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A una novella Aspasia


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Non amo te, che al par delle altre donne, 
sotto un ingenuo riso
celi un estroso demone maligno,
Ma amo il pensier mio che ancora illuso
serba nella memoria
Il tuo primo apparire angelicato.
Io con dolor rimiro
Quanto divario corre
Tra quella che tu sei e l’ideale
Che di te mi pensava.
Ma tu, nel corpo, sei per me già morta;
sol vive e mi consola
L’immagine di te ch’ io mi sognai
In celeste dlirio.E la mia vita
Sara tutta in quel sogno....
Copra l’oblio i tuoi detti menzogneri,
serbi il pensier la tua presunta gloria,
e mi sorregga ignaro
di tua viltà, un angelico ricordo
che immeritato alone
ricinge alla tua chioma
e d’ignote virtù sempre t’adorna.


Le quattro stagioni dell’amore

In primavera ci siamo conosciuti
In estate c’è stato il nostro caldo amore
In autunno è sceso un velo di nebbia
In inverno è stato tutto coperto dal gelo                                                                           
                                                  Giuseppe Stolfi          


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