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Condannati Rocco Barone, Michele Di Genio ed altri 4 medici del San Luca di Vallo per la morte di Francesco Mastrogiovanni


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Omicidio di Francesco Mastrogiovanni a Vallo della LucaniaVallo della Lucania (Salerno) - Francesco Mastrogiovanni è morto per la negligenza di sei medici prestanti servizio presso il Dipartimento Psichiatrico Diagnosi e Cura dell'Asl Salerno 3,  che nell'effettuare il trattamento sanitario obbligatorio sul loro paziente, l'hanno mantenuto legato al letto di degenza per oltre tre giorni (83 ore), senza altrettanta ed adeguata assistenza. Si tratta dei medici Rocco Barone, delegato dal dottor Di Genio alle funzioni di primario ed in servizio quindi in quelle stesse ore in qualità di responsabile del reparto di psichiatria del San Luca di Vallo della Lucania, condannato a 4 anni di reclusione per omicidio colposo, sequestro di persona e falso ideologico; per gli stessi reati tre anni di reclusione ad Amerigo Mazza e Anna A. Ruberto in servizio la stessa notte del decesso del paziente, sebbene quest'ultima presente in reparto solo nello svolgimento di una "supplenza vista la carenza di personale" come dichiara il suo difensore;  4 anni a Raffaele Basso e tre anni e sei mesi all'allora direttore del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura dott. Michele di Genio. A stabilirlo è la sentenza della giudice del Tribunale di Vallo, Elisabetta Garzo, che li ha riconosciuti colpevoli del reati a loro ascritti pur concedendogli le attenuanti generiche e la sospensione della pena di due anni di reclusione al dottor Michele della Pepa. Per i 12 infermieri, indagati e rinviati a giudizio con i loro superiori, il reato penale, secondo la sentenza di primo grado, non sussiste: assolti.

Francesco aveva 58 anni, era maestro di scuola elementare ed in cura farmacologica. Sottoposto a TSO, morì la notte del 4 agosto del 2009, dopo tre giorni di totale impossibilità al movimento di tutti e quattro gli arti, mentre non fu alimentato, né dissetato per bocca, ma solo idratato per mezzo di flebo. Quella notte si agitò molto Francesco, ma nessuno c'era per lui: nessuno. La vittima di malasanità spirò quindi alle 2 di notte, quando il suo cuore, sfinito, smise di battere nell'indifferenza del personale medico e paramedico.

L'indifferenza, come il cinismo, non è elencata tra i diversi reati penali,  ma nulla ne vieta la condanna umana. Quanto, però, i sei condannati per omicidio colposo ignoravano, è la legge, quella sul tso ad esempio, secondo cui il trattamento sanitario obbligatorio non deve ammazzare il paziente, il quale non perde i propri diritti "umani". Nel caso specifico esaminati gli atti ed al termine di oltre 5 ore di camera di consiglio, la giudice ha ritenuto che in luogo di un trattamento sanitario vi fu un vero e proprio sequestro di persona, con cui Francesco Mastrogiovanni fu deprivato della libertà personale a causa della contenzione ingiustificata ed infatti non annotata in cartella clinica da Rocco Barone, lo psichiatra che commise quindi il falso ideologico. A tutti e sei i condannati la sentenza di primo grado impone l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Redazione online
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