese in mano ai vecchi, legati saldamente alle poltrone del potere e poco propensi a lasciare spazio alle nuove generazioni.

Il nostro Presidente del Consiglio ha 69 anni ed il suo predecessore 76, i ministri più giovani hanno 57 anni, questi dati stridono fortemente se confrontati con quelli delle altre democrazie europee a partire dalla Gran Bretagna dove gli ultimi quattro primi ministri all'atto della nomina avevano tra i 40 ed i 50 anni.

Le ultime due legislature hanno visto eletti in Italia solo due under 30, nell'attuale uno, e su 630 parlamentari solo 47 hanno meno di 40 anni, mentre ben 157 ne hanno più di 60.

Cosa comporta tutto ciò?

Una scarsa attenzione per le nuove tecnologie, vecchie politiche economico-finanziarie già ampiamente fallite altrove, un insegnamento obsoleto nelle università.

Personaggi che dovrebbero fare i nonni già da anni continuano ad occupare posti di responsabilità solo per non rinunciare ai lauti guadagni che comportano, tenendo il piede in più scarpe e chiudendo ogni opportunità ai più giovani.

Se la nostra società vorrà rinnovarsi ed uscire dalla profonda crisi in cui questi personaggi l'hanno precipitata, dovrà necessariamente riuscire a rimuoverli. Solo con un profondo cambiamento l'Italia potrà ripartire e rinnovarsi.

RR

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