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Sono indignato

LIBIA: LE AZIONI DI PACE

Lunedì 21 Marzo 2011 08:15


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Guerra in LibiaIl presidente della Repubblica Napolitano, a Milano, ha definito l'intervento in Libia Missione di Pace. Infatti da domenica otto aerei dell'esercito italiano stanno portando la pace in Libia scaricando bombe su quelli che vengono identificati come obiettivi sensibili. Che strano modo di parlare di pace, o forse è solo la necessità di mistificare quella che è una vera e propria azione di guerra nei confronti di un paese straniero?

La nostra Costituzione prevede che le nostre forze armate possano intervenire solo in caso di difesa del nostro Paese da eventuali aggressioni, ma negli ultimi anni ciò è stato disatteso in nome delle missioni di pace, che non si capisce bene perchè somiglino tanto a delle azioni di guerra.

Certo lo statuto dell?ONU, al quale siamo soggetti anche noi Italiani, prevede che pur di portare la pace in territori dove la popolazione viene soggiogata i paesi aderenti possano usare anche la forza. Ma casualmente tali interventi vengono effettuati sempre in medio oriente ed in Africa dove gli interessi petroliferi sono enormi.

E che dire del fatto che dagli anni settanta del secolo scorso, sino a pochi giorni fa, il leader libico Ghedafi era considerato un amico dell'Occidente ed un baluardo contro l'integralismo islamico, e tutti i paesi a partire dall'Italia facevano affari d'oro con tale regime, tanto che i libici sono presenti nell'azionariato delle nostre maggiori aziende?

Abbiamo già dimenticato i baciamano, le tendopoli nel centro di Roma?

O forse è solo che in questo momento sembra un pò più debole poichè per la prima volta è stato al centro di un azione di ribellione da parte di un consistente numero di compatrioti?

Tutte domande delle quali conosciamo già le risposte. Illudiamoci pure che il nostro intervento serva effettivamente a portare un pò di benessere agli oppressi, in questo caso tutti sarebbero in prima linea, il problema è che, come insegnano IRAQ e AFGHANISTAN, ciò non avviene e queste azioni non ottengono altro che mantenere queste regioni del mondo in un costante stato di agitazione e guerriglia.

Per cui caro Presidente Napolitano non ci propini per l'ennesima volta che siamo in missione di Pace.

Come sempre siamo in GUERRA.

RR

 

150 ANNI DELL'UNITA' D'ITALIA

Venerdì 18 Marzo 2011 08:50

150 anni unitù d'Italia. Bossi e Calderoli Finalmente abbiamo festeggiato i 150 anni dell'Unità d'Italia.

A vederli in Parlamento a farsi i complimenti gli uni con gli altri, sembravano davvero tutti uniti e sinceri. Peccato per quei posti vuoti dei leghisti, per il ministro Bossi che parlava incurante del fatto che si stesse suonando l'Inno di Mameli, per le manifestazioni del genere di quella di Milano dove i leghisti lavoravano per strada in piazza della Scala per far vedere che loro non festeggiavano.

Ancora una volta una forza politica di questo paese non ha perso l'occasione di dimostrarsi indegna di sedere in Parlamento e nel Governo.

Come può un paese democratico accettare che esista una compagine che continua ad inneggiare ai particolarismi, agli egoismi di campanile ed alla disgregazione dello stato?

E poi che senso ha che chi denigra in continuazione il paese e la sua Capitale sieda in Parlamento prendendo le cospicue rendite che questo presuppone?

E' facile gridare alle manifestazioni facendo leva sull'egoismo di chi ha interessi di parte e promettendo di far pagare agli altri ciò che dovrebbero pagare loro, vedi multe per le quote latte.

La vera unità d'Italia sarà raggiunta il giorno in cui non ci saranno più questi interessi campanilistici, perchè è facile dire che bisogna fermare il flusso dell'immigrazione e contemporaneamente essere i maggiori fruitori del lavoro degli extracomunitari. E' facile dichiarare che Roma è ladrona, ma poi partecipare tutti i giorni al banchetto che vi si tiene.

Non dimentichiamo che durante Tangentopoli al banco degli imputati sedeva anche un tal Umberto Bossi per aver accettato una cospicua somma da una nota azienda del paese e che giustificava il fatto adducendo che tanto lo facevano tutti.

Ma come si sa nel nostro paese si dimentica sempre tutto e si riabilitano i personaggi che altrove sarebbero stati gettati nell'oblio o ricordati come dei veri e propri nemici della patria.

Patria che la maggior parte di noi ricorda solo in occasione di feste o manifestazioni sportive. Patria di cui bisognerebbe ricordarsi sempre rispettandone le leggi ed eleggendo dei rappresentanti capaci ed onesti.

Viva l'Italia

RR

 

Berlusconi un eroe dei nostri tempi... un pò matto un pò eroe.

Lunedì 14 Marzo 2011 09:08

Berlusconi un pò matto un pò eroe Il Premier Silvio Berlusconi ha dichiarato, alla presentazione della legge sulla giustizia varata dal consiglio dei ministri, di considerarsi un pò eroe e un pò matto a spingere per una tale riforma.

In effetti bisogna essere veramente un eroe per presentare una legge che può andare avanti solo a colpi di fiducia in Parlamento, una legge di cui si evidenzia la spasmodica attesa da parte della popolazione, quasi che tutti fossero infognati in beghe giudiziarie a causa di pubblici ministeri persecutori e quindi da punire severamente.

Non credo che le persone comuni sentano veramente questa esigenza, sicuramente si sente la necessità di una maggiore velocità della macchina giudiziaria, ma certo non nel permettere o no agli inquirenti di indagare, cosa che sta molto a cuore al Presidente del consiglio, il quale vuole porre i magistrati sotto l'egida del Governo, così da inibirli da qualsivoglia indagine nei suoi confronti, con buona pace della legge uguale per tutti.

Facciamo un esempio, un cittadino comune viene indagato per il reato di corruzione, il PM presenta richiesta di poter procedere con l'indagine, oggi è obbligato a farlo, sicuramente gli viene concesso; un ministro viene scoperto in un giro di affari sporchi il PM presenta analoga richiesta, secondo voi cosa accadrebbe? Domanda inutile. Ecco il vero intento di separazione delle carriere, di doppio CSM e di controllo da parte del Governo sulla Magistratura...

 

Festa Nazionale del 17 Marzo. Povera Italia

Lunedì 07 Marzo 2011 12:13

17 marzo, l'Italia unita ma pagano i lavoratori dipendenti E' ufficiale. La Festa Nazionale per l'Unità d'Italia qualcuno la pagherà. E quel qualcuno saranno ovviamente i lavoratori dipendenti.

Infatti in base al decreto legislativo promulgato dal Governo, per venire incontro alle esigenze degli imprenditori, uomini santi, che lamentavano la perdita di una giornata lavorativa, le ore verranno drenate dalle ex festività ed esattamente eliminando per un anno quella del 4 Novembre.

Ora viene da chiedersi, ma ai lavoratori lo ha chiesto qualcuno se erano d'accordo? La risposta è ovvia: NO.

Cosa importa a chi comanda questo paese oramai allo sbando se le forze lavorative, che contribuiscono loro malgrado ad arricchirli sempre più, sono o no d'accordo sull'istituzione di una festività che toglie loro la possibilità di usufruire delle ore in un momento più utile? Niente, i sudditi devono subire in silenzio, non vanno neanche interpellati.

E notare che, a differenza di molti rappresentanti del nostro Governo, vedi Lega, io non sono contrario a festeggiare un momento storico sicuramente fondamentale per il nostro Paese e che rappresenta la liberazione dal giogo straniero e l'unificazione della penisola italiana, ma questo non si deve fare sempre a spese dei lavoratori.

Ancora una volta il nostro Governo pecca di supponenza nei confronti delle classi inferiori e di sudditanza nei confronti delle classi più agiate.

Altro che festa dell'Unità Nazionale, viene proprio da dire: POVERA ITALIA.

RR

 

GOVERNO BERLUSCONI IL PIU' SUBDOLO NELLA STORIA D'ITALIA

Martedì 01 Marzo 2011 09:59

Manifesto Berlusconi e le pensioni dignitose Che il Governo presieduto da Silvio Berlusconi fosse subdolo se ne avevano già svariate prove, vedi gli emendamenti inseriti di nascosto in vari ddl o dl per eliminare le liberalizzazioni inaugurate e già perfettamente funzionanti dai decreti Bersani.

Che si inserissero emendamenti quà e là per salvare lui ed i suoi amici dalle grinfie della Magistratura comunista, rea di scoprire tutti i suoi maneggi e vizi oramai è cosa nota.

Che continuasse a spergiurare di non mettere le mani nelle tasche degli italiani salvo poi far approvare a colpi di fiducia il decreto milleproroghe che introduce nuove tasse era nella norma.

Che sfruttasse il decreto milleproroghe per potersi accaparrare uno dei pochi giornali indipendenti ed equidistanti come il Corriere della Sera è nella sua natura.

Ma al peggio non c'è mai fine.

Art. 12 legge 122/2010 sulle pensioni ex fondi speciali.

Tale articolo introduce una contribuzione integrativa che ogni lavoratore che fino al 2000, anno di abolizione degli stessi, era iscritto a fondi speciali, vedi telefonici ed elettrici, dovrà versare all'atto della richiesta di pensionamento.

Tale contribuzione con tanto di rivalutazione sarà talmente elevata che nemmeno il TFR probabilmente riuscirà a coprirla. In caso contrario non verrà riconosciuta la pensione.

Ancora una volta il Governo chi colpisce? Ovviamente le classi più deboli, quelle che già duramente mantengono i figli a scuola o peggio all'università che ha raggiunto costi spropositati per coloro che percependo degli stipendi in chiaro non possono sfuggire alla tagliola del fisco.

Scuola sempre più vituperata agli occhi del Premier il quale inneggia agli istituti privati dove ovviamente possono permettersi di andare i suoi figli o quelli dei suoi amici e mantenuti.

Ogni giorno che passa la vita nel nostro paese è sempre più triste, triste per tutti quelli che ogni giorno si alzano la mattina per raggiungere il posto di lavoro ben sapendo che pur dando tutto ciò che riescono, faranno fatica a raggiungere la fine del mese con qualche euro in tasca.

Tutto ciò mentre alcune categorie se la spassano tra festini, cene e galà alle spalle di chi lavora seriamente.

L'unica speranza è che la popolazione italiana prima o poi rinsavisca e non si faccia più condizionare dalle parole del più grande mistificatore della storia d'Italia.

RR

 

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