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Termina il ritiro militare Usa dall'Iraq, un Paese oggi devastato, violento e più povero di prima.


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L'ultimo soldato USA lascia l'Iraq L'ultimo convoglio militare statunitense ha lasciato l'Iraq; il ritiro militare USA dall'Iraq conclude nove anni di guerra con un bilancio finale disastroso, 4500 soldati americani morti e decine di migliaia di iracheni, tra soldati e civili innocenti, un paese completamente devastato.

I primi ordigni caddero sull'Iraq nove anni fa per rovesciare il regime di Saddam Hussein, con il pretesto di un fantomatico arsenale con armi di distruzione di massa.

Il presidente Barack Obama aveva promesso durante la campagna elettorale di ritirare le truppe dall'Iraq. Per gli iracheni, era diventato un problema di sovranità, anche se, negli ultimi mesi, alcuni settori delle forze armate irachene avevano chiesto di prolungare il soggiorno delle truppe americane nel paese, per garantire sicurezza e stabilità, fino a quando l'esercito nazionale non fosse stato pienamente in grado di farsi carico della sicurezza nazionale. I soldati iracheni avrebbero avuto bisogno di maggiore addestramento per familiarizzare con le nuove armi in dotazione al nuovo esercito; nonostante numerosi colloqui e incontri ai massimi livelli non è stato possibile prolungare la permanenza dell'esercito americano e la sicurezza del paese adesso è affidata a personale poco qualificato e probabilmente poco affidabile.

L'Iraq ha ammesso che le sue principali debolezze sono rappresentate dalla forza aerea e dall'intelligence ovvero gli apparati di spionaggio e controspionaggio, assolutamente indispensabili in questa delicata fase di transizione. L'Iraq è stato quindi lasciato da solo a fronteggiare il drammatico aumento della violenza degli insorti islamisti sunniti, con attacchi quasi quotidiani.

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