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Roma 14 febbraio 2010: l'acqua é ancora pubblica.


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IL Sindaco di Roma Gianni Alemanno sostiene che in caso di cessione dell'acqua pubblica in mano ad aziende private il Comune di Roma resterebbe l'azionista di riferimento. Non sarebbe dunque una "privatizzazione" ma una diminuzione "nell'azionariato"... Sarebbe inoltre una decisione non solo italiana, ma anche la conseguenza di una normativa europea, definita dai 27 dell'Unione Europea per rendere più efficiente il "capitalismo municipale". In effetti, " la norma di base - afferma il il Ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi - è una riforma vera che metterà in moto investimenti veri". Il settore  dunque comprenderebbe circa 370 imprese, con 200.000 addetti. Alcune imprese sono di grandi dimensioni (si pensi a Hera, Iride, Gesac, Aem-Asm, Acea). La liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici locali è sia nel programma con il quale l'attuale maggioranza si è presentata al corpo elettorale sia nelle "sette missioni" dell'azione di governo, delineata all'inizio della legislatura in corso. Renata Polverini risponde cosi' sull'argomento privatizzazione Acea (società che gestisce elettricità ed acqua a Roma), all' "intervista" di Maria Latella sull'emittente satellitare Sky: "Non posso decidere io ciò che riguarda una legge nazionale che si richiama ad una direttiva comunitaria, pero' posso dire ciò che penso e cioe' che l'acqua e' un bene pubblico e tale dovrebbe rimanere". La polverini continua poi augurandosi che se proprio questa via (e cioè la privatizzazione) fosse obbligata allora bisognerebbe far si' che non vi sia una concentrazione di azioni nelle mani di pochi privati, ma un azionariato il più vasto possibile.

davide scannapieco

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