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FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI DA GIUGNO VIA LIBERA AL DECRETO ROMANI


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Il decreto Romani e le energie rinnovabili Ennesimo cambiamento di rotta da parte del Governo sulle fonti rinnovabili.

Il prossimo Giugno verranno rivisti gli incentivi per l'energia fotovoltaica, ovviamente al ribasso, e con l'entrata in vigore del decreto Romani verranno diminuite le possibilità di sfruttare gli incentivi per produrre energia pulita.

Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri dovrebbe perseguire l'obiettivo di arrivare al 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2020, come fissato dall'UE, non si capisce quindi come si pensi di farlo diminuendo le tariffe incentivanti e ponendo dei tetti annuali di produzione di potenza incentivabile.

Inoltre non chiarendo immediatamente quali saranno tali limiti di fatto si fermano gli investimenti, mandando in crisi un settore che in un solo anno ha creato circa 20000 posti di lavoro.

Nel decreto si finge di accontentare le associazioni dei consumatori eliminando il tetto di 8mila MW per l'anno in corso, ma non si specifica quali saranno i tetti da Giugno in poi e quale sarà l'incentivo.

In realtà è l'ennesimo esempio di come la politica vada sempre più a braccetto con le lobby di chi produce energia, vedi petrolieri. E che dire della scelta di costruire centrali nucleari?

Il nucleare era stato abbondantemente bocciato da un referendum in anni in cui poteva avere senso utilizzarlo, e si ripropone oggi che è obsoleto negli altri paesi. A che scopo?

Lo scopo è sempre lo stesso. Nel nostro paese non estraiamo uranio e quindi saremmo costretti ad acquistarlo altrove, proprio come per il petrolio. Quindi una volta avvicinatosi quest'ultimo all'esaurimento ci sarà un'altra cospicua fonte di tangenti per i nostri governanti. Cosa potrebbero invece intascarsi con il sole piuttosto che con il vento o le maree, questi sono a portata di tutti e non si devono importare da paesi retti da tiranni disposti a pagare pur di arricchirsi a loro volta.

Il ministero per lo sviluppo dovrebbe appoggiare le innovazioni e non contrastarle, invece in questo caso, come in precedenza con la larga banda sembra proprio creato per frenare la modernizzazione del nostro paese.

Del resto un paese che viene governato sempre e solo da over 60, a meno che non portino le minigonne, non può pretendere di avere una mentalità innovativa, ma è destinato a restare arretrato, altro che terzo mondo.

RR

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