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Cultura e spettacolo

Finale di partita di Samuel Beckettp per la regia di Massimo Castri

Sabato 19 Marzo 2011 10:23


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Finale di partita di Samuel Beckett al Teatro nuovo Martedì 15 marzo grande attesa al Teatro Nuovo per la prima napoletana della rappresentazione dell'anno (Premio UBU 2010):Finale di partita di Samuel Beckett. 
Lo spettacolo, tratto da uno dei maggiori capolavori del Novecento (1957 prima rappresentazione a Londra, Royal Court Theatre, per la regia di Roger Blin) di uno dei mostri sacri del teatro del secolo scorso (nel 1969 Beckett venne insignito del Premio Nobel per la letteratura), si avvale - nella traduzione di Carlo Fruttero - della prestigiosa messinscena di Massimo Castri. L'attore e regista di Cortona, è da oltre quarantanni tra i più significativi interpreti del teatro classico e contemporaneo (da Sofocle, Euripide e Seneca a Scabia passando attraverso Calderon, Shakespeare, Goldoni, Goethe, Kleist, D'Annunzio, Pirandello, Cechov, Genet, Pasolini...) ed ha ha voluto misusarsi anche col grande drammaturgo irlandese.
Finale di partita è uno dei maggiori capolavori del Novecento (tra le più inquietanti produzioni di quel presunto "teatro dell'assurdo" di cui Beckett è espressione), testo a lungo analizzato dal grande filosofo e critico Adorno, come modello esemplare dell'opera d'arte che dichiara ed esalta la negatività del presente e che acquista senso solo nella sua mancanza di senso.
"Il mio lavoro è una questione di suoni fondamentali. Se qualcuno vuol farsi venire il mal di testa con i significati reconditi, faccia pure. E si procuri un'aspirina !". Così tagliò corto Samuel Beckett introducendo Finale di partita, ma anche in Aspettando Godot (altro capolavoro del drammaturgo irlandese), l'autore ha provveduto a sbriciolare il teatro borghese della tradizione con il progressivo svuotamento della forma teatrale dominante, prosciugandola dall'interno.
Così il dialogo rimane fine a se stesso e perde la sua funzione significante, rivelando la propria natura di puro pretesto verbale per la sola rappresentazione teatrale.
Un metateatro, dunque, in cui il personaggio serve a "dare la battuta" ed a chiedere "perché questa commedia tutti i giorni?" insomma a "fare la mossa" (nella metafora della partita a scacchi), per poter "recitare" fino al catacombale "non parliamo più".
Si consacra, quindi, l'inganno della parola e l'impossibità di comunicazione tra gli uomini attraverso il dialogo.
Inoltre i personaggi della pièce si imbattono anche nell'incapacità di relazioni e corrispondenze "fisiche": il protagonista Hamm è cieco e non può camminare, la sua controfigura-coprotagonista Clov non può sedersi, mentre i comprimari Nagg e Nel sono senza gambe e rinchiusi separamente in bidoni dell'immondizia, profetica metafora della condizione umana contemporanea.


 

Al grande fratello si sponsorizza l'uso di alcol. La denuncia di DJ Aniceto.

Mercoledì 09 Marzo 2011 14:40

Dj Aniceto, dal Chiambretti Night contro alcool e droga Sono più di 20mila i morti ogni anno in Italia per abuso di alcol e per problemi alcol-correlati, secondo dati pubblicati dal ministero della Salute. In Italia si continua a sottovalutare questo dramma sociale, l'ultimo allarme lo ha lanciato Dj Aniceto, testimonial dei sani valori al Chiambretti Night, da sempre impegnato nel sociale, membro della Consulta Antidroga presso il dipartimento governativo guidato da Carlo Giovanardi a Palazzo Chigi. L'accusa è precisa, il grande Fratello si è trasformato in un wine bar e va ridimensionato. "L'alcol ha uno spazio sempre maggiore nella vita sociale della 'casa'' molto più spesso della sigaretta. - rincara Aniceto - "E Viene sorseggiato in un contesto di convivialità e piacere, che ispira scandalosamente benessere e divertimento. E' veramente triste vedere anche in fasce non protette i concorrenti, e soprattutto 'le concorrenti' sempre attaccate ad una bottiglia di birra o ad un bicchiere di vino. Complici forse gli autori viste le proprietà disinibitorie dell'alcol per dare più brio e sex appeal al programma. E tutto questo è molto squallido. da persona che si occupa quotidianamente di lotta alle dipendenze mi offende parecchio. I concorrenti, la produzione, gli autori devono rendersi conto che quello che stanno facendo è una trasmissione televisiva seguita da milioni di persone e non ci deve essere assolutamente promozione occulta al consumo di alcol visto lo spirito di emulazione che potrebbe portare molti giovani ad imitare i gieffini con le possibili gravissime conseguenze che tutti purtroppo conosciamo.

 

DJ Aniceto, personaggio di punta di Chiambretti Night. Chi lo ama e chi lo odia.

Giovedì 17 Febbraio 2011 14:13

Dj Aniceto e Piero Chiambretti Robbie Aniceto, in arte Dj Aniceto è da sempre un personaggio televisivo molto discusso, non ci sono mezzi termini: c'è chi lo ama e chi lo odia... In una sua recente apparizione nella trasmissione Chiambretti Night, dopo aver criticato senza pudore Fabri Fibra, si è tirato dietro una valanga di improperi dai fans del cantante; non contento, nelle puntate successive si è scagliato anche contro i Club Dogo e Morgan.
Tanta veemenza da parte di Aniceto, che con il suo impegno è sempre in prima linea contro la droga e contro tutte le dipendenze, gli ha spesso procurato problemi con il suo lavoro di DJ.
Aniceto però grazie al suo impegno sociale, è diventato membro della Consulta nazionale degli operatori ed esperti per il dipartimento delle politiche antidroga, ed ha conquistato l'affetto del pubblico tanto da trasformarlo in uno dei personaggi di punta dello show targato mediaset ,Chiambretti Night.
Famiglia Cristiana premiando i sani valori  di cui tratta con tanto coraggio Aniceto in tv, gli ha dedicato a pag. 132 nel numero 8 da oggi in edicola, una speciale intervista dove il dj salernitano, si è espresso su cosa lo ha spinto ad intraprendere la dura lotta contro la droga, sul peso che hanno i dj nel mondo del divertimento e sul facile consenso dei cattivi maestri in tv.

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DJ ANICETO vs MORGAN al Chiambretti Night

 

Sanremo 2011 la critica del DJ Aniceto.

Mercoledì 16 Febbraio 2011 10:32

Sanremo 2011 la critica di Dj Ancieto Visto il mio amore per il latte, non potevo non seguire quanto meno la prima puntata del festivalone condotto da uno dei miei cantanti preferiti. Gianni Morandi, che nella sua vita avrà fatto mandare a comprare ai propri figli, da tutte le mamme italiane, triilioni di litri di latte. In questo caso Ovviamente ha aperto il festival una super mamma Antonella Clerici con tanto di figlia di un anno al seguito. Che per poco non mi faceva telefonare al Telefono azzurro per l'orrenda visione, dopo aver mercificato migliaia di bambini a Ti lascio una canzone, non poteva non mercificare anche sua figlia alle forche caudine televisive. Fossi al posto suo mi vergognerei! Finalmente è poi iniziato il vero festival, un trionfo della canzonetta ad alto tenore radiofonico con tutte le canzoni omologate ai suoni ed alle metriche dei Negramaro e dei Subsonica. Non sono poi mancate le stonature!  Con tutte le stecche che ho sentito, sembrava di essere in un sushi bar. Prime fra tutte Anna Oxa ed Anna Tatangelo, che per fortuna sono state subito eliminate da dei giurati evidentemente  molto dotati dell'x-factor! Poi un Max Pezzali inguardabile, Un osceno Tricarico con una canzone dall'alto tenore leghista, Una terrificante visione di Patty Bravo che sembrava un'aliena dalla maschera di cera. E per non parlare Di Albano in versione 'maitresse' con una brutta canzone dedicata alle prostitute. Gli unici che salvo sono I Modà con Emma e Luca Madonia con Franco Battiato che secondo me sentiremo molto sulle radio e che (spero) vedremo sul podio di questo festival. Il resto calma troppo piatta. Non ho visto ancora i dati d'ascolto ma penso che la prima puntata andrà bene per via della curiosità della gente, le altre puntate invece, andranno male, il ritmo lento dovuto ai troppi presentatori, ce ne sono ben 5 , e fanno tutti la stessa cosa, presentare cantanti ed autori delle canzoni e nulla di più. La scenografia troppo buia, la mancanza dei fiori di Sanremo e lo straripante impaccio del duo Belen - Elisabetta Canalis, due ragazzotte troppo legate al mondo del gossip e che se gli togli i fidanzati non valgono nemmeno un articolo sul più infimo giornalaccio dei fattacci, e la mancanza di ospiti veramente famosi ed internazionali  fanno supporre un non troppo lento  e morigerato disastro di audience. La cosa che mi dispiace di più è che noi siamo  conosciuti all'estero soprattutto per il festival di Sanremo ed in molti paesi esteri addirittura fanno dei gruppi d'ascolto ed amano sopratutto la nostra bella musica melodica ed i fiori, e se mancano questi ingredienti  ci siamo sicuramente persi anche quel po di  positività che lo scandalo legato a Berlusconi ci ha quasi tolto del tutto nel mondo!!!

In esclusiva per Kayenna.Net

 

La trilogia degli occhiali - prima nazionale

Giovedì 03 Febbraio 2011 13:34

La trilogia degli occhiali La Trilogia degli occhiali, prodotto  dal Teatro Stabile di Napoli, Compagnia Sud Costa Occidentale di Palermo, Crt di Milano e Théâtre du Rond-Point di Parigi sarà rappresentato al S. Ferdinando di Napoli fino al 6 febbraio.

Lo spettacolo sarà in Francia l’11 e 12 febbraio al Festival di Liège, a Milano dal 15 febbraio al 5 marzo al Teatro dell’Arte e in scena a Roma dal 9 al 27marzo al Palladium, per poi passare da Vicenza, Cagliari, Genova, Venezia, Buti, Taranto, Torino, Asti, Noto e Rouen.

Non è proprio acquasanta quella che l'attore dalla maglia sbrindellata, seduto - quasi in proscenio -  sulla prua rossazzurra di un aborto di barca, spruzza con la bocca sugli spettatori della prima fila in attesa che inizi lo spettacolo.
Si presenta così, in maniera volutamente provocatoria, la prima pièce della trilogia di Emma Dante in questa attesissima prima nazionale dopo l'esordio (2010) della sola Acquasanta al Teatro Valle di Roma.
Lo spettacolo procede attraverso tre rappresentazioni autonome che hanno come sottile - ma determinante - elemento comune gli occhiali, inforcati all'occorrenza dai protagonisti delle diverse storie: “Creature che usano gli occhiali per difendersi dal mondo e per guardarlo come meglio credono..." (Emma Dante).
Perciò 'o Spicchiato, (un intensissimo Carmine Maringola) l'uomo solo ancorato a quel simulacro di barca con delle corde, alla maniera delle marionette del teatro dei pupi, riavvia l'orologio del tempo caricando un nugolo di contaminuti che dondolano ticchettanti sul suo capo, così come le minuscole ancore-gabbiani che fluttuano nello spazio ad ogni movimento di richiamo di corde-braccia-schiena.
Ballarini da la trilogia degli occhiali di Emma Dante E poi la sua voce, in un suggestivo idioma napoletano di periferia suburbana che, in quella terra straniera di nessuno della terraferma  rievoca  a più voci, alla maniera di un cuntastorie, un suo epico ed improbabile salvataggio della nave durante una tempesta.
Ma quella nave ha preso il largo senza di lui ed il mare gli porta solo - con intensa teatralità - gli echi lontani delle voci di marinai e del capitano lasciandogli sulla bocca  l'amara  bava  dell'abbandono e della povertà.
Così "indifferentemente" la sua voce entra in disperante sintonia con quella di Sergio Bruni, dopo il tormentoso, inutile e struggente canto d'amore (per il mare) di Maruzzella.
Anche Nicola, il giovane protagonista de Il castello della Zisa (il bravo Onofrio Zummo) possiede strabici occhiali: immobile su una sedia, vede solo l'immaginifico castello della sua infanzia e non risponde agli stimoli di giochi infantili di due suore-infermiere (le efficaci e sincroniche Claudia Benassi e Stéphanie Taillandier). D'un tratto il miracolo: Nicola riprende lentamente i movimenti, poi parla, corre, fa salti mortali, racconta, si eccita, si masturba, infine l'urlo. Quindi, di nuovo, l'immobilità mentre cala l'autistico silenzio della morte.
Nella terza pièce - anticipata nel ridotto del teatro durante il primo intervallo da uno struggente ballo sulle note di Parlami d'amore Mariù cantata da Vittorio De Sica - dal titolo Ballarini  (i suggestivi e brillanti Sabino Civilleri ed Elena Borgogni), una vecchissima donna, curva come una elle rovesciata, apre un baule d'epoca, accende il firmamento ed infila faticosamente una giacca da cerimonia all'amante di una vita, per iniziare  con lui un grottesco ballo erotico. Il vecchio, poi,  estrae un orologio dal taschino e comincia così il conteggio a ritroso di una vita, con la coppia che si toglie la maschera da vecchi, inforca gli occhiali  riprendendo a ballare la propria giovinezza e la storia di un amore...(continua)


 

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