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Never again


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Polvere che non vola e giace

sulla strada lunga per Dachau

Il mio corpo non ha ombra

e il cielo da allora ha ancora

nuvole nere di un odore acre

 

Arbeit Macht Frei

la morte rende liberi di fuggire

da un corpo cumulo di ossa e unghie

in difesa d’una dignità scrigno

non cancellata da cifre tatuate

 

Il 25/08/2013 il cielo piange  ancora

su foto senza colori del 28/06/1938

in cui allineati corpi di vivi e di morti

da pugni stretti sui fianchi

con visi di ghigni e smorfie

accigliati e labbra verso il basso

e occhi giĂ  orbite nella gabbia

inviolabile del corpo piuma

 

Pace Pace Pace Pace

Pace Pace Pace Pace

 

Vestiti come neve posati nel piazzale

e  poi montagne  e montagne di corpi

La natura e la sua bellezza non bastano

a colmare il fossato e il baratro

a spegnere la corrente sul filo

e nemmeno il vento a smorzare

la colonna di fumo nero sul fondo

 

Never again

Never again

Never again

mai piĂą eppure ancora

l’uno conto l’altro

l’uomo contro l’uomo

l’ebreo contro l’uomo

come se tutto questo fosse stato vano.

 

                -- Valeriano Forte --


Ph.: Valeriano Forte
Oltre il filo  (campo di Dachau)

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