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Sono indignato

CRISI ECONOMICA: BERLUSCONI PARLERA' A CAMERA E SENATO

Mercoledì 03 Agosto 2011 10:01


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Alla Camera alle 15,00 ed al Senato alle 17,30 (spostato alle 17,30 ed alle 19,30 per evitare ripercussioni in Borsa) questi gli orari in cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlerà della crisi economica che sta spingendo sempre più giù i conti del nostro paese con un continuo tonfo in Borsa dei nostri titoli azionari ed uno spread sempre più accentuato tra i nostri BTP ed i bund tedeschi.

Cosa dirà? Come sempre darà informazioni rassicuranti come è nel suo stile ed in quello del suo Governo che a furia di negare l'evidenza è giunto ad una manovra economica da 70 miliardi di euro che costerà lacrime e sangue sempre e solo alle famiglie ed ai lavoratori.

Racconterà la solita barzelletta di un paese solido e di un sistema bancario che regge.

Inoltre parlerà della necessità di riformare il mercato del lavoro.

Il dubbio che sorge spontaneo è, cosa non funziona nel mercato del lavoro? Come si può imputare lo sfascio creato da una classe dirigente inetta e collusa a tutti i livelli allo statuto dei lavoratori che per l'ennesima volta si chiede di modificare?

Possibile che la responsabilità di ciò che avviene sia di chi lavora e non di chi dirige?

Quali grandi innovazioni frullano per il cervello del Premier a scapito di milioni di italiani che tutti i giorni devono fare i conti su come arrivare alla fine del mese?

Certo per un imprenditore come lui sarebbe una manna avere carta bianca nel poter decidere di licenziare ed assumere a suo piacimento, di poter fare i contratti quando e come vuole, cosa che già si verifica in continuazione nel settore pubblico dove gli aumenti previsti vengono bloccati di continuo e spesso rinviati a data da destinarsi.

Per l'ennesima volta si farà ricadere il peso della crisi sulle spalle dei più deboli, si ridurrà ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, tutto questo il giorno dopo aver riaffermato che il vitalizio dei parlamentari non si tocca, soprattutto per i diritti acquisiti, ossia per coloro che lo stanno prendendo da anni essendo ormai fuori dalle due Camere.

Guai a parlare di ridurre sul serio i costi della politica.

Un parlamentare riferendosi all'eliminazione delle Provincie ha detto che è del tutto inutile poichè le stesse funzioni dovrebbero passare a Regioni e Comuni.

Ciò è vero per quanto riguarda i lavoratori, perchè se le strade da provinciali diventassero regionali e comunali chi le gestisce continuerebbe a farlo e questo anche per gli altri servizi. Però andrebbero a casa migliaia di politici riciclati, piazzati nelle stesse vedi Presidenti, assessori, consiglieri provinciali con un risparmio considerevole per il paese e magari qualche tassa di meno per la popolazione tutta.

Per la politica però è inconcepibile perdere dei posti dove posizionare gli amici e gli amici degli amici, posti dove si possono intascare soldi facili e senza perticolari meriti, classico modo per mantenere felici e fedeli i propri sodali.

Questo Paese per risollevarsi ed uscire dalla crisi può e deve fare solo una cosa, mandarli tutti a casa.

RR

 

PROCESSO LUNGO: BERLUSCONI RITENTA

Sabato 30 Luglio 2011 10:18

Berlusconi e il processo lungo Il senato ha approvato il disegno di legge sul cosidetto processo lungo, ovviamente l'unico modo era porre il voto di fiducia che i nostri rappresentanti sempre più avvitati alla poltroncina parlamentare hanno ovviamente votato con 160 si e 139 no.

Di cosa si tratta?

Il Premier non essendo riuscito a passare con il processo breve, fonte di una nostra precedente indignazione, ed avendo subito un duro smacco con il referendum sul legittimo impedimento, ha chiesto ai suoi legali, tutti ovviamente ministri, sottosegretari ed ora leader del suo partito, di trovare un ulteriore escamotage per far fallire i processi in corso nei suoi confronti dai quali non sa e non riesce a tirarsi fuori pulito come lui pretenderebbe.

In poche parole il provvedimento consiste nella possibilità da parte della difesa di presentare lunghissime liste di testimoni a discarico così da prolungare i tempi del processo ed arrivare alla agognata prescrizione. Inoltre non verrà più considerata come prova definitiva la sentenza di un altro procedimento passata in giudicato, Vi dice niente la condanna di Mills?

Gli altri commi sono di corollario e fumo negli occhi, inasprimento per gli ergastolani che non potranno avere benefici di legge prima dei 26 anni, la non applicazione delle norme nei processi di mafia.

Ancora una volta l'arroganza della maggioranza di Governo nel difendere il suo padrone non si smentisce ed a nulla servono gli appelli del paese ai suoi rappresentanti di legiferare per i problemi della nazione e non per quelli privati del Presidente del Consiglio.

In un momento di crisi economica senza precedenti a cosa pensano i poteri forti, a tassare i poveri e le famiglie, a sfruttare benefici quali le case a prezzo stracciato, vero ministro Tremonti? A ma dimenticavo temeva per la sua sicurezza. Ma soprattutto pensano a proteggersi dalla macchina della Giustizia, l'unica che può dimostrare come per raggiungere determinati livelli di potere e ricchezza ci si è pesantemente sporcati le mani e la coscienza.

RR



 

41° MILITARE ITALIANO UCCISO IN AFGHANISTAN

Martedì 26 Luglio 2011 10:25

Guerra in Afghanistan 25 Luglio 2011.

Il bollettino di guerra dall'Afghanistan comunica dell'ennesimo militare Italiano ucciso nella, ormai non ci crede più nessuno, missione di pace che il nostro paese conduce in quello mediorientale.

David Tobini, 28 anni, primo caporal maggiore dei parcadutisti della "Nembo" di Pistoia è deceduto in seguito ad uno scontro a fuoco a Bala Murghab. Altri due militari sono rimasti feriti, Simone D'Orazio, 28 anni in gravi condizioni e Francesco Arena, 32 anni colpito lievemente.

Ovviamente adesso si sprecano le parole di cordoglio da parte delle massime cariche dello Stato, in primis il Presidente della Repubblica Napolitano ed a seguire tutti gli altri.

Ma la domanda fondamentale è a che servono queste morti? Davvero pensiamo che restando in questo paese si possa difendere la libertà e la democrazia?

Non credo. Sicuramente gli interessi sono altri, di carattere economico. Possibile che noi Italiani si debba sempre e per forza intervenire? Possibile che paesi più all'avanguardia di noi come la Germania si tirino indietro di fronte alla maggior parte di questi interventi in terra straniera e noi invece si sia sempre presenti?

La trovo una assurdità, innanzi tutto perchè siamo uno dei paesi più piccoli ed in crisi dell'Europa e di tutto avremmo bisogno anzichè dilapidare soldi in giro per il Mondo.

Gli italiani sono presenti in tutti gli scacchieri di Guerra dell'Asia e dell'Africa, non solo in Afghanistan, con una spesa che si aggira intorno a qualche miliardo di euro l'anno.

Ma non sarebbe meglio usare questi fondi per quello stato sociale che il Governo in carica cerca di distruggere?

Ha avuto senso intervenire in Libia attaccando uno dei Governi che maggiormente facevano affari con il nostro paese e con il quale avevamo trattati commerciali ed appalti da sempre? Posso capire i Francesi, non avevano interessi e volevano scalzarci da uno dei nostri migliori mercati, ma noi avremmo dovuto contrastare l'intervento, non partecipare. E' inutile aver appoggiato il regime di Ghedafi per anni e poi volerlo distruggere a tutto vantaggio della Francia.

Ritiriamo le nostre truppe da tutti i fronti, risparmiamo i soldi ed utilizziamoli meglio nel nostro paese, lasciamo alle cosidette potenze maggiori l'onere di questa presunta difesa dell'Occidente, risparmiamo le vite di questi ragazzi spesso convinti di andare a far del bene, ma, nella realtà, catapultati in situazioni che altro non sono se non azioni di guerra.

Ricordiamo che la nostra Costituzione prevede che il nostro Paese può mobilitarsi solo per difesa e non per attacco e non mi pare che nel caso della Libia noi corressimo dei pericoli tanto da doverli andare a bombardare.

Risolviamo prima i nostri problemi, abbandoniamo questa mania di grandezza che ci porta a voler essere in prima fila a tutti i costi.

Rendiamoci conto di ciò che siamo:

Un piccolo paese di second'ordine che deve prima di tutto pensare a se stesso.

RR 

 

MANOVRA ECONOMICA: ART. 18 INTERVENTI IN MATERIA PREVIDENZIALE

Lunedì 18 Luglio 2011 15:11

Manovra economica La manovra economica licenziata dalle Camere colpisce nuovamente i lavoratori prolungando i tempi pensionistici.

Già una legge precedente aveva spostato la data di maturazione della pensione di un anno dopo il raggiungimento dei 40 anni di anzianità.

Adesso viene aggiunto 1 mese dal 2012, 2 mesi dal 2013 e 3 mesi dal 2014. Restano esclusi 5000 lavoratori in mobilità.

La motivazione di tale provvedimento, così come quello dell'innalzamento dell'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia per le donne dal 2021, sarebbe giustificata dall'innalzamento dell'aspettativa di vita.

Ma siamo poi così tanto sicuri che la speranza di vita sia in aumento? I dati forniti dall'ISTAT sono veritieri o dettati dalle necessità di Stato, come è sempre avvenuto per l'inflazione? Se ci guardiamo intorno ci accorgeremo che le persone anziane sono si tante, ma sono passati attraverso una vita completamente diversa dai quarantenni e cinquantenni di oggi. Una vita con meno agiatezza, ma sicuramente più sana e meno stressata.

Si potrebbe obiettare che i passi da gigante effettuati dalla medicina abbiano ritardato l'effetto mortale di alcune malattie. Verissimo, però è anche vero che il progresso ha aumentato le malattie cardiovascolari ed i tumori e che queste colpiscono fasce della popolazione molto giovani rispetto all'aspettativa di vita tanto pubblicizzata.

E chi può dire che le persone attualmente di mezza età saranno fortunate come i loro nonni o i loro genitori?

I governanti hanno la sfera di cristallo? Certo loro se ne hanno bisogno viaggiano per il mondo a sostituirsi gli organi, però la storia di un rampollo della famiglia Agnelli insegna, se il male è incurabile non ci sono soldi che possano far guarire.

Inoltre spesso si vive grazie ai farmaci ma in condizioni pietose e ciò avviene a qualsiasi età, per cui come si può pensare di mantenere nei posti di lavoro anziani acciaccati, quando non malati, con la memoria che comincia a perdere colpi ed ormai fisicamente provati e stanchi? Quale azienda li vuole?

Certo il Premier non è mai stanco, nonostante i suoi 75 anni, ma provate a guardarvi intorno e osservate i suoi pari età, lui stesso ha raccontato che in una visita al Pio Albergo Trivulzio avvicinatosi ad una vecchina e chiedendogli l'età, la stessa gli ha risposto che erano coetanei.

Andate nelle strutture per anziani e guardate lo stato in cui versano la maggior parte di questi ultrasettantenni. Credo che nessuno si auguri che l'innalzamento della speranza di vita coincida con una lenta agonia verso la morte.

Quindi insistere ad elevare l'età pensionabile equivale a sperare che la maggior parte delle persone non arrivi neanche a maturare l'agognato traguardo.

RR

 

MANOVRA ECONOMICA AL SENATO: SI PROFILA UNA STANGATA MAGGIORE DEL PREVISTO

Giovedì 14 Luglio 2011 13:37

Manovra economica 2011, una stangataIl testo in approvazione al senato, grazie al maxiemendamento della maggioranza, si profila come una ulteriore richiesta di lacrime e sangue alle classi più deboli del paese.

Infatti anzichè i 47 miliardi di euro previsti si arriverà a 70 miliardi e questo grazie ai tagli previsti sulle agevolazioni fiscali.

Ovviamente, in perfetto stile Berlusconi, i tagli colpiranno i ceti più deboli, infatti la linearità prevista per gli stessi, del 5% per il 2013 e del 20% per il 2014, toccherà tutte le 483 agevolazioni fiscali comprese quelle a favore delle famiglie.

Verranno colpiti i nuclei familiari con figli a carico, spese di istruzione, sanitarie e per gli asili nido e come sempre i redditi da lavoro dipendente.

Grazie a questa manovra chiuderanno strutture quali gli asili Nido che senza l'appoggio dei Comuni non potranno più sostenere i costi e di conseguenza aumenteranno i disoccupati, ma cosa importa di ciò ai plurimilionari e miliardari che ci governano?

I loro figli e nipoti possono permettersi le strutture più costose del paese e del mondo.

La scomparsa degli asili comporterà per le fasce più deboli la necessità di lasciare uno dei coniugi a casa, con ulteriore depressione del reddito familiare e compressione dei consumi.

Grandioso e poi Tremonti parla di ripresa e di aver fatto qualcosa anche per lo sviluppo. Probabilmente per quello del suo portafoglio.

I tagli alla sanità come sempre saranno letali per chi non può permettersi di pagare professionisti e strutture private, certo ma Berlusconi ed i suoi compari possono permettersi di farsi cambiare pezzi in ogni parte del mondo.

I tagli alla scuola, già fin troppo depressa; all'Università, di questa poi non parliamone il figlio del Premier va alla Bocconi, può permetterselo, mica è figlio di un operaio che deve stringere la cinghia per pagare le già esosissime tasse destinate ad aumentare ancora.

Di questo passo alla crisi si aggiunge crisi. Manovre di questo genere portano alla depressione non alla ripresa, colpire i ceti più bassi è la cosa più facile, ma prima o poi il giocattolo si rompe.

Ovviamente non un centesimo è stato tolto ai lauti stipendi di parlamentari e governanti, non un vero taglio è stato effettuato ai loro benefits, siamo impazziti? Loro non possono rinunciare a niente, neanche al barbiere gratis od al cappuccino e cornetto della mattina, non sia mai che rinuncino ad un viaggio gratis in auto blu, magari anche per la moglie che va a fare la spesa.

Tutti a dire che la manovra è necessaria, lo sarà pure, ma con la decurtazione delle agevolazioni sulle ristrutturazioni e sul risparmio energetico si deprimerà anche il comparto edile e dell'energia.

Non c'è che dire, possiamo solo ringraziare questo Governo che prima ci ha propinato fandonie quali che il nostro Paese non era sull'orlo del baratro e poi ci castiga con leggi inique e ancora più dannose.

La manovra è necessaria, votatela, ma poi toglietevi di mezzo avete fatto più danni Voi in un ventennio di chi vi ha preceduto in cinquant'anni di storia nazionale.

RR

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