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Ballata dei codici a barre.


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Non più vuoti corpi a perdere
non più teste appese a pendere
non la mia non la tua non le vostre                     
nessuna più di alcun corpo
che sia ancora merce  fragile

Appesi al filo del consumo
appesi e compressi in induzioni
fiumi di cui le correnti
son le volontà dei padroni
padroni di chi?di cosa?
chi ha scelto questo ruolo?
la stupidità dell’essere
gestita con premura?
o la voce dell’economia?
che guida intrecci e siede porci
camuffati da umani in una parodia

L’abitudine è gomma che cancella
è porta aperta sull’abisso e
una volta giù vaghiamo noi
anime in pena e in cerca
di senso per la nostra vita

La tattica è muta
la nenia è costruita
sostenuta e indirizzata
dalla cornice polliciata
che rilascia nelle nostre case
un virus ad orologeria


Non ci sono cure né dottori
né guru né salvatori
a parte uniche eccezioni
di capi e rivoluzioni
Ma questo è certo e noto
che seppure stupido
il popolo è moto
il popolo è signore
il popolo è sovrano
il popolo ha chiodi
inflitti nella mano
da scardinare prima che
la ruggine suggelli il male

Cosa porterà all’insurrezione?
la fame?il danaro?la preparazione?
l’ignoranza non ha premi ma
ridondanza di assetto e di speranza
La cultura non è quella delle giurie
non è quella attestata né certificata
ma fatta di vita e d’esperienza
d’intelligenza e conoscenza
l’uomo è aperto alla sapienza a
non accettare come fosse un cane
quale sia il cibo quale il giaciglio
cosa sia vivere cosa sia guardare

Non ti distrarre non estraniarti
rimani attento a seguire i fatti
perché non racconto fiabe
ma di uman specie misfatti
Certo tu dirai una volta a casa
tutto bene non rientro nella categoria
della sorda umana specie citata nella poesia

Eppure abituato e soddisfatto
ironicamente stolto
apparentemente colto
cammini eretto ma sei morto
guardi dritto ma giri in tondo
nell’illusione che il tempo sia migliore
Si risvegli il senso critico si coltivi la coscienza
non possiamo più accettare la Morte della Vita
o che divenga nota la recrudescenza
in moto popolo avanti con intelligenza.

                           
                       Valeriano Forte

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