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Paese che vai...

Paese che vai ... escursione che trovi ! Domenica visita guidata lungo l’antica via Narcense


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resti del cstello di Fogliano

Domenica 25 novembre un’escursione storica e naturalistica lungo l’antica via Narcense che, fin dall’età del bronzo, collegava Mazzano e Calcata a Civita Castellana e costituiva l’asse principale di un fitto reticolo di sentieri di fondovalle, particolarmente utilizzati dalla popolazione locale lungo tutto l’arco del Medioevo.

Partendo da Calcata, piazza Roma, si segue per circa 4 km il corso del Treja per la via Narcense fino ad oltrepassare i confini del Parco. Prima di giungere alle pendici del monte Ultimo, ci si inoltra a destra per un sentiero che conduce al castello di Fogliano, che occupa la dorsale compresa tra il fosso della Mola di Faleria e quello della Bonatella. Visitati i resti del castello, ci si avvierà nuovamente verso Calcata, seguendo la larga e comoda sterrata che percorre il bosco della Banditaccia.

Appuntamento alle ore 9,30 in piazza Roma, di fronte al bar, nel borgo di Calcata. Si raccomandano abiti comodi, scarpe da trekking, una scorta di acqua e il pranzo al sacco.

I dettagli sulle visite, con il programma completo, sono sul sito www.parcotreja.it.

Per informazioni e prenotazioni:

Associazione delle Forre

Alessandra Forti – Comunicatore Ambientale

Cell. 333 4227889 tel. 0761 587199

 

Paese che vai ...

  Un secolo di musica...

                                      

Centenario fondazione banda musicale a Calcata Cento anni fa, nei lunghi inverni di Calcata, dopo i lavori nei campi, gli uomini si incontravano per suonare insieme. Saverio Pasquale Barbieri, detto Menelik perché fu soldato nella guerra d’Abissinia, aveva imparato le prime note in Africa, nella banda militare. Tornato in paese fece scoprire agli amici il ritmo della musica. Nel 1912 fondò la banda musicale di Calcata e ne fu il primo maestro. Insegnò a molti a suonare qualche strumento. All’inizio era un passatempo, un divertimento, un’occasione per stare insieme. Pian piano gli allievi presero confidenza con ottoni e grancasse e dalle marcette delle prime esecuzioni ampliarono il loro repertorio verso brani d’opera ben più impegnativi.

Qualche rara e sbiadita fotografia ci mostra i visi di questi pionieri, in posa, immobili, davanti alle macchine fotografiche dell’epoca, con il vestito buono della festa: berretto, giacche scure e camicie bianche. Sullo sfondo gli scorci del borgo di Calcata, con le case uguali a sempre e la valle senza alberi, perché c’erano tutti orti.

La banda divenne sempre più conosciuta, dopo pochi anni caratterizzò la vita del paese. Non c’era ricorrenza che non vedesse i musicisti in prima fila, ad aprire feste o processioni. Calcata viveva una vita abbastanza isolata. Per tutto il primo Novecento era collegata con una “brecciata†a Faleria e con un semplice tratturo a Mazzano. Un isolamento che avrà come effetto positivo una certa protezione, per esempio, durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale.

Dal dopoguerra in poi la banda offriva l’occasione per girare un po’ fuori Calcata. Gli inviti si susseguivano e oltre la musica, si moltiplicavano le occasioni per nuove conoscenze e per stringere amicizie. Nel corso degli anni i maestri della banda si avvicendano. Dopo Menelik, negli anni Trenta prese la bacchetta Emilio Massimi, detto Peciò. Il soprannome deriva dagli sberleffi degli amici che lo consideravano piuttosto approssimativo nel suo lavoro di ciabattino. Peciò suonava il clarino ed era un musicista molto apprezzato. Di lui si racconta che insegnasse al suo merlo a fischiettare le marcette, quasi come un secondo maestro d’orchestra.

I maestri sono molto longevi e dopo altri vent’anni, negli anni Cinquanta, succede Pio Guidoni. Una persona molto in vista nel paese, di cui fu anche sindaco. A Guidoni succede Marcello Onori che guida la banda negli anni ’70. Il gruppo musicale arriva a cento elementi, uno dei più grandi dei Comuni vicini. In questi anni compaiono le majorette, il gruppo quando si muove mobilita praticamente tutto il paese. Quasi tutte le famiglie, infatti, hanno almeno un elemento che suona o partecipa in qualche forma all’attività della banda. Le prove sono una festa e le esibizioni in piazza assumono la forma solenne di un evento da ricordare.

Dopo il maestro Onori assume la direzione della banda il maestro Algeri Di Cosimo. Come il primo maestro anche lui è un militare, che tra l’altro suonava nella banda della Guardia di Finanza. Siamo negli anni ’90. Da qui a pochi anni la parabola ascendente della banda perde il suo splendore, fino a quando il gruppo si scioglie. Per poco più di un decennio Calcata rimane senza musica, fino al luglio del 2003, quando si costituisce l’associazione musicale calcatase, di cui è presidente Avelio Sestili, uno dei principali animatori. “Il gruppo rivive – dice con entusiasmo Sestili – arriva nuova linfa dalla passione dei figli, dei nipoti e addirittura pronipoti di quei musicisti indimenticati. I tempi sono molto cambiati dagli albori musicali di Menelik, ma la molla che fa scattare gli animi è sempre la stessa: il piacere di stare insieme e il divertimento di suonare.â€

La banda rinasce sotto la guida del maestro Mario Barbieri, con una formazione che si aggiunge al gruppo musicale vero e proprio: dentro infatti è accolta “La riciclataâ€, un gruppo che fa musica con strumenti riciclati, appunto, fatti dei materiali più disparati e si esibisce solo in alcune occasioni di particolare folclore. Sono dodici elementi in più che si sommano all’orchestra. Tutti in divisa rosso–verde, allegra e molto appariscente. Dal 2012 tornano anche le majorette (un gruppo di ragazze di Morlupo che collabora con la banda).

Subito dopo Barbieri la banda è diretta da Carlo Parretti, che è l’attuale maestro. La banda è formata da 32 elementi, più i 12 figuranti della riciclata, più 16 majorette. Una sessantina di persone. Sono quasi tutti giovani, che studiano o lavorano. Qualcuno viene anche dal vicino Comune di Mazzano. Un paio di volte a settimana si incontrano a Calcata per le prove. Oggi la banda si è consolidata, è conosciuta e apprezzata in tutta la Provincia. Il suo repertorio è abbastanza completo e ha inciso anche un Cd in occasione del concerto di natale dell’anno scorso a Mazzano.

“Per dare una prospettiva di lunga durata alle attività musicali dell’associazione – evidenzia il vice presidente del Parco del Treja Giovanni Di Giovanni, anche lui musicista – la banda svolge un’intensa attività didattica, accogliendo chiunque abbia voglia di imparare la musica nei corsi che si svolgono a Calcata. Un modo per ricordare le origini della banda, attraverso la perpetuazione dell’amore per la musica dei giovani musicisti in erba, tra cui si nasconde sicuramente qualche futuro nuovo maestro.â€

Roberto Sinibaldi
sinibaldi@parcotreja.it

 

Viaggio nella storia e nell’arte lombarda attraverso i grandi casati nobiliari

Viaggio nella storia e nell’arte lombarda attraverso i grandi casati nobiliari Le vicende storiche, i soggetti promotori e le famiglie committenti che hanno portato alla realizzazione di alcune fra le più belle ville di delizia lombarde, dei loro giardini e dei loro parchi: dimore storiche nobiliari che compongono un patrimonio vasto, non abbastanza conosciuto e tuttora a rischio ma di grande pregio. Sono questi i temi del Convegno che si terrà il 25 e 26 ottobre prossimi, nelle sale di Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno.

Protagonisti dell’incontro saranno i prestigiosi mecenati appartenenti alla vecchia nobiltà lombarda ma anche i personaggi di quel ceto emergente di nobili giunti alla conquista del titolo per meriti personali. Questa infatti è la grande committenza che tra il Sei e il Settecento ha dato vita nelle campagne lombarde a insediamenti grandiosi, celebrativi, ricchi di ogni forma d’arte. Sono le ville gentilizie che, diffondendo il concetto di dimora per il soggiorno estivo, davano visibilità a un movimento politico-culturale teso soprattutto al potenziamento e al prestigio delle nobili casate. Solo molto più tardi nei confronti di queste dimore viene attivata una strategia, tipica della società democratica, che le apre al pubblico, escluso per secoli, e avvia progetti di indagine artistica e valorizzazione culturale.

L’analisi delle relazioni tra le famiglie committenti e le ville di delizia e i giardini lombardi porrà l’accento su alcuni aspetti fondamentali quali l’importanza della rete che si costituì tra i casati, il rapporto tra palazzo di città e villa di campagna, la relazione che le famiglie instaurarono con il contesto territoriale agricolo, la circolazione di artisti, le scelte architettoniche, iconografiche e stilistiche. In definitiva l’orizzonte culturale in cui il processo di espansione delle ville di delizia si è sviluppato. Senza tralasciare le scottanti e più attuali questioni di tutela.

Al tavolo dei relatori, in un’analisi aperta ai più vasti orizzonti geografici e temporali, si avvicenderanno esperti delle dinamiche storiche di committenza e di trasformazione territoriale, e studiosi di arte e architettura: temi di cui le ville lombarde sono un emblema.
In agenda l’inquadramento degli studi già condotti, la messa a fuoco di inedite interpretazioni, l’apertura di nuove prospettive di ricerca.

A conclusione delle due giornate, è prevista anche una visita al Cantiere della Villa Reale di Monza, residenza nobiliare d’eccellenza, ora investita da un importante progetto di recupero e, in parte, di restauro.


 

Paese che vai: tra antichi villaggi e insediamenti falisci

Sabato 6 il Parco del Treja propone un viaggio alla scoperta dei villaggi abbandonati sulle alture che circondano il corso del fiume Treja. Questa escursione offre un approccio alla conoscenza del sistema dei villaggi fortificati che sorsero sopra precedenti insediamenti falisci nella zona del Parco alla caduta dell’impero romano. Dopo la visita al villaggio di Santa Maria, sarà possibile, dallo sperone della collina dell’Agnese, ammirare in lontananza le imponenti rovine di altri siti abbandonati.

Appuntamento alle ore 9,30 a Calcata borgo in piazza Roma. Pranzo al sacco.


Domenica 7 è prevista un’escursione naturalistica nei siti archeologici del Parco per conoscere l’affascinante storia delle divinità femminili a cui erano dedicati templi e luoghi sacri con visita al tempio falisco sulle rive del Treja, visita alla tomba a camera con sarcofagi e visita al borgo di Calcata e all’ipogeo di Porta Segreta (entrata Porta Segreta € 2,00 a persona).

Appuntamento alle ore 9,30 a Calcata borgo in piazza Roma. Pranzo al sacco.


Per informazioni e prenotazioni:

Per sabato 6
Alessandra Forti - comunicatore ambientale
tel. 0761 587199 - cell. 333 4227889


Per domenica 7
Teresa Di Cosimo - comunicatore ambientale
tel. 0761 588885 - cell. 338 5064584
e-mail: thesan@hotmail.it

 

Il turismo che attrae migliaia di giocatori nei luoghi in cui vi sono casinò: da Las Vegas a Montecarlo..

Il turismo che attrae migliaia di giocatori nei luoghi in cui vi sono casinò: da Las Vegas a Montecarlo..Turismo e gioco o gioco e turismo. Perché l’uno non esclude l’altro, almeno a quanto emerge da recenti ricerche sui turismi emergenti. In genere, chi ama giocare sceglie dei posti e delle città dove sono presenti grandi e famosi casinò (Venezia, Montecarlo, Saint Vincent). Queste città sono abituate da decenni a flussi di turismo importante e non sono affatto impreparate all’accoglienza.
Marsiglia, ad esempio, sta diventando la nuova moda, dando filo da torcere alla ormai famosissima Montecarlo.
Tuttavia, è solo negli ultimi anni che si sta sviluppando una tendenza interessante dal punto di vista economico che è quella di ‘costruire’ mini pacchetti vacanze o week-end in funzione proprio dell’evento di gioco previsto. Per esempio, a Montecarlo accade nei giorni dell’Ept, nei quali c’è il pienone in tutti gli alberghi. Da ogni parte del mondo, infatti, arrivano appassionati di gioco d’azzardo, che negli ultimi tempi non hanno di certo trascurato le vacanze in stile “gambling†solo perchè siti internet, come http://casinotop10.it hanno fatto il boom , dando modo e possibilità a tutti di poter giocare e provare il brivido di vincere, anche da casa.

Per un’analisi più approfondita del tema, basta seguire le tendenze del turismo degli ultimi anni. Esse sono orientate, infatti, non tanto alla visita e alla vacanza intesa come un insieme di luoghi, bellezze, cibi e eventi da ‘subire’ ma al viaggio da vivere in prima persona ‘facendo un’esperienza’ quale che essa sia. Il gioco è un’esperienza che piace, diverte e se inserito in un contesto di eventi può rivelarsi proprio l’ideale per il turista che vuole ‘vivere un’avventura’ diversa dalla routine. Adrenalina, musica, lusso, buon cibo e belle donne: ecco le principali attrattive che i pacchetti vacanze in occasione di grandi eventi di gioco d’azzardo, offrono all’appassionato.

La vacanza del giocatore non è quella che propriamente si definisce di basso profilo. Anche gli stessi pacchetti proposti dai tour operator prevedono soggiorno in alberghi di lusso accompagnati sempre più spesso dall’ingresso alla beauty-farm o da trattamenti in pensione completa con cibo prelibato e fine. Lo stesso turista-giocatore o appassionato è, in genere, una persona che ha questi gusti. Le agenzie e gli operatori faranno a gara nei prossimi anni a offrire nuovi tipi di soggiorno e vacanza.

 

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