Google+

Servizi agli animali

In questo spazio leggiamo e aggiorniamo tutti gli argomenti riguardanti gli "esseri senzienti" con cui spesso conviviamo o che comunque, volenti o nolenti, ci circondano, verso un futuro di convivenza all'insegna del rispetto, dell'informazione e della civiltà.

 

Lega Abolizione Caccia: si revochi la delibera “ammazza-orsi”


clicca qui per le news su Kayenna.com

Lega Abolizione Caccia: si revochi la delibera “ammazza-orsi” Non solo Daniza, ma altri 50 esemplari a rischio in Trentino. L’Europa finanzia il ripopolamento e la Provincia Autonoma sopprime

L’Europa finanzia il ripopolamento ma in Trentino a rischio 50 orsi. Nonostante in Trentino, il progetto di ripopolamento degli orsi bruni denominato “Life Ursus”, abbia risollevato le sorti di questi plantigradi (alla fine degli anni ’90 ridotti a circa tre esemplari a causa del bracconaggio), appare comunque molto problematica la gestione e la convivenza della popolazione con questi animali.

Dopo la morte dell’ormai tristemente famosa orsa Daniza, uccisa da una dose letale di anestetico durante le operazioni di cattura, ora è necessario pensare alle sorti degli altri esemplari che vivono nello stesso arco alpino. L’orsa era stata considerata “colpevole” perché dopo aver avuto un incontro ravvicinato con un cercatore di funghi il 15 agosto scorso, provocò in quest’ultimo lievi lesioni nell’intento di proteggere i suoi cuccioli. Questo naturale atteggiamento le costò la targhetta di “orso dannoso”. Questa definizione, ossia “orso dannoso”, va ricercata in una delibera che nel mese di luglio 2014 è stata emessa dalla Giunta della Provincia autonoma di Trento. In sintesi in questa delibera, è stata introdotta la categoria “orso dannoso”, con la possibilità di cattura ma anche uccisione per esemplari considerati per l’appunto dannosi, nonostante si tratti di una specie protetta (particolarmente protetta) e a rischio..! Il nocciolo della “questione Daniza”, ma anche delle sorti degli altri orsi, è davvero tutto nella delibera di luglio, ed è di questa incomprensibile delibera che a nostro parere sia da richiedere una revoca, poiché in questo modo la Giunta di Trento è ancora libera di gestire con questa assurda modalità altri esemplari di questa specie! L’unica associazione che al momento sta lavorando attivamente sulla delibera “ammazza-orsi” è la LAC ( Lega Abolizione Caccia), per la quale un esponente della sezione di Trento, Francesco Mongioì, ha indetto ben prima dell’incidente incorso a Daniza una petizione:

https://www.change.org/p/revocare-la-delibera-sull-uccisione-degli-orsi-in-trentino

”La nostra speranza – commenta Mongioì, - è che possa far luce su questa incresciosa delibera, allo scopo di farla revocare, al fine di tutelare gli altri orsi, e affinché questi animali siano gestiti in una modalità consona e allineata alle normative non cruente adottate da altri Stati. Ma anche all'interno del nostro stesso Stato, con riferimento al Parco d'Abruzzo, dove viene conservata una popolazione di orsi bruni marsicani con ben altri metodi. Per altro, i due cuccioli di Daniza, rimasti senza madre in un età troppo precoce, saranno probabilmente loro stessi considerati come “orsi dannosi o problematici”, perché potranno cercare cibo nelle vicinanze dei centri abitati, e magari secondo la delibera di luglio potranno loro stessi essere catturati o uccisi. Inoltre, in Trentino negli anni precedenti, altri due esemplari hanno subito una sorte infausta: uno è morto per effetto diretto dell'anestetico, come Daniza. Un altro è morto perché, narcotizzato vicino ad un lago, dove è caduto in acqua e annegato.

 

Il riccio: Come evitare la strage sulle nostre strade

Un riccio rimasto orfanoIl riccio in genere ispira simpatia. È piccolo, inoffensivo, tondeggiante. Soprattutto alla nascita presenta i caratteri tipici che nell’uomo inducono tenerezza.

È un animale che è una sorta di termometro biologico, un bioindicatore. La sua presenza ci dà la misura della qualità dell'ambiente, dello stato di salute dei nostri territori. Con considerazioni che si possono spingere alla valutazione della presenza e degli effetti inquinanti, di sostanze talvolta usate in agricoltura, oppure degli effetti conseguenti ad alterazioni dell'ecosistema, o alle manipolazioni delle catene alimentari.

Si tratta di un animale notturno, che si nutre di uova di serpenti, vipere, larve di insetti, in genere ritenuti dannosi per gli orti e i giardini. Già l’idea che mangi le vipere ce lo fa sembrare un alleato, contro un serpente temutissimo – spesso ingiustamente – dall’uomo. Il suo comportamento tipico in caso di pericolo è quello di chiudersi a palla. Immobile con gli aculei fuori. Una difesa quasi sempre invalicabile per i suoi predatori, ma purtroppo poco efficace rispetto alle macchine. Le automobili che sfrecciano nella notte diventano una delle principali cause di morte del riccio, come si può vedere bene percorrendo a piedi una qualsiasi strada, specialmente in questo periodo.

“Nessun antropomorfismo disneyano – sottolinea Guaita, il Direttore del Parco del Treja – ma certo la strage dei ricci ha un che di assurdo e raccapricciante. Basterebbe poco per evitarla: andare più adagio in auto (che è sempre bene) e fare attenzione a dove si mettono le ruote. Siamo certi che molti automobilisti concorderanno.”

 

Anche i cani parlano...e ora dicono: "Basta!"

Ass. Animalisti Italiani Onlus Sez Verona LA GRANDE BEFFA DEL MOLISE

" Ci avevamo creduto, per una volta avevamo creduto alle tante promesse fatte sui canili del Molise, avevamo creduto ai titoloni sui giornali, alle riunioni per ipotetici parchi canili, e invece i cani del Molise continuano ad agonizzare nella melma dei luridi box dove sono stipati a centinaia.

A distanza di un anno non solo le promesse non sono state rispettate, ma la situazione è addirittura peggiorata.

Una volta individuati i canili lager occorre prendere provvedimenti, multare i gestori, salvare i cani e non permettere che all’orrore si sommi altro orrore. Perché questo non è stato fatto?  

E dall’orrore occorre rialzarsi, non è accettabile perpetuare e mantenere una situazione di orrore. Le proteste sono state fatte, le manifestazioni pure e quindi nessuno può dire che l’inquietante situazione del Molise non sia conosciuta a livello NAZIONALE.

I CANI A CAMPOBASSO STANNO MORENDO, MOLTI AGONIZZANO COPERTI DI ESCREMENTI, AGGREDITI DA QUALUNQUE PARASSITA E MALATTIA.

SONO STIPATI IN VERI E PROPRI LOCULI, DOVE RISTAGNA L’ACQUA, PRIVATI DELLA LUCE. ALCUNI HANNO LE ZAMPE PIEGATE PERCHE’ DA ANNI NON POSSONO USCIRE DA QUEI LOCULI, ALTRI SONO COPERTI DI ESCREMENTI.

NEL MOLISE NON CI SONO CANILI, MA VERE E PROPRIE PRIGIONI PER ANIMALI.

IL POPOLO ANIMALISTA ORA DICE BASTA! NON C’E’ PIU’ TEMPO PER LE PROMESSE, VOGLIAMO DEI FATTI, VOGLIAMO LA PUNIZIONE DEI RESPONSABILI DI TANTO SCEMPIO E VOGLIAMO CHE PER QUESTI CANI CI SIANO CURE, CIBO, CAMPAGNE DI ADOZIONE.

IL MOLISE FA PARTE DELL’ITALIA. CHIUNQUE SOTTOSCRIVA UNA CONVENZIONE CON I COMUNI PER L’APERTURA DI UN CANILE DEVE RISPETTARE LE NORME NAZIONALI PER IL BENESSERE DEGLI ANIMALI.

NEI CANILI DEL MOLISE INVECE I CANI SUBISCONO  MALTRATTAMENTI QUOTIDIANI, ED E’ ASSURDO CHE UN CANILE, CHE DOVREBBE ESSERE UN LUOGO DI TRANSITO, IN ATTESA DI TROVARE L’ADOZIONE PER L’ANIMALE, SIA INVECE UNA PRIGIONE, UN LAGER, UN LUOGO DI SOFFERENZA INFINITA. LA LEGGE NON DICE QUESTO, LA LEGGE DICE CHE NEI CANILI DEVONO ESSERE RISPETTATE LE NORME DI BENESSERE E TUTELA DELLA SALUTE DEGLI ANIMALI.

Chiediamo che la legge contro il maltrattamento degli animali venga applicata dentro ai canili e che siano puniti i responsabili, in primis il Sindaco e le Asl competenti.  

Vogliamo che vengano effettuati seri controlli e che una volta appurata la reale situazione si passi ai provvedimenti.

I CANILI DEL MOLISE SONO LA VERGOGNA DELL’ITALIA E NON COMPRENDIAMO COME MAI, SE ABITIAMO TUTTI NELLA STESSA NAZIONE E DOBBIAMO RISPONDERE TUTTI ALLA STESSA COSTITUZIONE E ALLA STESSA LEGGE,  I RESPONSABILI NON VENGANO PERSEGUITI PER MALTRAMMENTO DEGLI ANIMALI ". Emanuela Giarraputo

Email arrivata alla redazione online da Saveria Viscomi in data: 06/10/2010 10.31

Da: animalistiverona@gmail.com Ass. Animalisti Italiani Onlus Sez Verona 

C.F. 93142760235 Via Stanga 6 37122 Verona

Doveredicronaca



 

Intervista a Sonia Alfano dopo strasburgo

sonia alfano contro vivisezioneDa un'email arrivata alla nostra redazione da Saveria Viscomi.

Riportiamo l'intervista di GEAPRESS a Sonia Alfano. 10 settembre 2010.

GEAPRESS -  Almeno un ricordo positivo in un clima di sfacelo generale, l’avremo. Stiamo parlando dell’On.le Sonia Alfano (IDV) e dei suoi interventi contro la Direttiva tortura animali approvata per i vivisettori lo scorso otto settembre. Lei sembrava una goccia nel mare di indifferenza. Decisa e tenace ha tenuto testa fino alla fine quando è riuscita a portare dalla sua ben ottanta europarlamentari, contro il minimo dei quaranta previsti, affinchè si potesse votare per  il ritorno in Commissione della nefasta Direttiva. E’ andata come  è andata, ma a qualcosa questa disfatta deve pur servire. Qualche errore deve pur essere stato commesso e lo strapotere della lobby farmaceutica può giustificare fino ad un certo punto.

Sonia Alfano la incontriamo di ritorno dall’Europarlamento e fa piacere trovarla ancora più combattiva di prima. Anche chi non conosce la storia personale dell’ On.le Sonia Alfano, capisce subito che non è tipa da sassolini nelle scarpe. Non sarebbe comunque possibile anche perchè l’On.le Alfano più che altro scaglia intere montagne.

GEAPRESS – On.le Alfano, l’impressione che si ha è che questa Direttiva ci sia piovuta addosso.
On.le Sonia Alfano – Si, ma forse neanche di questo in molti si sono accorti.

GEAPRESS – Le lobby del farmaco hanno avuto effetto soporifero su tutti?
On.le Sonia Alfano – Ma proprio su tutti, o quasi. E’ dall’inizio dei lavori di questa legislatura che si è capito come sarebbe andata a finire. Sa quanti emendamenti nei decisivi lavori della Commissione sono arrivati?

GEAPRESS – Era in Commissione che si lavorava…, immaginiamo tanti, … tantissimi!
On.le  SONIA ALFANO – Tre! Tutti dei verdi e peraltro molto blandi.

GEAPRESS – Come tre!? Ma le lobby parlamentari animaliste?
On.le  SONIA ALFANO – Ma quali lobby, ma se finanche la relatrice shadow era a favore della Direttiva…

GEAPRESS – Chi scusi?
On.le  SONIA ALFANO – Per ogni testo vi è un relatore ed un altro cosiddetto “ombra” . Uno dell’opposizione compensa l’altro, ma qui sono andate in tandem, pensi che la relatrice shadow è pure iscritta all’Intergruppo animali.

GEAPRESS – Come?
On.le  SONIA ALFANO – Si come quello che vi è al parlamento italiano, solo che qui dovrebbero occuparsi di animali europei ed invece vedo ora tranquillizzare che i cani randagi italiani non saranno toccati. Ne sono felice, ma con quelli della Romania come di un altro paese, che facciamo? Ci chiudiamo nel nostro orticello per dire quanto siamo bravi? Guardi, ho visto solo la LEAL, la Lega Antivisezionista. Si sono battuti come leoni, ma la verità è che la Direttiva era sola, fin dal primo momento di questa legislatura. La cosa più frequente che mi sono sentita dire da una buona parte dei miei colleghi, era che se non passava così, le industrie a cui interessava avrebbero sbaraccato tutto e si sarebbero trasferite all’estero. Ma è mai possibile che si debba ragionare in tale maniera? Senza affrontare il problema? Se c’è un problema di ordine occupazionale, va affrontato, se ne parla, anche per vedere se è vero, invece niente ….

GEAPRESS – E la restante parte dei suoi colleghi? Ci riferiamo sempre a quelli che hanno votato a favore della Direttiva.
On.le  SONIA ALFANO – Nulla sapevano.

GEAPRESS – Ma non erano stati informati ….
On.le  SONIA ALFANO – Allora, glielo ripeto: in Commissione vi erano solo tre emendamenti e poi rimpiangiamo che il testo era, in prima lettura, buono. Certo nessuno lo ha difeso, cosa vogliamo? Che ci pensavano i colonnelli ed i tanti soldatini della lobby che ha veramente lavorato in favore della Direttiva?

GEAPRESS – I soldatini sarebbero i “peones”?
On.le  SONIA ALFANO – Certo che se fossero stati informati delle tematiche animaliste li avremmo pure potuti definire così. Mi creda, non ne sapevano niente. Abbiamo fatto un grande lavoro e ringrazio ancora la LEAL, ma ci siamo trovati con un muro invalicabile e ben consolidato di ignoranza.

GEAPRESS – Ma chi è la sua collega shadow…, insomma il relatore ombra che è pure dell’ Intergruppo animali?
On.le  SONIA ALFANO – Paulsen, svedese, credo.

GEAPRESS – Una Direttiva con colonnelli e soldatini, … proprio blindata.
On.le  SONIA ALFANO – Blindata, ma anche perchè lasciata sola. Poi quando la questione è venuta a galla sono spuntati i comunicati. Ne ho letto pure uno, credo il tre settembre, in difesa degli animali. Sa che diceva?

GEAPRESS – Ci dica.
On.le  SONIA ALFANO – Definiva il voto dell’otto settembre solo formale. Ma chi lo ha detto? Si doveva e si poteva tornare in Commissione. La lobby animalista… ma chi l’ha vista? Tre, dicasi tre, emendamenti migliorativi, e neanche poi tanto migliorativi, durante i lavori in Commissione. Meglio votarla che rischiare di perdere i punti a favore!? Ma cosa dovevano difendere ancora? Certo ora arriva la disfatta ed arrivano i comunicati che non so che cosa devono far credere. Ma lei lo sa cosa succede in ogni passaggio di una proposta di Direttiva?

GEAPRESS – Potrebbe tornarci utile ….
On.le  SONIA ALFANO – Veniamo sommersi, come minimo, da migliaia di mail e le parlo, ad esempio, delle multinazionali alimentari, tra cui le italiane. E’ gente che sa fare il suo lavoro e difendere i suoi interessi, a tutti i costi, condizionando parecchio, anche a formare i soldatini.

GEAPRESS – E pensare che c’è stato un suo collega che si è lamentato delle mail pro-animali chiedendo se era possibile bloccarle.
On.le  SONIA ALFANO – Si, infatti, una europarlamentare si è alzata e gli ha detto, indignata, che se non riusciva a dialogare con i cittadini, imparasse almeno ad utilizzare il suo programma di posta elettronica…

GEAPRESS – … e che non rompesse. Ma ora cosa succede?
On.le  SONIA ALFANO – C’è da mettersi subito al lavoro, non molliamo, non scoraggiamoci, anche se, a parte la LEAL, li abbiamo dovuti chiamare noi..

GEAPRESS – Chi?
On.le  SONIA ALFANO – Le altre associazioni, mi ha capito. Comunque, pensiamo al futuro. Ho sentito della Brambilla, non è che andiamo d’accordo e poi il Pdl non è stato d’aiuto, anzi. Comunque andiamo avanti, c’è lo strumento della petizione europea, l’iter è in dirittura d’arrivo. Mettiamoci tutti assieme, bisogna raccogliere un milione di firme. La Direttiva deve essere ridiscussa. E poi ci sono i Parlamenti nazionali. Certo ognuno andrà per la sua strada, con forze ed interessi diversi, ma non molliamo la Direttiva. Mi dispiace, certo per gli animali, ma anche per tutte le persone a cui stanno a cuore questi problemi ed alle quali assicuro che stanno a cuore pure a me. Cercherò di non deluderle.

Proprio pochi giorni prima dell’approvazione della Direttiva, la Novartis ha annunciato la crescita boom del suo fatturato e l’acquisizione del 77% del capitale di altre note case del farmaco prelevate in casa Nestlé. La Novartis fa sperimentazione animale ed il suo fatturato si misura in decine di miliardi di dollari. La Novartis, come le altre industrie che praticano sperimentazione animale, vanno affrontate sul piano delle legalità e della civiltà, anche se siamo convinti che la civiltà, per gli animali, sia stato messa sotto i tacchi dal Parlamento Europeo. Dobbiamo cercare non la vendetta, che tra l’altro le premierebbe, ma solo contare di più. Iniziamo a farlo.

A GeaPress avere incontrato l’On.le Alfano è piaciuto. A prescindere da colori, ideologie e strategie politiche. Ha squarciato un palude asfittica, rinverdito il tremendo azzurrino grigietto dei banchi del Parlamento Europeo. Ci lascia la speranza che le cose possano cambiare ed evita l’angoscia di pensare ancora all’ 8 settembre. Strana coincidenza di data.

Nel video: l’Onorevole Alfano inviata a tornare a discutere in Commissione. Ottanta europarlamentari l’hanno pensato come lei. Molti di loro non erano informati della gravità della cosa, così come non è vero che i parlamentari italiani sono usciti dall’aula. Bastava molto meno.

GEAPRESS

 

Randagi for cavie. 9 settembre Parlamento europeo. Strasburgo.

Vivisezione a Strasburgo Strasburgo, 9 settembre. Parlamento europeo.  

E' stata varata la nuova direttiva dell'Unione europea sulla sperimentazione animale, ammessa ora anche su cani, gatti randagi e scimpanzé, tutti cavie da vivisezione. Sembrerebbe un horror, ma è andata prorio così.

La nuova direttiva europea sull'utilizzo degli animali per fini scientifici è stata approvata e sostituisce le precedenti disposizioni, in vigore dal 1986. Al che sono stati una quarantina gli eurodeputati che hanno abbandonato l'Aula in segno di protesta immediata.
Michela Kuan, responsabile nazionale Lav sostiene in proposito che il testo approvato non sia soltanto deludente, ma inutilmente sadico visti gli eccellenti progressi scientifici e l'affermarsi dei metodi alternativi all'uso di animali.

La Lega AntiVivisezionista (Leal) per di più ha denunciato: "E' una legge a misura di vivisettore, che non obbliga a utilizzare i metodi sostitutivi ai test con gli animali neppure laddove esistono". Concessioni scandalose ai laboratori insomma. L'articolo 11 del provvedimento approvato , in particolare prevede: l'apertura alla sperimentazione su cani e gatti randagi,  se lo scopo scientifico non è raggiungibile altrimenti. L' articolo 55 consente inolte l'uso dei primati, ma  lo scempio raggiunge il suo apice con l'articolo 14 che rende possibile che la sperimentazione possa anche consistere nella non somministrazione alle "cavie" di anestetici ed analgesici, qualolora lo "scienziato"lo ritenesse " utile".

L'intervento dell'europarlamentare Sonia Alfano a Strasburgo:

ddc


 

Pagina 1 di 3

«InizioPrec.123Succ.Fine»
fbPixel