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Apparentemente calmo


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Appena è silenzio
rivedo boschi di notte
piedi nudi su neve fresca
nella mia pace tormenta

Ancora vorrei mi amassi
in questa inedia d'elementi
che ti creano Donna
e nel tuo fare 
distratto e consapevole
porti ogni giorno

In quest'aria gravida di tutto
rovistando
nel pattume dell'incoscienza
te cerco
negandoti

Mentre scie verso ovest
han mietuto
terra bruciata alle spalle
tirato via
cotone nero dalle mie ferite
squarciandomi
in fiotti inesaurienti
traboccanti
lividi
lancinanti

Fino a che
non ti caccerò
nell'ultima goccia di sangue
e di sperma
fino a quando
la sorella morte
non si sarà stancata
di Me
di passeggiare
ammaliante
e calma affianco
Tu sarai
il febbrile respiro 
del mio Tempo.

               Valeriano Forte

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