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Caso Cucchi. Indagini chiuse: Stefano fu picchiato, 13 indagati.


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cucchi fu picchiato dagi agenti Procura di Roma. Il personale medico e paramedico dell'Opedale Sandro Pertini commise omissioni e negligenze letali... La condanna che rischiano ora é: 8 anni di reclusione. Si tratta di 6 medici del noto Ospedale della capitale: Silvia Di Carlo, Aldo Fierro, Bruno Flaminia, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite, Rosita Caponetti; e tre infermieri (Giuseppe Fluato, Elvira Martelli e Domenico Pepe). Sono accusati di favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d'ufficio, falso ideologico. Lesioni e abuso di autorità sono invece le ipotesi di reato contestate agli agenti della polizia penitenziaria: tre guardie carcerarie (Minichini Nicola, Corrado Santantonio e Antonio Domenici) e un funzionario del provveditorato regionale amministrazione penitenziaria (Claudio Marchiandi).
I pubblici ministeri negli atti depositati oggi riportano che i sanitari "volontariamente omettevano di adottare qualunque presidio terapeutico al riscontro di valori di glicemia ematica pari a 40 mg/dl, rilevato il 19 ottobre, pur essendo tale valore al di sotto della soglia ritenuta dalla letteratura scientifica come pericolosa per la vita, neppure intervenendo con una semplice misura quale la somministrazione di un minimo quantitativo di zucchero sciolto in un bicchiere d'acqua che il paziente assumeva regolarmente, misura questa idonea ad evitare il decesso".
"Volontariamente omettevano di intervenire effettuando un elettrocardiogramma che appariva assolutamente necessario, anche in relazione al riscontro in data 17 ottobre di una frequenza cardiaca pare a 46 Bpm, limitandosi ad annotare nella cartella clinica un asserito rifiuto del paziente a sottoporsi all'esame Ecg, senza adoperarsi per ottenere un consenso informato documentato e sottoscritto del paziente, non adottando neppure attraverso una semplice palpazione del polso alcuna misura diagnostica atta a controllare l'evoluzione della bradicardia, né adottavano alcun presidio diagnostico diverso al fine di chiarire l'origine di tale bradicardia, che in data 21 viene segnalata in cartella pari a 36 Bpm, omettendo inoltre il controllo seriato degli elettrodi e della glicemia, accertamenti questi di assai semplice esecuzione in presenza di prelievi ematici quotidiani".
Non informarono Cucchi dei suoi diritti e non controllarono nemmeno se il catetere che gli era stato applicato funzionasse come previsto. E ancora i sanitari dell'ospedale "volontariamente omettevano di comunicare al paziente l'assoluta necessità di effettuare esami diagnostici essenziali alla tutela della sua vita, limitandosi ad annotare gli asseriti rifiuti nella cartella clinica, motivati dalla volontà di effettuare colloqui con un avvocato, circostanza questa che omettevano di comunicare a personale della polizia penitenziaria preposto".
E inoltre "volontariamente omettevano di intervenire pur avendo constatato, la criticità delle condizioni del paziente, tanto da indurli a decidere di inviare in merito una missiva al magistrato competente, non trasferendo con urgenza presso un reparto più idoneo, misura questa che sarebbe stata assolutamente doverosa in presenza delle condizioni descritte dagli stessi sanitari nella missiva, e agevolmente attuabile con il trasferimento del paziente al pronto soccorso del medesimo ospedale nel quale la struttura protetta è allocata". E poi "volontariamente omettevano di controllare il corretto posizionamento o l'occlusione del catetere determinando l'accumulo di una rilevante quantità di urina in vescica (1400 cc) con risalita del fondo vescicale e compressione delle strutture addominali e toraciche..." Le indagini hanno inoltre concluso che Sfano fu pestato dagli agenti.  Per i pm, infatti, i tre agenti di polizia penitenziaria "fecero cadere a terra" Stefano Cucchi causandogli un "politrauma" nella zona "sopracilliare sinistra", ferite alle mani e lesioni al gluteo destro e alla gamba sinistra nonchè "l'infrazione della quarta vertebra sacrale". E, "allo scopo di far desistere Cucchi" dalle "reiterate richieste di farmaci e alle continue lamentele", sottoposero il detenuto a misure illecite.
La famiglia di Stefano Cucchi si é detta soddisfatta per il grande lavoro svolto dai pm  Vincenzo Barba e Maria Francesca Loi...E in una nota hanno tenuto a ribadire:"Quando è stato arrestato Stefano stava bene ed è morto in condizioni terribili per il semplice fatto che stava male perché picchiato dagli agenti di polizia penitenziaria. Ed è stato picchiato perché si lamentava e chiedeva farmaci. Questa è la tremenda verità che emerge chiaramente dal capo d'imputazione particolarmente articolato. Non dimentichiamo che senza quelle botte Stefano non sarebbe morto. I medici si devono vergognare e non sono più degni di indossare un camice". 

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