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A Salerno una serata a più ‘voci’ per ricordare Franca Rame


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A Salerno una serata a più ‘voci’ per ricordare Franca Rame La vitalità, la professionalità, l’impegno civile e l’amore per l’arte di Franca Rame, verranno ricordati dalla Fondazione Salerno Contemporanea, giovedì 18 luglio 2013, presso l’Arena Teatro Antonio Ghirelli di Salerno, con Serata Franca Rame, un omaggio alla straordinaria artista milanese che ha lasciato il segno in cinquant’anni di storia italiana.

Una serata a più ‘voci’ per ricordare la grande protagonista del teatro europeo e la donna impegnata in mille battaglie politiche e civili. Una su tutte quella contro la violenza sulle donne e il femminicidio, tema tristemente più che mai attuale.

L’appuntamento avrà inizio alle ore 21.00, momento in cui l’attrice, sempre in prima linea nelle battaglie per la libertà e la dignità delle donne, sarà ricordata dall’on. Marina Sereni, Vice Presidente della Camera dei Deputati.

Immagini, parole, musica, testimonianze, attraverso brevi interventi, fra gli altri, del Coro Colicanto, l’Associazione “Se non ora quando” di Salerno, contribuiranno a offrire un piccolo regalo in memoria di una donna sempre in prima linea, per giungere al cuore della serata che vedrà in scena Rosalia Porcaro con Una donna sola di Franca Rame e Dario Fo e Franca Rame, per la regia di Enrico Maria Lamanna.

Una donna sola racconta una verità che ancora oggi non deve mostrarsi in pubblico: quella di una vita di una donna fatta di obblighi e vessazioni da parte degli uomini che professano di amarla, che reprimono la sua libertà di pensiero e azione. Una realtà sempre associata agli altri e che invece, ancora oggi, resiste e persiste.

Nei toni della commedia nera, la protagonista sconta una pena: la reclusione nella sua stessa casa, per aver tradito il marito con un giovanissimo vicino ancora innamorato di lei. Una donna divisa tra le avances rudi del cognato, le chiamate di un molestatore, gli sguardi indiscreti di un dirimpettaio e le cure quotidiane per i figli.

Gli unici, questi, a essere risparmiati nell'atto di liberazione finale della donna che, per tutto il tempo racconta e mostra la sua vita a un'immaginaria dirimpettaia, quasi una “rievocazione” di memoria eduardiana.

E' un tipico monologo nello stile di Dario Fo e Franca Rame, in cui il personaggio vive una realtà difficile e lotta contro questa realtà per un futuro immediato migliore.

La donna protagonista si racconta al pubblico dialogando con una nuova dirimpettaia, e man mano che il tempo scorre, le vicissitudini “catastrofiche” della povera “prigioniera” s'incateneranno l’una con l’altra, creando un autentico “delirio”.

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