Google+

GIAMPAOLO PANSA: CARTA STRACCIA


clicca qui per le news su Kayenna.com

GIAMPAOLO PANSA: CARTA STRACCIA Caro Giampaolo Pansa, le anticipo che sono un suo assiduo lettore sin dai tempi di "Il gladio e l'alloro", ho sempre pensato che lei non sbagliasse nello scrivere libri che portassero alla luce alcune nefandezze perpetrate da sedicenti patrioti durante la Guerra Civile Italiana.

Notevoli infatti sia "Il sangue dei vinti" che "Sconosciuto 1945" i quali mostravano come molte persone sparite ed assassinate nel periodo immediatamente successivo la fine della seconda Guerra Mondiale, fossero vittime di omicidi che nulla avevano a che fare con l'aver avuto qualche ruolo nel regime fascista.

Ogni persona di buon senso e non schierata ideologicamente sa che nelle guerre si consumano anche tragedie che esulano dalla normalità, quindi è plausibile che molti avvenimenti debbano avere una lettura che si discosti da quella che i partiti politici vincitori vogliono che si inculchi nelle menti del popolo.

Bene quindi ha fatto nel mettere in luce veri e propri omicidi ed anche il protezionismo che i partiti e le associazioni della Resistenza hanno mantenuto nei confronti, soprattutto, degli assassini più vicini a loro.

Dopodichè in lei è successo qualcosa. Gli attacchi cui è stato sottoposto hanno modificato la sua obiettività e le hanno fatto perdere quella equidistanza necessaria quando si tratta di argomenti così delicati.

Negli ultimi libri sull'argomento, vedi "La grande bugia" - "I gendarmi della memoria" -  "Il revisionista" - "I vinti non dimenticano", ha evidenziato infatti una maggioranza di rese dei conti che, pur essendo condannabili, erano  normali per il momento storico che si viveva, ed inoltre si è più concentrato ad attaccare chi la tacciava di aperto revisionismo piuttosto che di portare nuovi fatti e testimonianze.

L'apice di questa sua rivalsa lo ha raggiunto in "Carta straccia". Infatti in quest'ultimo libro lei attacca tutto ciò che è il giornalismo di sinistra, settario, fomentatore d'odio, violento. Continua a definirsi lei stesso un uomo di sinistra, ma quale sinistra?

In Carta straccia lei attacca sempre e solo una parte politica, taccia Repubblica di essere un giornale partito, tutti i giornalisti che attaccano l'ex premier Berlusconi sono settari.

Giustifica e considera grandi professionisti solo i direttori e gli ex direttori del Giornale e di Libero Feltri e Bel Pietro. Per non parlare di Sallusti e Ferrara. Non una parola contro i telegiornali schierati pro Berlusconi che vanno dallo scandaloso TG4 di Emilio Fede al TG1 targato Minzolini. Lei attacca Travaglio, Santoro, Lerner e chiunque in questi anni ha sparato contro l'uomo di Arcore. Non le sembra di essere anche lei molto schierato?

Capisco che dopo aver sempre scritto per i giornali su cui oggi sentenzia gli unici che lo hanno accolto sono quelli dell'ex premier, ma questo non giustifica il suo livore contro persone che ad oggi non sono state smentite dai fatti su ciò che hanno raccontato, proprio al contrario di coloro che lei ammira nel suo manoscritto e che hanno inventato falsi scoop e dossier per controbbattere le trombe di sinistra.

Nello stesso componimento lei si dice contrario ad ogni forma di violenza, sia verbale che fisica, la prima porterebbe alla seconda, come non essere d'accordo? Ha ragione però spesso le manifestazioni violente sono conseguenza non delle parole di questo o quel rappresentante politico, ma del disagio e della sofferenza delle popolazioni che, giunte al culmine della sopportazione si abbandonano a gesti che in una società normale e legale non si sognerebbero mai di fare.

In conclusione caro Pansa lei predica bene ma razzola male, se avesse attaccato la carta stampata e le trasmissioni televisive con equidistanza sarebbe stato molto più credibile. Del resto si sa si nasce rivoluzionari e si muore conservatori.

RR

Articoli correlati

fbPixel