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mattina del 12 gennaio: che si fa di bello in Parlamento?


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Angelino Alfano e Silvio Berlusconi Oggi pomeriggio passera' al senato l'approvazione del "processo breve", mentre la capogruppo del PD avrebbe chiesto che il testo torni in commissione per un analisi piu' seria. Il Presidente della commissione giustizia Berselli ritiene invece che non ci sia bisogno di nessun'altra analisi riguardo al processo breve e soprattutto che "nessun passo indietro sia da farsi". Ma vediamo alcuni dei punti salienti di questo emendamento, anzi ora ridefinito Maxiemendamento, circa il "processo breve":  i processi penali con pene che raggiungono ma non superano il tetto della condanna a 10 anni di carcere, andranno in prescrizione dopo 6 anni, se il processo non si sara' concluso, (cioe' dopo questo termine l'imputatao sara' libero). Per le pene che oltrepassano la condanna ai 10 anni di reclusione, la prescrizione e' prevista dopo meno di otto anni... Circa poi i processi che hanno avuto pene inferiori ai dieci anni di carcere, potranno secondo il nuovo testo durare al massimo 3 anni in primo grado, con l'eccezone di quelli in corso e commessi prima del maggio 2006. Per i reati di corruzione invece, la prescrizione scivolerebbe dai 5 ai 2 anni ( il reato piu' conveniente in assoluto!). Il presidente della camera Fini questa mattina parlando al Convegno promosso dal Comitato per la Legislazione a Montecitorio si e' espresso cosi' a proposito dell'andamento di queste riforme e dellla politica di oggi: "Solo una visione mitologica della democrazia può indurre a ritenere che la funzione di governo si traduca automaticamente, una volta conclusa la competizione elettorale, in un'agenda legislativa predefinita e a senso unico in cui il potere esecutivo, soprattutto con il ricorso all'uso distorto, sotto vari profili, della decretazione di urgenza, tende a limitare, o peggio a soffocare il libero dibattito parlamentare sulle grandi decisioni della polita...In un sistema parlamentare come il nostro - ha continuato con decisione Fini - il rapporto quotidiano fra Governo e Parlamento serve appunto a far valere di fronte ai cittadini, in modo trasparente e motivato, la responsabilità per le decisioni che si prendono durante l'intero arco della legislatura. E' solo attraverso questo confronto quotidiano che le iniziative politiche del governo e della sua maggioranza diventano come richiede la Costituzione 'politica nazionale', cioè quella unitaria sfera deliberativa in cui tutte le forze politiche sono chiamate a concorrere con metodo democratico".

Circa quello che ormai e' rimasto il "problema" fisco Berlusconi, oggi ammette: nessuna riduzione delle tasse per il 2010 sara' possibile. Ignazio La Russa ha parlato di "semplificazione del sistema fiscale", ma senza specificarne il significato di questo concetto. Gianfranco Fini pero' ritiene che una riduzione ci dovra' essere per forza e che debba essere "piu' incisiva per i redditi bassi e medio bassi" . Bersani alle domande dei giornalisti sul fisco stamattina ha invece risposto cosi':" Passiamo da un annuncio all'altro: due mesi fa doveva essere abolita l'Irap...poi si e' ripresa la proposta gia' avanza easttamente 16 anni fa sulle "due aliquote"...

Di Pietro dal canto suo apre spiragli dicendo nel suo simpatico gergo:" basta che ci muoviamo!". Il Segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani insiste, non molla e chiede al Premier un confronto immediato sul fisco perche' sostiene l'assoluta invivibilta' dello stato in cui oggi vertono le fascie deboli ed i lavoratori con bassi redditi. Ed a questo proposito anche il Presidente Fini aveva detto nel suo discorso di questa mattina: "La legittimazione democratica a governare non è solo un dato iniziale che scaturisce dalle urne, ma si rafforza giorno dopo giorno nell'affrontare e nel risolvere i problemi sempre nuovi e inattesi che si presentano sul terreno concreto dei bisogni della collettività".

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