la Biro Labirinto
Cronaca di un risveglio e nascita di una poesia.
Lunedì 18 Giugno 2012 10:28
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Il risveglio con Te e l’odore del caffè
............................................
che inizio di rime scontate
e poi queste rime in e
meriterebbero un bidet
e non per la T che si nasconde
furbamente dietro la pronuncia
Siamo abituati a leggere poesie
confezionate pronte
invece voglio ora regalare
l’attimo prima
quasi fosse una sfida contro il tempo
il concretizzarsi di un passaggio
di una volontà a portare
qualcosa da un universo ad un altro
fatto di etichette da appiccicare
per avere il tutto
sapientemente discretizzato
per la conoscenza
per lo sfoggio di cultura
perchè Noi siamo ciò che sappiamo
Io a volte non so niente
.................................
.................................
Ti ritrovi un poesia che macina dentro
così all’improvviso
e vorresti stenderla come pasta fresca
nel risveglio lento del mattino estivo
ti ha preso così
tra Te e Lei che dorme
e mugola nel risveglio
e ne godi a pieno e la contempli
nei tratti dolci nelle mani
che stringi mentre pensi
e ti ritrovi a scrivere dopo alzato
per prendere il taccuino degli umori
e Lei si rigira a panciaingiù
coi capelli chiari appesi nell’abisso
tra il letto e il pavimento
Mute
astanti
attente
antenne
dritte nel vento
osservano
IO scrivo affondato
su di uno sbalzo di cemento
sopra uno slargo
sapientemente speculato
con box auto interrati
e cancello automatico
sussultante alla chiusura
Una voce di donna risponde
a un citofono tre volte chi è?
ed io che sono fuori rispetto a lei
so che non c’è nessuno
e tutto continua in
un lenzuolo viola nel vico che s’agita
nella quasi monocromia giallina del contesto
nello scorrere d’auto e vento
che muove panni e foglie
Ora ho lasciato il vento e ti ritrovo
col mattino appeso
al carnoso delineato
labbro superiore
ti giri sul fianco
mentre il lenzuolo è vestito fermo
in linea retta e un po’ drappeggiata sul seno
Sei cornucopia!
Ma già un attimo dopo
i piedi sbucano alla punta
cerchi la mia mano
nel vuoto della tua testa
nella luce della stanza io sorrido
ti scopro lentamente e ti bacio l’addome
mentre il seno sbuca e mi punta
con occhio da bikini
t’osservo ancora e non basta
mi guardo a destra
e trovo il cucciolo fermo a terra
dorme stoppato con le gambe in corsa
tu ti rigiri io metto un punto.
Buongiorno Amore!
Valeriano Forte
Abbiamo tutti un blues da piangere
Lunedì 11 Giugno 2012 00:00
00:45 Il fornaio prepara l’impasto
per la notte che verrÃ
per non spezzare
il lievito del sempre
e saracinesche
distese e mute come scale assolate
in anfratti urbani giacciono
nella quotidianetà dei pezzi
banali e costituenti
nella assolutezza dello stare
il Tempo scorre imperturbabile
la soglia rimane soglia
e l’albero continua a rifiorire
la ringhiera è ringhiera
ed io la ricordo gabbia
ora invece giace
scrostata e bassa al fianco
sullo stesso panorama accumulato
sotto mucchi di sguardi
volanti e abbandonati
Mio padre ricorda gli strati
mia madre altrettanto
ed io invece ritrovo croste
cresciute e calpestate
e nell’incedere e nell’andare
ti siedi dove prima c’era un gelso
e la sua macchiante anima ora
è una chiazza d’urina canina
L’organicità del cemento
è contraddittoria
è un seno finto
è bara che respira
ci hanno costruito capanni
nell’illusione del riparo
e della proprietà privata
degli attici con la chimera delle stelle
nessuno ci spinge più
gli aguzzini hanno buttato le fruste
ed ora posseggono grandi scrivanie
e bracci armati
e palazzi e circoli dove trovarsi
per discutere del destino
Vivo come un cane in città desolate
ma non posso pisciare dove mi pare!
La mia anima la pianto nel grido
nell’inchiostro nella lotta e nel sorriso
nel dolore e nell’amore
la verità è che vorrebbero
farmi sentire piccolo
inerme e insignificante
P.C.C. Produci Consuma Crepa
credevo fosse una sigla di lotta
invece è un monito a morire
Non voglio presentare teoremi
non propongo corporazioni
mi allontano e mi dissolvo
non senza avervi dato
qualche calcio nei coglioni
Agli occhi dei più
un Poeta non è niente
è un disoccupato
carta scritta e pugni d’emozioni
guardano all’allegro taccuino
non accorgendosi dell’anima macigno
e della lingua spada
sotto cui però distese e distese di fiori.
Valeriano Forte
Tra una discarica di stelle e paura
Martedì 29 Maggio 2012 10:51
Quante notti in cancrena
nel cuore di molti di Noi?
da soli a cercare una scala
per giungere li lontano
a cavallo di un uragano o
di un amore mal corrisposto
da abbandonare tra una discarica
di stelle e paura
con luna guardinga muta
compiacente come Dio che
non giudica ma irraggia
Quante notti ad urlare
contro fantasmi sordi
aleggianti e stolti con
le nostre membra stanche
di corse inutili tra folle di stupidi
affranti lottatori per la Vita
Ho scavato fosse
trasportato borse di ricordi vecchi
che la mente a stento sente
ora quell’attimo che fu rimane
tra fiori secchi e marcescenti
con parole strette tra i denti
senza la spinta del veleno e
del rancore per il rumore
che non si è fatto insieme
e il tutto depongo ammontando
la terra quella stessa terra
che in silenzio ospita la Vita
ma quando trema poi
inghiottisce e voragina
come un amore quando è Vivo.
Valeriano Forte
Mezzo pieno
Mercoledì 23 Maggio 2012 17:10
Trema la mia voce.
Tremano le mie mani.
Tremo al pensiero,
che tutto possa finire,
che finisca il mio tempo,
un tempo che non abbiamo mai avuto
che non ci è mai appartenuto.
Tremo perchè la vita non può,
non deve finire nello spazio
di un battito di ciglia.
Tremo nella consapevolezza
che tutto ci è stato regalato,
ma non è nostro.
Tremo, ma...
...sono sicuro che non sarÃ
un terremoto, una bomba o
il "potere" di qualcuno
che ci farà rinunciare alla speranza,
anzi è questa la sfida,
affrontiamola oggi per poter vivere una
vita migliore domani.
davide scannapieco
Dedicato a Falcone e chi come lui affronta le sfide per regalarci una vita migliore,
alla ragazza di brindisi che ha perso il "domani" vittima di chi costruisce il potere sulla paura,
ed anche alle vittime inconsapevoli del terremoto.
Ad una bella chioma
Lunedì 21 Maggio 2012 08:44
La chioma fluente
Degna cornice di un bel viso
Scende con i suoi riccioli inanellati,
come ruscello dal dorato aspetto.
È uno spettacolo tutto da narrare,
che scende rapido dall’occhio al cuore,
per intenerirlo e tenerlo legato
da un dolce sentimento
furtivo e innocente
come una primula
dal dorato incanto.
La natura ha voluto la bellezza
per concedere letizia al cuore,
come spettacolo gratuito ed innocente,
che risplende dal bell’aspetto
come la chioma di Berenice
costellazione celeste...
Giuseppe Stolfi
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