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Omicidio Sarah. Cosima Serrano in Caserma, Ivano in Procura, dopo l'ultima perquisizione in via Deledda.


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Cosima Serrano in CasermaAvetrana. Taranto. Cosima Serrano si era contraddetta ed era stata omertosa l'altro ieri, nella Procura di Taranto, durante le tre ore di interrogatorio condotto dai giudici Mariano Buccoliero e Pietro Argentino. Si era trincerata dietro a tanti e tali "non ricordo" da far ritenere agli inquirenti, che abbia non solo coperto sua figlia, ma che possa essere stata addirittura complice dell' occultamento del cadavere.

La notte tra il 6 ed il 7 ottobre scorsi, data del ritrovamento del cadavere da parte dell'Unità cinofila dei Carabinieri guidati dalle indicazioni di Michele, il reo confesso,  la donna spiegò con esattezza alla figlia Sabrina, la quale "era al proprio telefono cellulare", il luogo esatto dove rinvenire il corpo di Sarah. Dettaglio inquietante emerso dai tabulati telefonici e confermato dai due amici dell'indagata, Ivano Russo ed Alessio Pisello, ascoltati in Procura come testimoni. I due giovani amici, coinvolti da Sabrina, erano infatti nell'auto con lei mentre avveniva la risolutiva conversazione con la madre per trovare la direzione verso cui procedere: i tre si erano infatti persi a quell'ora di notte in mezzo ai bui uliveti delle campagne tra Lecce e Taranto. Il corpo della 15enne fu infine trovato nel pozzo della contrada Mosca, le indicazione della mamma li avevano quindi portati, comunque, a destinazione. Il dettaglio sarebbe di per sé agghiacciante, senza l' eventualità, fin'ora accreditata, che la donna stesse interpretando le indicazioni del marito, ma proprio in queste ore è stato richiamato presso la Stazione dei Carabinieri di Avetrana il testimone Ivano Russo, il 28enne amico di Sabrina che aveva dichiarato di non essere stato al corrente della scomparsa di Sarah, avvenuta giovedì 26 agosto, fino alle ore 17.00. Al ragazzo è stato restituito il proprio telefono cellulare dopo 50 giorni d'indagine.

Nella casa di Cosima Misseri questa mattina uomini del reparto di polizia giudiziaria e della sezione investigazione scientifiche del Comando Provinciale dei Carabinieri, hanno effettuato una nuova perquisizione alla ricerca delle chiavi  mai trovate e di cui il reo confesso Michele non sa nulla, con cui Sarah Scazzi uscì di casa quel pomeriggio; al termine di quest'ultimo blitz eseguito dai militari, la donna e la figlia maggiore Valentina Misseri sono state invitate a seguirli presso la Caserma dei Carabinieri di Taranto per firmare il verbale dell'avvenuta perquisizione oltre all'ordinanza secondo la quale dovranno sottoporsi all'accertamento per il confronto delle loro impronte digitali con quelle trovate all'interno del cellulare della vittima.

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